A Valona esplode la calma di Giuseppe Zaccaria

A Vabna esplode la calura A Vabna esplode la calura // San Marco minaccia i boss di rappresaglie ft/EX CAPITALE VALONA DAL NOSTRO INVIATO Italiani, venite a fare le vacanze a Valona (le vostre auto sono già qua). Se oggi qualcuno, magari dopo aver fatto sparire dalle strade Mercedes e Bmw prive di targa, piazzasse un simile cartello dinanzi al porto, il clima da vacanza adriatica sarebbe perfetto. Ci si creda o no, dall'altro ieri (esattamente un'ora dopo il ferimento del bersagliere italiano) questa è città in cui una coppia di pensionati potrebbe trascorrere una vacanza tranquilla e a poco prezzo. E' scoppiata la calma, se non la pace: e questo in conseguenza di un'iniziativa molto decisa del nostro contingente. Due sere fa, mentre il bersagliere Stefano Maisto veniva trasportato in elicottero all'ospedale di Brindisi, gli ufficiali del Battaglione San Marco sono partiti in missione lungo l'area costiera. Un pattugliamento breve ma incisivo, servito a comunicare ai numerosi piccoli capibanda: «Consideriamo ciascuno di voi responsabile del ferimento del nostro soldato». D'ora in avanti qualsiasi sparatoria che si svolgesse in vicinanza dei nostri militari sarà considerata atto ostile. Risultato: i «festeggiamenti» si sono interrotti di colpo, e tranne qualche raffica lontana la città e sprofondata in un silenzio quasi irreale. Anche volendo, peraltro, sarebbe difficile trovare il pretesto per nuove battaglie contro la Luna. Vinte le elezioni adesso si tratta di vincere nella vita quotidiana, e la cosa si presenta molto ardua. Se poi socialisti e banditi volessero cercare nuovi capri espiatorii, ormai dovrebbero andarseli a cercare lontano: dopo gli uomini delle cosche perdenti, anche gli ultimi esponenti del Partito democratico hanno lasciato la città. Quasi tutti, almeno. Il signore che adesso ci sta davanti, nonostante abbia votato per Berisha è ancora al suo posto di vice sindaco. La novità sta nel fatto che si trova circondato da un gruppo che lo controlla con l'aria accigliata di un nuovo Politburo. Agron Shehu, insegnante di storia, sei mesi fa era stato incaricato di reggere le sorti di Valona assieme con un rappresentante dei socialisti. E' ancora nella scuola dove si è riunito il comitato elettorale. Chiedere di parlargli è facile, riuscire a farlo a quattr'occhi impossibile. L'edificio è grande, ma ad ogni porta che Shehu cerca di aprire ecco spuntare un socialista che si aggrega e vuole ascoltare. Anzi, interferire. Per primo c'è l'altro vice sindaco, il socialista Hamo Tare, che impiega lunghi minuti a ripetere come tutto sia andato a perfezione. «Berisha aveva appiccicato a Valona l'imma- gine di una città di banditi, invece abbiamo dimostrato al mondo di essere una comunità perbene». E' torrenziale, il vice sindaco dei vincenti. Pretende che il cronista prenda appunti. Racconta di come in poche ore da Valona siano spariti anche gli ultimi «fans» presidenziali. «Bastri Sofia, il sovrintendente alle finanze, è partito col figlio Edi, direttore della Banca di Valona. Pare siano in Bulgaria. Vaso Grabovari, il di¬ rettore dell'acquedotto, se n'è andato senza lasciare neanche le chiavi dell'ufficio...». E ancora, sono spariti alcuni professori del liceo, un paio di poliziotti, vari impiegati dell'ufficio imposte e alcuni dei presidenti di seggio che domenica avevano boicottato le votazioni. «Vada all'ufficio delle tasse: su sessanta impiegati ne è rimasto uno. Si guardi in giro: qui ricostruire l'amministrazione sarà impresa molto ardua...». Ardua almeno come quella di riuscire a pai-lare con l'ultimo berishano, che intanto si limita ad annuire accennando vaghi sonisi. Nella stanza intanto il Politburo ha cominciato a discorrere di altro. Descrivere la manovra di sgancia- mento sarebbe lungo, ma dopo qualche minuto finalmente è possibile parlare a quattr'occhi col sopravvissuto, che nel chiosco di un bar accetta un caffè e quattro chiacchiere sottovoce. Allora, professor Shehu, è contento di come sono andate le cose? «Certo. Tutto si è svolto senza incidenti, adesso la gente si è espressa con le regole della democrazia...». Eppure gli ultimi suoi compagni di partito se ne sono andati. Perché? «Sa, c'è gente che si era molto esposta con il vecchio regime, altri che si consideravano in pericolo... Non so, magari molti sono partiti per le vacanze». Davvero? E lei quando prende le ferie? ■ «Beh, io non ho problemi... se una persona ha lavorato bene e s'è comportata correttamente non deve aver paura». Ma ha votato Berisha, ha rappresentato il suo partito. «Io rappresento solo me stesso, non tutto quel che si imputa ai democratici». Come pensa che andranno le cose, adesso? Cosa farà la nuova maggioranza con le bande? Il povero professore è sempre più sulle spine, tenta di dire e non dire, lancia sguardi che implorano tregua. «Io penso che elli uccide debba essere punito. Penso che tutti dovrebbero restituire le armi, ma so bene che non accadrà. Penso che la promessa del nuovo governo, quella di restituire il danaro perso con le finanziarie, non sarà mai mantenuta. Ma non mi faccia dire altro...». Come: non è ancora vice sindaco di Valona? «Per pochi giorni». Perché, cosa intende fare? «Ho una moglie e due figli». E allora? «Abbandono la politica. La vera felicità è in famiglia». Ieri la precaria tranquilhtà di Valona è stata interrotta da un grande incendio in corso nell'area di un deposito di carburante, a tre km a Nord della città. Si teme l'esplosione delle cisterne che contengono 100 mila litri di carburante. Secondo i primi accertamenti l'incendio sarebbe doloso. Giuseppe Zaccaria Duro monito ai capibanda: «Se resta ferito un altro italiano sarete tutti responsabili» Ma un incendio doloso rischia di far saltare un grande deposito di carburante

Persone citate: Agron Shehu, Berisha, Pare, Shehu, Stefano Maisto

Luoghi citati: Bulgaria, Sofia, Vabna, Valona