Per il morbo di mucca pazza è l'epoca dei virus mutanti di Fabio Galvano

In un anno raddoppiati i casi di encefalopatia spongiforme In un anno raddoppiati i casi di encefalopatia spongiforme Per il morbo di mucca pazza è l'epoca dei virus mutanti LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Da Bruxelles le autorità europee rassicurano dicendo che nessuna bistecca infetta è finita sui piatti dei consumatori europei; ma lo spettro di mucca pazza rialza il capo, dopo l'allarme per le 1600 tonnellate sfuggite ai controlli, sulla spinta di due allarmanti notizie. La prima è che in un anno sono raddoppiati in Gran Bretagna - da 10 a 20 - i casi del morbo di Creutzfeldt-Jakob (Cjd) nella variante anomala sospettata di un collegamento con la Bse, l'encefalopatia spongiforme bovina che ha colpito le mandrie britanniche. La seconda è che il virus subisce drastiche mutazioni nel passaggio da una specie all'altra: quello del Cjd umano, iniettato nei topi, è risultato ancora più letale. Della recrudescenza del Cjd ha parlato a Sydney, a conclusione di un congresso internazionale sulla chemioterapia, Robert Will, direttore dell'unità di sorveglianza istituita dal governo britannico a Edimburgo. A poco più di un anno dalle prime segnalazioni, egli ha detto, i casi confermati sono raddoppiati, arrivando a 20. Will ha tuttavia precisato che, anche se restasse costante l'attuale tasso d'incidenza, ci vorranno almeno altri quattro anni prima d'individuare un trend che indichi le proporzioni di un'eventuale epidemia umana, cioè se i nuovi casi della variante simile a «mucca pazza» saranno «una manciata o alcune migliaia». Certo è che il morbo non sta scomparendo: «molto probabilmente», secondo lo studioso inglese, perché i giovani continuano a consumare prodotti confezionati con carne infetta (in Gran Bretagna la Bse ha ucciso 160 mila capi). ' Secondo esperimenti svolti su topi e ratti all'università americana di Yale, rivela la rivista «Science», il virus di quella mortale patologia neurodegenerativa muta molto velocemente passando da una specie all'altra, provocando sintomi diversi e finora mai riscontrati nei pazienti umani. Gli esperimenti, svolti dalla neuropatologa Laura Manuelidis, indicherebbero che le autorità sanitarie hanno finora applicato criteri troppo limitati per diagnosticare il morbo. L'Europa si accorge con affanno che le stalle inglesi, chiuse in ritardo, avevano un'uscita anche sul retro. Mentre il ministro per le Risorse agricole, Michele Pinto, chiedeva ieri alla presidenza di turno lussemburghese dell'Unione europea la convocazione di un consiglio straordinario per tutelare consumatori e allevatori europei, Bruxelles confermava che per le 1600 tonnellate di carne sospetta due società belghe sono finite nel mirino degli ispettori veterinari europei. Una, la TragexGel di Wingene presso Anversa, era già sospettata per traffico di ormoni vietati nell'alimentazione animale. L'altra è la Lefevre di Mouscron, una cittadina a pochi chilometri dalla frontiera francese. Se i sospetti verranno confermati le due aziende saranno chiuse. Intanto i più diretti interessati corrono ai ripari. Parte della carne è stata sequestrata in Olanda, ma un'altra parte è stata riesportata verso la Russia, l'Egitto e addirittura - ha annunciato ieri la Commissione europea - la Guinea Equatoriale. Il governo del Cairo ha vietato ieri, a scanso di altri rischi, l'importazione di carne bovina proveniente dal Belgio. A Mosca, dove l'import di carne bovina britannica è proibito già dal 1990, il servizio veterinario russo ha disposto che più rigorosi controlli vengano attuati sulle forniture provenienti da Belgio, Francia e Spagna. Troppo tardi, forse. Fabio Galvano

Persone citate: Laura Manuelidis, Lefevre, Michele Pinto, Robert Will