E la «Mir» senza pace finisce al buio e al freddo

E la «Mir» senza pace finisce al buio e al freddo E la «Mir» senza pace finisce al buio e al freddo MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Nuovo dramma, nuove angosce per i tre uomini che ruotano a 400 chilometri sulle nostre teste a bordo della stazione spaziale «Mir». Ieri sono entrati in avaria i motori elettrici che servono per orientare i pannelli solari verso la sorgente energetica. E la stazione è, per così dire, piombata nel buio per qualche decina di minuti. Le informazioni del centro di volo russo sono contraddittorie e danno l'impressione di voler sdrammatizzare una situazione sempre più critica. L'avaria sarebbe stata compensata «quasi immediatamente» dall'entrata in funzione dei motori ausiliari che si trovano a bordo del modulo «Kvant-2». Ma questo significa che in questo momento la «Mir» sta usando combustibile liquido. Sebbene l'autonomia sia di «alcune decine di giorni» - come ha detto Alain Fournier-Sicre, rappresentante dell'agenzia spaziale europea a Mosca - suscita inquietudine il fatto di dover ricorrere alle riserve. Il tempo che separa la «Mir» dall'arrivo dello shuttle Usa «Atlantis» si allarga fino alla metà di agosto. Se ci fossero altre avarie, il problema potrebbe diventare rapidamente acuto. L'interrogativo per ora irrisolto è se i motori elettrici che orientavano la stazione spaziale si sono fermati per un guasto interno, oppure se si sono bloccati perche non affluiva più energia sufficiente. Il che sarebbe molto più grave perché indicherebbe che i pannelli solari rimasti funzionanti non mandano più energia. Secondo un altro portavoce, Viktor Blagov, la riparazione dovrebbe essere conclusa in giornata. Ma il guasto riguarderebbe un non precisato strumento di rilevazione all'esterno della navicella. Quindi i due cosmonauti russi, Vassilij Tsibliev e Aleksandr La- zutkin - che stavano ieri preparandosi all'uscita nello spazio per studiare la riparazione del portello del modulo «Spektr» lesionato dall'urto, mercoledì scorso, con la Progress M-34 - avranno da risolvere un compito addirittura più urgente, quello del rifornimento energetico della stazione. Se fallissero questo compito, potrebbe non esserci altra via che quella dell'abbandono della «Mir» per tutti e tre i cosmonauti, i due russi e l'americano Michael Foule. Anche se non viene detto esplicitamente, una tale soluzione è allo studio. La variante più semplice sarebbe la «Sojuz TM», la navicella a tre posti che è agganciata alla «Mir» e che potrebbe tornare sulla Terra con i propri mezzi. Ma solo se non succedono altri guai che la coinvolgono. In ogni caso questa soluzione equivarrebbe ad abbandonare la «Mir» al suo destino, perché i cosmonauti la lascerebbero in ava¬ ria. Tornarvi a ripristinarla sarebbe impresa molto ardua. La seconda variante è quella già menzionata dell'«Atlantis». Purché le avarìe non si moltiplichino e le riparazioni abbiano successo. L'«Atlantls» è l'unico shuttle americano in grado di at¬ traccare alla «Mir», precisamente al modulo «Kristall» che dispone di un dispositivo complementare. C'è una terza e ultima variante: che lo shuttle americano da ieri in orbita venga dirottato d'urgenza verso la «Mir» per l'evacuazione immediata dell'equi-

Persone citate: Alain Fournier, Michael Foule, Sicre, Viktor Blagov

Luoghi citati: Mosca