Er Pecora in camicia nera ruba la scena a Borghini di Maria Grazia Bruzzone

Er Pecora in camicia nera ruba la scena a Borghini LA CORSA PER IL CAMPIDOGLIO Il Polo e le amministrative d'autunno Er Pecora in camicia nera ruba la scena a Borghini ROMA. Teodoro Buontempo, candidato del Polo a vicesindaco di Roma, entra nella sala di palazzo Grazioli e la fitta platea di cronisti e cameramen sobbalza. Il luogotenente di An, soprannominato «er pecora» per le sue origini rurali e i suoi modi di fare sbrigativi, ben noti ai tempi del msi, sotto un doppiopetto grigio porta ima sorta di camicia aperta, che a tutti appare nera. Una trovata che lì per lì, nella sala di palazzo Grazioli dove il Polo presenta la sua squadra degli antiRutelli, gli permette di rubare la scena al candidato sindaco: l'imprenditore elettrico Pierluigi Borghini, «Pigi» per gli amici, proprietario dell'Illuminotecnica di via Belsiana, abbronzato e azzimato nel suo sobrio blazer blu, camicia azzurra e cravatta appena sgargiante, alla sua prima uscita nel proscenio politico, è vagamente imbarazzato. «Vedrete, Buontempo arriverà in smoking», aveva annunciato poco prima il padrone di casa, un Silvio Berlusconi più sorridente che mai. Suscitando un momento di incuriosita suspense. Dopo, è tutto un fiorire di inevitabili battute: «Buontempo si presenta senza cravatta perché è già in campagna elettorale», ride il Cavaliere. «Ma non è nera, è verde, verde marcio», sogghigna er pecora. «Un verde un po' troppo marcio», insiste Berlusconi. L'occasione, in fondo, è solenne. Il duello nella capitale sarà il fulcro delle prossime amministrative d'autunno. E il Polo ha trovato finalmente il «ticket» giusto, come viene americanamente definita la strana còppia. «Un imprenditore, un uomo della società civile accan¬ to a un professionista della politica che conosce benissimo l'amministrazione capitolina e soprattutto la realtà delle periferie romane», li presenta raggiante Berlusconi. «So bene quanto costi a un imprenditore, anche in temimi di denari, lasciare le proprie attività e lanciarsi in un'avventura del tutto sconosciuta come la politica», aggiunge guardando compiaciuto Borghini (più tardi non esiterà a minimizzare il conflitto di interesse del suo candidato, «anche la posta in gioco è diversa, e Borghini ha un fatturato di 22 miliardi, mentre il mio gruppo ne fattura 13.000»). Poi, volgendosi al vicesindaco in pectore: «Di Buontempo conosco i tre bellissùni figli che, più che romani, sembrano tre piccoli lord inglesi, così come la moglie, delicatissima per dire quanto sia falsa l'immagine che ne viene data dai giornali». A lui - spiega Berlusconi - spetta «il compito di richiamare i "romani di Roma"», mentre Borghini dovrà sfondare nella «trincea del lavoro», replicando il successo di Albertini a Milano. «E' il giusto connubio per vincere nella capitale, dove c'è un particolarissimo mix di borghesia e fasce sociali che abitano nelle periferie» gli fa eco Gianfranco Fini, meno sorridente. E preannuncia una «partita durissima» per «riuscire a fare il bis»: «non credo che Rutelli sia così imbattibile e per sconfiggerlo mi muoverò presto personalmente». Roberto Formigoni (che sostituisce Buttiglione, oggi in Argentina, ma prossimo capolista di un listone romano ccd-cdu più Patto Segni) sottolinea che si tratta di candidature «volute insieme a ccd e cdu»; Pierferdinando Casini parla di «tandem giusto per dimostrare che la giunta Rutelli ha fatto solo un lavoro di plastica facciale alla città». Clemente Mastella tace. La sua parte l'ha già fatta nel vertice del Polo che ha preceduto la conferenza stampa, dando la sua disponibilità a candidarsi a sindaco di Napoli («Visto che a Roma è stato scelto uno della società civile...»). I candidati. «Si può far molto per Roma e per tornare all'orgoglio del civis romanus sum che dia a Roma ima strategia». Faccia affilata, voce che tradisce appena una certa emozione, Borghini recita quello che sarà il suo slogan, condito di concretezza, sobrietà e progettualità. E snocciola frasi inevitablmente di circostanza: «Mi ha convinto ad accettare l'aver constatato un grande scontento non solo nel mio ambiente, la borghesia, ma nelle borgate...», dice, ringraziando il Polo; e parla «dell'importante missione» che lo aspetta. Indica nelle periferie, nel rilancio dell'economia, nella mobilità e in un nuovo piano regolatore, i suoi obiettivi prioritari. «Oggi la mia vita è a una svolta», aggiunge, annunciando di essersi già dimesso dalla presidenza degh industriali del Lazio. Ben più pesante, Buontempo non esita a definire Rutelli «il peggior sindaco che Roma abbia mai avuto», critica la «opportunità sprecata» per i soldi del Giubileo e là «poca trasparenza» di. una giunta «che pensa solo a gestire il potere», facendo intrawedere ben altri toni della prossima campagna elettorale. Maria Grazia Bruzzone Berlusconi e Fini puntano sul leader degli imprenditori e su Buontempo Pierluigi Borghini, candidato del Polo con Gianfranco Fini e Berlusconi