Piazza Fontana, nuovo arresto di P. Col.
Piana Fontana, nuovo arresto Convocato come teste, s'è rifiutato di fare i nomi dei compagni collegati ai Servizi Piana Fontana, nuovo arresto In carcere il neofascista Azzi: non ha risposto alpm MILANO. Pensava di aver ormai saldato il conto con la giustizia. Invece Nico Azzi, 46 anni - neo-fascista diventato famoso nelle cronache degli Anni 70 per aver partecipato all'attentato del treno Genova-Roma nel '73, tra i protagonisti di quella che venne definita «strategia della tensione» - da ieri mattina è di nuovo a San Vittore. L'accusa questa volta è più lieve: rifiuto d'informazioni al pubblico ministero.. Ma la circostanza è più grave: «Aver agito per coprire i mandanti e gli esecutori della strage di piazza Fontana». L'ordine di custodia cautelare è stato emesso dal gip Clementina Forleo su richiesta del pm Grazia Pradella, titolare insieme al collega Meroni delle indagini sulla bomba del dicembre '69 nella Banca dell'Agricoltura. Ad eseguirlo ieri mattina sono stati gli agenti della Digos di Milano che sono andati a prelevarlo nella trattoriapizzeria che l'ex terrorista nero gestisce da tempo in città. Azzi - convocato in procura mer¬ coledì scorso per essere interrogato come testimone - a una domanda precisa del magistrato che gli chiedeva di fare i nomi dei neofascisti di Ordine Nuovo collegati ai servizi segreti, si sarebbe rifiutato di rispondere. Da qui la richiesta di arresto, confermata ieri mattina. Un prowedimento eccezionale per una circostanza che gli inquirenti ritengono fondamentale per svelare i misteri che ancora resistono su Piazza Fontana. Ovvero il ruolo svolto da apparati istituzionali (leggi servizi segreti) nella copertura dei mandanti della strage e nei depistaggi dell'inchiesta. L'interrogatorio di Nico Azzi era incominciato con le migliori premesse: l'ex esponente del gruppo neofascista la Fenice - già indagato nell'inchiesta sul terrorismo nero del giudice istruttore Guido Salvini - aveva rivelato di aver appreso da Franco Freda fatti relativi a compromissioni con Ordine Nuovo di agenti dell'Ufficio affari riservati e del Sisde. Anzi, di aver saputo chi fossero gli esponenti del gruppo neofascista legati a filo doppio con i servizi. Così ha raccontato di aver conosciuto in carcere sia Freda che Guido Giannettini e che negli ambienti dell'eversione di destra si sapeva che il primo aveva collocato la bomba in piazza Fontana e il secondo era legato al Sid. Poi che Freda gli rivelò i nomi di militanti di Ordine Nuovo che contemporaneamente ricoprivano il ruolo di informatori dei servizi. Ma alla successiva richiesta del magistrato di rivelare l'identità di questi personaggi, Azzi avrebbe opposto un secco rifiuto, dichiarando di non voler «collaborare con la giustizia per scelta ideologica» e di non voler più parlare con il pm che «rappresenta uno Stato nel quale non mi riconosco». E' nata così la decisione di procedere all'arresto, motivato con il pericolo d'inquinamento delle prove e reiterazione di condotte analoghe, come scritto nel provvedimento di custodia cautelare, fissato nel limite di tre mesi. [p. col.]
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