Parità scolastica al via Berlinguer: siamo ultimi
Dopo 50 anni, un ministro pidiessino presenta al governo il disegno di legge Dopo 50 anni, un ministro pidiessino presenta al governo il disegno di legge Purità scolastica al via Berlinguer: siamo ultimi ROMA. Parità scolastica al nastro di partenza. Luigi Berlinguer, responsabile della Pubblica Istruzione, illustra stamane al Consiglio dei ministri lo schema del disegno di legge. «Una decisione adottata d'intesa con il presidente Prodi», recita il comunicato stampa di Palazzo Chigi; che completa il quadro degli impegni assunti dall'Ulivo in campagna elettorale. «L'Italia è rimasta l'unico Paese privo di una legge sulla parità - osserva i) ministro -. Non credo che possa essere considerato un primato; tutt'altro». L'ARABA FENICE E' la prima volta, in 51 anni di Repubblica, che un governo si accinge a trasmettere alle Camere un proprio disegno di legge sulla parità tra scuole statali e non statali. Non ci sono riusciti gli innumerevoli esecutivi a guida de, nè i tanti «inquilini» della Minerva, quasi tutti targati scudocrociato. Ci prova il ministro pidiessino, con la benedizione di gesuiti e vescovi. «Parità e legge sulla parità non significano per noi privatizzazione della scuola - spiega Berlinguer -. Vuol dire intervento pubblico per stabilire le mete e le regole comuni». E getta acqua sul fuoco delle polemiche: «Nelle regioni nelle quali vi è stato un contributo finanziario alle scuole non statali, non si è verificato un aumento di queste rispetto alle pubbliche». IL PROGETTO. Il testo sarebbe contenuto in pochissimi articoli: 4-5 in tutto. Primo: il sistema pubblico integrato di istruzione comprenderebbe le scuole statali e non statali che accettano alcune regole ed i centri di formazione professionale. Secondo: ordinamenti, parametri e regole per far parte del sistema pubblico integrato prevederebbero per tutte le istituzioni accesso libero, insegnanti abilitati, accoglienza obbligatoria di alunni handicappati, pubblicità dei bilanci. Terzo: la principale forma di sostegno alle scuole non statali sarebbe un finanziamento (fino al 35% dei costi di frequenza), in base al numero degli iscritti. I fondi verrebbero versati direttamente alle scuole. Il sistema entrerebbe a regime gradualmente e parallelamente all'attuazione della autonomia scolastica (cioè, nel Duemila). Altra forma di finanziamento - anche se in indiretta - sarebbe una detrazione fiscale (fino a un certo «tetto») riferito alle spese per libri e sussidi didattici, dalle materne alle superiori. E dovrebbe riguardare non solo le scuole private, ma anche le pubbliche. Quarto: verrebbero previste al¬ tre forme di sostegno sia alle scuole che ai centri di formazione professionale, attraverso le leggi regionali sul diritto allo studio e la normativa comunitaria (con relativi finanziamenti) per la formazione professionale e permanente. Verrebbe anche ipotizzato un sistema di borse di studio, come ulteriore forma di sostegno per gli iscritti alle scuole non statali. IL MONDO CATTOLICO. Applaude Berlinguer Cixnltà cattolica. «Riteniamo che il ministro abbia tenuto conto delle osservazioni del cardinale Ruini - scrive la rivista dei gesuiti, riferendosi al progetto di riforma dei cicli -, al punto da fare di queste richieste il primo articolo del suo disegno di legge». E invita a riconoscere «l'urgenza» al problema-parità, «tema di libertà civile e di pubblico interesse». Incalza monsignor Ennio Antonelli, segretario generale della Cei, interpellato da Avvenire: «La parità deve salvaguardare identità e libertà; e le risorse destinate al settore non vanno ridotte, ma aumentate». IL FRONTE DEL NO. E' nutrito; e registra alcune roccaforti anche nella maggioranza. Rifondazione comunista è «ostile» sia a finanziamenti diretti che a defiscalizzazioni. Ma il partito di Bertinotti pare anche disposto a dare una «apertura di credito al governo», come avverte il deputato Giovanni De Murtas. No secco, invece, da Luisa La Malfa (pri): «Nessun finanziamento alle private». Sconcerto in casa Cgil-scuola: «Trovo incredibile - commenta Enrico Panini - che il governo risponda con la parità alla nostra richiesta di investimenti nel pubblico». E nemmeno la Cisl è tenera: «La scuola pubblica è al limite della sopportazione», sostiene Daniela Colturani. Che, però, apre alle convenzioni, «purché non si crei un doppio canale e siano regolamentati i mille rivoli che affluiscono nel privato». LA «PROVA GENERALE». Proprio ieri, la scuola e la parità sono state al centro del dibattito in aula alla Camera. In discussione, le mozioni presentate da Polo, Rinnovamento italiano, Lega Nord, Rifondazione e Ulivo. Sono passate quelle di Ulivo e di Rinnovamento. Il Carroccio si è astenuto, mentre i neo-comunisti, pur non raccogliendo il sì sul loro testo, si dicono soddisfatti per la sconfitta del centrodestra. Mario Tortello Ma si allarga il «fronte del no» La Cgil: proposta incredibile I NUMERI DELLA PARITÀ' [dati istat] SCUOLE STATALI SCUOLE NON STATALI MATERNE 37.499 sezioni con 876.638 alunni 30.894 sezioni con 743.006 ELEMENTARI 153.768 classi con 2.619.289 alunni 11.084 classi con 229.869 alunni MEDIE 94.314 classi 3.760 classi con 1.870.696 alunni con 79.674 alunni SECONDARIE 114.743 classi con 2.512.574 studenti 11.990 classi con 211.141 studenti GLI INSEGNANTI [dalle materne alle superiori] SCUOLE STATALI gli insegnanti di ruolo sono circa 760.000 SCUOLE NON STATALI gli insegnanti sono circa 100.000
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