«Cera una macchia rossa sul petto di mio fratello»

«Cera una macchia rossa sul petto di mio fratello» «Cera una macchia rossa sul petto di mio fratello» Maria Ferrerò Giacominetto se lo ricorda bene quell'8 dicembre di diciotto anni fa, il giorno in cui suo fratello morì. Lo ricorda come fosse ieri. E ripete: «Io l'avevo detto subito che c'era qualcosa di strano nella morte di Antonio. Avrei voluto che gli facessero l'autopsia. Ma sa come vanno le cose in campagna. Mia madre si oppose, mia sorella anche e allora anch'io decisi di non insistere. Invece...». Invece l'esame eseguito pochi giorni fa ha stabilito che Antonio Ferrerò Giacommetto è stato davvero ucciso. Una svolta a sorpresa in questa storia che non sorprende più di tanto la sorella. Dal '79 ad oggi è tornata migliaia di volta con la mente a quel maledetto giorno di dicembre. Molti suoi ricordi, però, sono filtrati da ciò che le raccontò sua madre, Teresa Brunetto, morta cinque anni fa. «L'ultima volta che Antonio è stato visto vivo - spiega - stava accudendo le mucche, nella stalla. Mia madre ripeteva che era uscito di corsa con due ce¬ ste di fieno in mano. Ripeteva che qualcuno lo aveva chiamato e che lui era corso via, lasciando anche la porta della stalla aperta». Erano le 17. Antonio lo trovarono sei ore più tardi, a poche centinaia di metri da casa, die¬ tro un'altra cascina, disteso tra due serre per gli ortaggi. «Arrivarono i carabinieri - racconta ancora Maria Ferrerò Giacominetto -, poi il pretore di RivaroIo e un medico. Nessuno, però, notò niente di strano sul suo cadavere». Nessuno tranne lei. Sulla camicia a scacchi viola e blu, vide una macchia di sangue, appena sotto il cuore. Lo disse alla sorella Teresa, al cognato, alla madre, voleva l'autopsia. «Ma mi dissero che s'era fatto male cadendo - ricorda ancora Maria -, mi dissero che sospettavo troppo e non avevo motivo per farlo». Poi, il giorno dopo, al cimitero, successe una cosa che le fece nascere tanti sospetti e che non ha mai confessato a nessuno. Ricorda: «Stavano vestendo mio fratello. Quando videro la ferita ci inserirono dentro dei fiammiferi. Me lo ricordo bene: un necroforo mi disse che era molto profonda». Qualche settimana più tardi in paese qualcuno sollevò dubbi sulla morte di Antonio. Più di una persona andò da lei a raccontare i suoi dubbi, a dirle che qualcuno poteva avergliela fatta pagare per aver visto qualcosa che non doveva vedere. Possibile? Forse sì. Maria Ferrerò Giacominetto ricorda un tentativo di furto del bestiame del fratello sventato all'ultimo minuto: «Era in casa, sentì dei rumori in cortile ed uscì armato di carabina. Bastò quello per mettere in fuga i ladri». Antonio vide qualcosa o riconobbe qualcuno? Lui non lo ha mai detto. Lodovico Poletto La sorella Maria «Volevo l'autopsia ma nostra madre si oppose, disse no» Il corpo ormai senza vita di Antonio Ferrerò Giacominetto fu trovato nei dintorni della cascina dove abitava con la madre Per riconoscerlo fu chiamata una sorella da una borgata La sorella Maria di 69 anni: «Lo avevo sempre detto che non era un infarto»

Persone citate: Antonio Ferrerò Giacominetto, Antonio Ferrerò Giacommetto, Lodovico Poletto, Maria Ferrerò Giacominetto, Teresa Brunetto