Flick: si, penso alla semi-grazia
Si divide il mondo politico; i legali degli ex terroristi: meglio l'indulto Si divide il mondo politico; i legali degli ex terroristi: meglio l'indulto Flick: sì, penso alla semi-grazia «Ma ci vuole ampio consenso in Parlamento» ROMA. Il ministro della Giustizia conferma: la grazia parziale per gli ex-terroristi è una delle soluziom allo studio, di cui lo stesso Flick ha parlato con il Presidente della Repubblica. «Sono sempre stato favorevole - ha detto ieri il ministro, dopo le anticipazioni de La Stampa - ad un provvedimento di indulto o anche di grazia parziale nei confronti dei terroristi. Ho anche precisato che un provvedimento del genere dev'essere varato dal Parlamento con ampio consenso, e in previsione di ciò ho disposto un monitoraggio della situazione carceraria». Dunque ne hanno discusso, Flick e Scalfaro? «Posso dire che su questo argomento ho avuto con il Presidente uno scambio di vedute. E' tutto». Il riserbo del Guardasigilli (il quale aggiunge che il 60% dei provvedimenti di clemenza firmati nell'ultimo anno erano grazie parziali) si accompagna ai silenzio del Quirinale, che non commenta le anticipazioni su un'ipotesi che, attraverso gli sconti di pena, consentirebbe agli ex-terroristi ancora in carcere di ottenere benefici come la semi-libertà o la liberazione condizionale. Ma era stato lo stesso Scalfaro, il 2 giugno dell'anno scorso, a sollecitare soluzioni che senza «i caratteri della generalità», valutassero «con intensa cura le situazioni», in modo da non «spegnere la speranza». E visto che «la quasi totalità dei responsabili» del sangue scorso in quegli anni hanno «riconosciuto l'errore e il male», disse ancora Scalfaro, lo Stato «non può fermarsi» nel cercare una via d'uscita. In Parlamento, deputati e senatori si dividono sull'ipotesi di «semi-grazia». Il presidente della commissione Giustizia della Camera Pisapia dice di non essere contrario, «purché questo non sia d'intralcio a un provvedimento generalista come l'indulto, pur tenendo conto dei sentimenti dei parenti delle vittime». Tiziana Parenti, l'ex-magistrato di Forza Italia, si mostra scandalizzata: «Toni Negri è tornato proprio perché ha avuto assicurazioni dal pds in questo senso. Mi sembra un'altra brutta pagina della storia italiana». Il responsabile del pds per i problemi della giustizia, Pietro Folena, respinge i sospetti e si dice favorevole ad una soluzione che, come appunto la grazia parziale, «porti a poco a poco a concedere, ad esempio, i benefici della legge Gozzini sull'ordinamento penitenziario». Per i popolari parla Giuseppe Gargani: «Il ppi non è favorevole, ma non si oppone». E Ignazio La Russa, di An, sostiene che per arrivare alla soluzione ipotizzata «è indispensabile l'adesione dei parenti delle vittime. L'indulto invece è un provvedimento "erga omnes", al quale io aderisco, seppure con lacerazioni interiori». Mauro Puddu, presidente dell'Associazione italiana vittime del terrorismo, dice che il suo gruppo «è sempre stato contra¬ rio ad interventi generalizzati, come l'amnistia e l'indulto. La grazia invece è un prowedimen. to "ad personam" che valuteremo caso per caso. Certo che scene come quelle del ritorno di Toni Negri, accolto come una star, non fanno altro che riaprire le ferite». Di tutt'altro avviso è Mauro Palma, il presidente dell'associazione Antigone che ha contribuito ad organizzare il rientro in carcere di Negri. «Siamo d'accordo - dice - se la grazia appartiene ad una strategia di accompagnamento al provvedimento di indulto, il cui scopo è quello di superare gli anni di piom¬ bo. Siamo anche convinti che per arrivarci siano necessari gesti significativi, e dunque anche la grazia "ad personam" è importante per fare da volano alla legge». Sulla stessa lunghezza d'onda i possibili interessati, che parlano attraverso i loro legali. «La grazia parziale può andar bene per dare immediata soluzione a casi specifici, ma credo che l'indulto sia necessario», dice l'avvocato Tommaso Mancini, difensore di Toni Negri. E Ambra Giovene, legale di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, suggerisce: «Si potrebbe prevedere una data entro la quale i detenuti che lo vogliono possano presentare domanda di grazia, un po' come è avvenuto per la dissociazione. Spero comunque che non si creino disparità di trattamento». A nome di Sofri, Bompressi e Pietrostefani, l'avvocato Enzo Menzione dichiara: «Se è una sorta di semilibertà non ci interessa; se invece è un modo più veloce per arrivare alla grazia, ben venga». Da Parigi, Oreste Scalzone taglia corto: «La grazia è ima strada sbagliata». [r. r.] Toni Negri è a Rebibbia
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