2018, lo sbarco del primo uomo

2018, lo sbarco del primo uomo 2018, lo sbarco del primo uomo «Così lo renderemo un luogo abitabile» sato, una sabbia color ruggine, una quantità di sassi grandi e piccoli, c'erano dune formate dal vento. Altre immagini mostrarono una brina che si vaporizzava al levar del sole. Sì, Marte era «un posto», un luogo dove si poteva immaginare di andare a spasso, forse di fare un picnic. Ieri sera Pathfinder è scesa nell'alveo di un antichissimo fiume, prosciugato da almeno 2 miliardi di anni. Che lì scorresse acqua si capisce dal fatto che ci sono ex isole allungate, a forma di goccia, con linee idrodinamiche: intorno ad esse evidentemente passava una corrente impetuosa. Oggi l'atmosfera marziana è molto rarefatta. La pressione atmosferica è di 5-6 millibar, meno di un centesimo di quella terrestre. E' come essere nella stratosfera. Quest'aria troppo sottile fa sì che manchi un sufficiente effetto serra e qiiindi gli sbalzi termici sono violentissimi: all'Equatore si va da 60° sottozero di notte a una decina di gradi sopra lo zero a mezzogiorno. L'ossigeno è totalmente assente. Quel poco di atmosfera è essenzialmente anidride carbonica. Tuttavia c'è ancora un po' di acqua. La cima del monte Olimpo, un vulcano estinto alto 26 mila metri, ogni tanto si imbianca di neve. Ai poh ci sono calotte di ghiaccio. Certo, in gran parte è ghiaccio secco, cioè anidride carbonica allo stato solido, come quella che usiamo per conservare i gelati, ma sopra c'è una sottile crosta di ghiaccio di acqua. E allora perché non pensare di ricondurre Marte alle condizioni di 2 o 3 miliardi di anni fa, quando, secondo la Nasa, l'ambiente era meno ostile e forse stavano sviluppandosi forme di vita primitive? James Fletcher, che è stato amministratore della Nasa, ha provato a immaginare come si porrebbe terraformare Marte: «L'attuale clima marziano potrebbe essere modificato tramite lo scioglimento della calotta polare Nord. Lo scioglimento si potrebbe ottenere spargendo pigmento di nerofumo sulla sua superficie per consentire ai raggi solari di essere assorbiti anziché riflessi. Vapore acqueo e anidride carbonica verrebbero così immessi nell'atmosfera, creando un effetto serra che farebbe salire la temperatura. Una volta riscaldato il pianeta, alcuni organismi, come le alghe verdazzurre, potrebbero essere piantate sulla superficie di Marte. Poi verrebbe la volta di altre piante dalla fotosintesi più efficace. Così si avrebbe la formazione di ossigeno e dopo un certo tempo avremmo un'atmosfera respirabile». Già, ma quanto tempo? Secondo gli esperti che hanno fornito a Fletcher questi dati, se si potesse immagazzinare l'energia solare che Marte riceve, in sei anni la temperatura del pianeta diventerebbe già adatta alla vita. Catturando solo l'I per cento di questa energia il tempo necessario sarebbe di trecento anni. Ne occorre-

Persone citate: James Fletcher