Uccise per pietà: 3 anni di Antonio Giaimo
Pinerolo, lieve condanna all'operaio che strangolò la moglie malata Pinerolo, lieve condanna all'operaio che strangolò la moglie malata Uccise per pietà: 3 anni Determinante la perizia dello psichiatra «La donna era in grado di dare il consenso» «E' stata lei a chiedermi di ucciderla. Me lo ripeteva sempre. Stava male, soffriva troppo. Ho fatto come voleva lei. Ho preso una corda e l'ho strangolata». Ieri Eugenio Anderlini, operaio di Pinerolo, è stato condannato a 3 anni, un mese e 10 giorni di carcere per la morte della moglie Mirella Di Palma, 46 anni. Ed è tornato in libertà, perché il gip Vincenzo Papillo non l'ha ritenuto pericoloso. E' stato ritenuto responsabile di «omicidio del consenziente», un particolare tipo di delitto, che assomiglia parecchio all'eutanasia: si uccide l'amico o la persona cara su sua richiesta, e per questo il codice prevede una pena meno grave rispetto all'omicidio volontario, tra i 6 e i 15 anni di carcere. Come è avvenuto per Anderlini: il gip gli ha concesso lo sconto del rito abbreviato e le attenuanti generiche. E così si spiega la condanna a tre anni. Anderlini era difeso dall'avvocato Calogero La Verde. Ma un ruolo importante nel processo l'ha giocato lo psichiatra Enrico Zanalda, che ha ritenuto la donna in grado di esprimere un «consenso valido»: determinante perché si possa parlare di questo tipo di omicidio, che non ricorre certo spesso nelle aule giudiziarie. Dopo il delitto l'imputato aveva consegnato ai carabinieri un biglietto scritto dalla moglie: «Non riesco a uccidermi da sola. L'ho chiesto più volte a mio marito. E l'ho convinto a farlo, ma solo per amore mio. Perdonatelo». Poi la firma. Ma quel foglio non bastava per convincere il giudice sulle reali intenzioni della donna: e così erano stati sentiti i vicini, e tutte le persone che avevano avuto contatti con la donna negli ultimi anni. E poi c'era st?ta la perizia di Zanalda. Il pm Francesco La Rosa aveva proposto 4 anni e 4 mesi di carcere. Si è chiusa così una storia drammatica, che aveva commosso tutta Luserna San Giovanni, dove abita Anderlini. Un uomo tranquillo, una vita di lavoro, sconvolta negli ultimi anni dalla malattia della moglie. Da tempo i servizi sociali e un neuropsichia¬ tra avevano in cura la donna: le cartelle cliniche hanno certificato il suo stato di infermità. E quella domenica pomeriggio di inverno, nelle due stanzette della loro abitazione Eugenio Anderlini ha preso un laccio, l'ha stretto intorno al collo di lei. Poi l'ha vegliata tutta la notte, e al mattino ha chiamato i carabinieri. Antonio Giaimo Eugenio Anderlini, che il giudice ha ritenuto colpevole di «omicidio di consenziente», è stato rimesso in libertà perché «non pericoloso» e perché la moglie Mirella Di Palma da tempo chiedeva al marito di ucciderla
Luoghi citati: Luserna San Giovanni, Pinerolo
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