Sul «riccometro» è subito polemica di P. Pat.
Stato sociale, si tratta. Prodi: «Rotta giusta, ma resta molto da fare». Treu smentisce leggi-delega Stato sociale, si tratta. Prodi: «Rotta giusta, ma resta molto da fare». Treu smentisce leggi-delega Sul «riccometro» è subito polemica Bilie: strumento stalinista. Fossa: non ci fa paura ROMA. Per Prodi «la rotta è giusta», ma sulle riforme di struttura dello Stato sociale ammette che «molto resta ancora da fare». Dopo la prima tornata di incontri a Palazzo Chigi orchestrati dal sottosegretario Micheli, i segnali lanciati dal fronte governativo sono improntati alla fiducia. Anche se il clima è rannuvolato dalle polemiche innescate dalla proposta di Cgil-Cisl-Uil sul «riccometro», pur ridimensionata da una precisazione delle Finanze. E non sono ancora rientrati i mugugni delle categorie e dei sindacati autonomi relegati al «tavolo secondario». Ma per Treu, «non c'è alternativa all'accordo». E Micheli si dichiara fiducioso sulle possibilità d'intesa con Rifondazione procla¬ mando che «Bertinotti è leale e non giocherà allo scavalco» per mandare in crisi i sindacati. Insomma, anche questa volta l'elastico si tenderà come una corda di violino, ma alla fine non si spezzerà e non colpirà in faccia nessuno. Bertinotti, in realtà, resta sulle sue. Continua a sostenere che «sull'occupazione si pesta solo acqua nel mortaio», ossia, fuor di metafora, non si combina nulla. E giudica «corretta e importante» la sentenza della Consulta sui diritti acquisiti che ha riportato la partita sul Welfare in parità: uno a uno, perché «la partenza nella trattativa fra governo e sindacati era cominciata male». Il leader di Rifondazione si è gettato a capofitto anche nell'ac- ceso dibattito sul «riccometro», definendo «necessaria una griglia di verifica sulla base delle reali redditività e condizioni di vita» di chi chiede di usufruire dei servizi sociali, per non premiare ancora una volta gli evasori fiscali. Sulla proposta lanciata dalle centrali confederali, ieri dalle Finanze è arrivata una nota di chiarimento: «La parola è un'invenzione dei sindacati» e lo strumento che può misurare i parametri che definiscono il tenore di vita non verrà usato dal ministero ma dagli enti del servizio sociale. La nascita del «riccometro» o presunto tale ha comunque già suscitato un vespaio di reazioni. Il più acceso nel bocciarlo è stato il presidente della Confcommercio, Sergio Bilie: «E' uno stru¬ mento da Anni Cinquanta, da capocondominio stalinista».. Sulla stessa linea incalza la Confesercenti, che lo stronca come «non credibile, troppo rozzo per essere utile» preferendogli i progettati «studi di settore». Più possibilista, invece, il presidente della Confindustria, Giorgio Fossa, che dice: «Non ci fa ceito paura, anche se questo tipo di strumenti è un po' superato. Ma se servono vanno bene anche questi». E Fossa trova un alleato nel presidente di Confartigianato, Spalanzani, che gli fa eco: «Non ci fa paura, come non abbiamo timori della verità in campo fiscale. Ma deve valere per tutti, perché non vorremmo che finisse per criminalizzare nuovamente artigiani e commercianti». Un altro fronte di polemiche e di incertezze legato alla sentenza della Consulta (condivisa anche da Fossa) riguarda poi il cumulo pensione-redditi. Ma i sindacati confederali, già scontenti delle misure sul lavoro, ieri sera hanno aperto l'offensiva anche contro un provvedimento nel «non-profit» che il governo intende varare oggi. Perché, secondo Cgil e Uil, favorirebbe l'elusione fiscale più che promuovere le attività sociali. E' chiaro che in questa fase tattica di «posizionamento» ogni motivo è buono per mettere in difficoltà la controparte. E in questo quadro di schermaglie, ieri Treu ha smentito l'ipotesi circolata di una legge-delega al governo in materia pensionistica, per svincolarla dalla Finanziaria. E parere negativo è stato anche espresso da Rifondazione. Uscendo da Palazzo Chigi, ieri i sindacati Ugl e Cisal hanno contestato il metodo governativo dei «tavoli separati». E le stesse critiche sono state espresse dalle associazioni dei commercianti, artigiani e agricoltori. «Un avvio sconcertante, questa non è concertazione», hanno accusato il governo, salvo poi accogliere soddisfatti il contentino di un ritorno al tavolo unico almeno in sede «tecnica». Schermaglie all'apertura di una trattativa che si annuncia lunga e difficile. Ma Fossa sembra speranzoso e sentenzia: «Cominciare è già positivo. Ho fiducia che la situazione, magari a fatica, si sblocchi». [p. pat.]
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