Il «comunicatore» del Papa di Marco Tosatti

Napoli, è il portavoce vaticano il vincitore del premio Telecom Napoli, è il portavoce vaticano il vincitore del premio Telecom Il «comunicatore» del Papa Navarro: merito di Giovanni Paolo II CITTA' DEL VATICANO. «Comunicatore dell'anno»: oggi a Napoli il portavoce di Giovanni Paolo II, Joaquin Navarro Valls, riceve il premio annuale istituito dalla Telecom per chi si è distinto in modo particolare nel campo della comunicazione. E certamente questo medico-psichiatra spagnolo, nato nel '36 a Cartagena, da tredici anni alla guida dell'informazione vaticana, ha cooperato in maniera fortissima a dare un volto nuovo ai rapporti, tradizionalmente pessimi, fra la Chiesa e il mondo dell'informazione. Trovando un alleato formidabile nel suo Principale. Navarro, quanto merito di questo premio è suo, e quanto del Papa? «Al centocinquanta per cento suo, e poi puoi mettere un'altra percentuale che può essere attribuita a me e alle persone del mio ufficio». La struttura ecclesiastica è da sempre diffidente verso l'informazione. Quest'atteggiamento si sta modificando? «Il tutto del lavoro che noi diamo ha a che vedere naturalmente con quelli che sono i grandi temi del pontificato, e naturalmente entriamo nell'orbita dei valori. Per quello che riguarda l'informazione religiosa, mai sono stato pessimista; si sentiva dire che la dinamica della stampa o dell'informazione commerciale è di per sé aliena ai valori religiosi. Non l'ho mai creduto; è vero piuttosto il contrario. Anzi. Il sistema dei media si rende conto che questo e notizia, e che il pubblico lo vuole». E questo Giovanni Paolo n lo ha capito benissimo... «C'è un aneddoto molto simpatico e rivelatore. Eravamo in Colombia, arriva il Papa, e nella piccola folla all'aeroporto c'è un bambino con gli occhi spalancati, che gli dice: "Ma tu sei proprio quello della televisione". Il Papa reale che conferma la virtualità». Dopo questo Papa, è possibile un ritorno a una Chiesa che si chiude dì fronte ai media? «Penso che non sia possibile. Quando proponi dei valori alla gente, o vuoi vincere, o vuoi convincere. Se vuoi convincere la dinamica dei media è un mezzo, un'occasione. Non dico che sia l'esclusivo, ma è uno dei mezzi. Si stabilisce un tipo di dialettica di cui non puoi fare a meno». E' un gioco che bisogna imparare a giocare? «E' un linguaggio che bisogna imparare a parlare. E personalmente ho imparato moltissimo vicino a Giovanni Paolo II». Ma, fuori di modestia, Lei ha contribuito a far imparare questo linguaggio a un ambiente... «Era proprio questo, il mio lavoro, almeno come io l'ho concepito. Una formuletta: ogni decisione di una certa importanza, ogni presa di posizione, ogni determinazione della Curia ha anche una dimensione di opinione pubblica. Che va spiegata alla gente». Portavoce del Papa. Da un punto di vista personale, come giudica la sua esperienza? «E' un'esperienza che va al disopra di ogni aspettativa. Ci sono certe attività che non puoi programmare, nella tua vita. Non puoi programmare questo tipo di lavoro che sto facendo adesso. E' una cosa che ti capita, e allora viene l'accettazione o la non accettazione. Ma è nel programma della tua esistenza. E' appassionante. Questa vicinanza in un certo modo con un Papa, e concretamente con questo Papa». Che cosa ti fa saltare la mosca al naso? «In questo tipo di lavoro bisogna avere senso dell'umorismo, se no non si può fare. Non vuol dire non prendere sul serio il lavoro; ma bisogna stare attenti alle persone che prendono troppo sul serio il lavoro. Ho imparato dal Papa. Una persona che conosce bene sia le potenzialità che i limiti del sistema. Quando c'è qualche titolo... è inutile lamentarsi. Me l'ha fatto capire il Papa». Gli ha detto che sta per ricevere questo premio? «Non gliel'ho detto. Lo saprà dai giornali». Marco Tosatti Joaquin Navarro Valls

Persone citate: Giovanni Paolo, Giovanni Paolo Ii, Joaquin Navarro Valls, Navarro

Luoghi citati: Cartagena, Colombia, Napoli