Sì alla norma salva-processi

La riforma, per porre sullo stesso piano accusa e difesa, ora andrà al Senato La riforma, per porre sullo stesso piano accusa e difesa, ora andrà al Senato Sì alla norma salva-processi Passa in Commissione il 513 «rinnovato» ROMA. Passo avanti dell'articolo 513, cioè della riforma che mira a mettere sullo stesso piano accusa e difesa nei processi penali. Ieri il testo in discussione alla Camera è stato approvato dalla commissione Giustizia, e ora si attende il disco verde della commissione Affari costituzionali, chiamata a esprimere un parere. Subito dopo, il Polo chiederà la sede legislativa. In altre parole, se l'aula di Montecitorio darà il proprio assenso alla richiesta dell'opposizione, non ci sarà ulteriore dibattito alla Camera e il testo della riforma passerà direttamente all'esame del Senato per l'approvazione finale. Ma alcuni gruppi, primo fra tutti la Rete, non sono affatto d'accordo e insisteranno perché l'assemblea dei deputati discuta a fondo il nuovo articolo 513, nella speranza di cambiarlo in più punti. Già ieri ci hanno provato in commissione, senza molto successo però. Alcune loro proposte di emendamento, sostenute anche dalla Sinistra democratica, sono state respinte dall'alleanza tra Polo e Ppi, che già in precedenti occasioni si è manifestata sui temi della giustizia. Altri emendamenti, comunque, hanno superato il vaglio della commissione. Tra questi, il più importante è quello che «congela» per sei mesi i termini di prescrizione per i processi in corso. La nonna serve a bilanciare gli effetti della più importante novità contenuta nel 513: cioè la nullità delle dichiarazioni rese in istruttoria da imputati in reati connessi, qualora tali dichiarazioni non vengano confermate in sede di dibattimento. Si tratta di un principio su cui quasi tutti concordano, visto che è assai arduo esercitare il diritto alla difesa, quando chi ha lanciato le accuse poi non si presenta al processo oppure si avvale della facoltà di non rispondere. Finora, però, è andata così. E molte vicende giudiziarie in corso, a cominciare da Tangentopoli, si basano proprio su dichiarazioni rese in istruttoria. La riforma del 513 obbligherà, in tutti questi casi, a reinterrogare gli imputati di reato connesso, con l'inevitabile rischio di lungaggini e ritardi capaci di far scattare la prescrizione dei reati. L'emendamento passato ieri in commissione allontana di sei mesi il termine della prescrizione, e dunque dà respiro alle inchieste già in dirittura d'arrivo. Novità numero due: anche all'imputato, e non soltanto al pm, sarà consentito di chiedere l'incidente probatorio ogniqualvolta ci sia «fondato motivo» che l'imputa¬ to connesso o il coimputato «possano sottrarsi» all'esame durante il processo. Durante il dibattimento, poi, si potranno usare come prova le dichiarazioni rese durante l'incidente probatorio o nell'udienza preliminare «solo nei confronti degli imputati i cui difensori hanno partecipato» all'acquisizione di tali dichiarazioni. E ancora: durante l'udienza preliminare, pm e difensori potranno interrogare direttamente, senza essere costretti a «girare» le domande al giudice. Il nuovo testo del 513 soddisfa il governo. «Sono molto contento della sua approvazione», ha commentato il ministro di Grazia e giustizia, Giovanni Malia Flick, «perché introduce il principio del contraddittorio nel processo penale, cosa di cui il governo si era fatto promotore con la legge sui pentiti». Di opposto parere Rete e Rifondazione. Avevano proposto un emendamento per consentire di utilizzare nei processi le dichiarazioni già rese da coimputati (o da imputati di reato connesso) che si rifiutano di deporre in seguito a intimidazioni o a minacce. La proposta non è passata, perché Polo e Ppi hanno fatto muro, scorgendo nell'emendamento un tentativo di lasciare le cose come stanno. Franco Danieli, della Rete, ha reagito parlando di testo «assolutamente inaccettabile» e di «grave frattura» nella maggioranza. E Angelo Altea, dei Comunisti Unitari, ha annunciato battaglia per impedire la sede legislativa, vista invece con favore dal verde Paolo Cento, cui ha dato sulla voce il verde Alfonso Pecoraro Scanio. Giudizi diversi anche nelle file dell'opposizione. Mentre Alfredo Mantovano, An, plaude senza riserve al nuovo testo, Tiziana Maiolo di Forza Italia storce il naso. Da registrare una presa di posizione dell'Unione camere penali. Gli avvocati denunciano pressioni da parte di settori della magistratura e preannunciano un mese di sciopero dal 30 settembre se nel frattempo il 513 non sarà stato approvato, [r. r.] Si è rinsaldato l'asse Polo-Popolari «Congelati per 6 mesi i termini di prescrizione per i dibattimenti in corso» A sinistra il ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick

Persone citate: Alfonso Pecoraro Scanio, Alfredo Mantovano, Angelo Altea, Franco Danieli, Giovanni Malia Flick, Giovanni Maria Flick, Paolo Cento, Tiziana Maiolo

Luoghi citati: Roma