Il «no» ai Savoia divide la citta' dei re

Le reazioni al voto del Consiglio comunale, tra qualche rimpianto e molti distinguo Le reazioni al voto del Consiglio comunale, tra qualche rimpianto e molti distinguo Il «no» ai Savoia divide la dna dei re Anche tra i nobili è forte ilpartito contrario al ritomo Sibilla Antonelli on spacca soltanto il Consilio comunale, ma divide pure a città. Proprio così, quell'orine del giorno passato lunedì era in Sala Rossa ha innescao nell'ex capitale del Regno abaudo e poi d'Italia un aceso dibattito. Rappresentanti della soietà civile, personaggi vicini lla Casa Reale, nostalgici ella monarchia, detrattori ella nobiltà: nessuno si stiene dall'addentrarsi nella olemica, tutti hanno idee recise in merito. E pochi, davvero pochi sauriscono il loro commento ffermando he «il loro itorno mi ascia del utto indiferente». A ventiuattr'ore, nsomma, a queir «inietro Saoia» formalizzato al Consilio comunale la città s'interoga su questa decisione. In molti, infatti, ricordano un reente sondaggio del Centro Pannunzio che dimostrava come la maggioranza dei torinei, soprattutto i giovani, non avesse nulla da obiettare al ientro in Italia degli eredi di asa Savoia. Ma a contrastare questo dato eccone subito un altro: una parte della nobiltà torinese è contraria al rientro dei discendenti della Real Casa. Una vera e propria sorpresa. La contessa Sibilla Antonelli, di origine toscana, ma residente a Torino (la cui nonna era prima dama di compagnia della Real Casa) è nettamente contraria: «Quella famiglia si è macchiata di troppe colpe, è meglio che si tenga alla larga dall'Italia...». E rincara la dose: «E' meglio che continuiamo a sapere in pochi tutto quello che hanno fatto». Anche Romilda Bollati di Saint Pierre non è favorevole a un possibile ritorno dei Savoia in Italia e ha quindi accolto favorevolmente l'iniziativa del nostro Consiglio comunale di negar loro questa possibilità: «Considero questo ritorno quanto meno inopportuno. E poi al momento mi sembra che il governo abbia cose più importanti da sbrigare. Con tutte le urgenze serie che abbiamo Filippo di Sambuy andiamo a occuparci di queste sciocchezze». Si dichiara invece indifferente all'ipotesi del rimpatrio la contessa Germana Cibrario. Però riflette: «A dire la verità non si sono comportati così bene. Diciamo che potrei tollerare un loro ritorno se s'impegnassero a rispettare le leggi del nostro Paese, cosa che mi sembra non risulti sottintesa». Giudizio negativo anche da parte della contessa Consolata Avogadro di Collobiano che spiega: «Sarei favorevole al ritorno del figlio, ma non di Vittorio Emanuele. Lui no, non si è comportato bene, non merita di tornare». E il Consiglio comunale, dunque, ha fatto bene? «Sì, per quanto sarà nei suoi poteri ha fatto bene». Ancora più tranchant l'ammiraglio Filippo di Sambuy che dichiara ironico: «Ma certo che li farei tornare, tanto non possono più nuocere a nessuno». Scusi ammiraglio, ma lei non è monarchico? «Si capi- Filippo di Pralormo sce che lo sono - taglia corto ma per me la monarchia è finita con Umberto II». In controtendenza Filippo Beraudo di Pralormo che se la prende direttamente con il Consiglio comunale: «Non capisco per quale ragione abbia voluto a tutti i costi esprimere un'opinione in merito. Opinione non richiesta e neppure vincolante, visto che sarà il Parlamento a decidere». Ma lei sarebbe d'accordo che rientrassero? «Sicuramente: siamo l'unico Paese del mondo che, alle soglie del Duemila, si porta dietro certe restrizioni che stanno addirittura scritte nella Costituzione». Anche la contessa Fernanda Gloria Serpi de la Forest è favorevole a un loro ritorno: «Dopotutto sono passati cinquantanni, rni pare un po' eccessivo continuare ad osteggiarne il rimpatrio. E poi ci sono cose più importanti contro le quali accanirsi,..». Mario Lombardi, figlio del professor Giorgio e che ha tra i suoi avi Vittorio Emanuele II, trova «ingiusta la decisione del Consiglio comunale. Sono favorevole al rientro. Si tratta di cittadini italiani e come tali si devono riconoscere a loro tutti i diritti». Già, ma la richiesta di riconoscere la Costituzione? «Se rientrano in Italia - aggiunge - vuol dire che hanno automaticamente riconosciuto la Costituzione». Durissimo contro il Consiglio comunale anche Italo Pennaroli: «Si tratta di una decisione da piccoli uomini e per di più strumentale. Non spetta al Consiglio comunale giudicare la storia». Sandro Perrone di San Martino si rifa prò prio al sondaggio del Pannun zio: «Quell'indagine spiegava come la maggioranza dei torinesi fosse favorevole al rientro dei Savoia. Mi sembra che ancora una volta i cittadini siano più saggi dei nostri amministratori». Aggiunge l'ambasciatore ed ex partigiano bianco Edgardo Sogno: «Si tratta di piccole questioni, di un problema secondario. Si devono tenere fuori gli eredi quando rappresentano un problema per l'Italia. Ma quelli di casa Savoia non mi sembrano certo una minaccia per il nostro Paese. A questo punto tenerli fuori contrasta con i diritti dell'uomo e dei cittadini». Piccole questioni che Bianca Guidetti Serra difende con forza: «Quelli della mia Bianca Guidetti S. generazione hanno il dovere di conservare la memoria. Non si tratta di un atto drammatico o punitivo verso qualcuno. Condizionare il loro ritorno al riconoscimento della Carta costituzionale e degli errori commessi è una questione di principio, un gesto simbolico dall'alto valore. Perché i Savoia non fanno come Otto d'Asburgo che ha rinunciato alle sue pretese dinastiche e che adesso rappresenta i cittadini austriaci nell'Europarlamento?». Una linea che condivide anche Giovanni Nigro, il consigliere comunale di Alleanza per Torino e primo firmatario di quell'ordine del giorno: «Non dobbiamo dimenticare l'avallo dei Savoia alle leggi razziali del 1938 che gravi e infauste conseguenze ebbero per il popolo italiano». Poi aggiunge: «Non ci sono preclusioni nette al rientro dei Savoia ma vogliamo che avvenga non nella confusione e con la dichiarazione di piena fedeltà di cittadini alla Repubblica e soprattutto all'articolo 139 della Carta costituzionale secondo cui la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione». Un passo che per il momento non è stato ancora accennato. Emanuela Minucci Maurizio Tropeano Edgardo Sogno m Giovanni Nigro Romilda Bollati «Mi pare che ci siano cose più importanti a cui il governo deve pensare» Filippo di Sambuy «Per me la monarchia è finita con Umberto» Consolata Avogadro «Lasciamo rientrare Emanuele Filiberto» Edgardo Sogno «Non rappresentano certo una minaccia» ifRO PDS* 81 FONDAZIONI VERDI ALLEANZA PER TORINO * Quattro consiglieri del Pds hanno votato «no». La Lega non ha partecipato al voto PARTITO POPOlARf ALLEANZA NAZIONALE FORZA ITALIA CENTRO PER COSTA NUOVfi ENERGIE m Sibilla Antonelli Filippo di Sambuy Filippo di Pralormo Bianca Guidetti S. Edgardo Sogno Giovanni Nigro Vittorio Emanuele, la moglie Marina ed Emanuele Filiberto