Ministro fan-Chelsea vieta all'Arsenal di rifare Highbury

Stadi, quanti problemi Stadi, quanti problemi Ministro fan-Chelsea vieta all'Arsenal di rifare Highbury Esplode il problema-stadi. Mentre la Juve sta risolvendo faticosamente la grana Delle Alpi e nello stesso tempo tenta di rientrare in possesso del Comunale, ci sono in giro per l'Europa altri piccoli, grandi casi che portano all'attenzione situazioni di disagio simili a quella dei bianconeri. Gli ultimi in ordine di tempo riguardano una grande metropoli, Londra, e una città di provincia, Treviso. Problemi diversi, soluzioni ugualmente problematiche. Guerra aperta a Londra attorno al mitico Highbury, l'impianto in cui gioca l'Arsenal. I dirigenti del club londinese stanno conducendo una singolare battaglia con il governo laborista: vogliono evitare che il loro stadio entri nel registro del National Heritage, ovvero diventi un monumento nazionale come Buckingham Palace e Westminster Abbey. I problemi sono nati quando il neoministro dello Sport, Tony Banks, noto tifoso del Chelsea (storicamente rivale dell' Arsenali, quello che voleva Zola e Di Matteo nella Nazionale inglese, ha annunciato che la tribuna Ovest di Highbury, costruita dal celebre architetto Claude Waterlow Ferrier, è un tesoro artistico e come tale va protetta e tutelata. Così Highbury, teatro delle gesta di Platt e Bergkamp, diventerebbe il primo impianto di Premier League iscritto al National Heritage. La decisione ha rovinato i piani dell'Arsenal che voleva abbattere la tribuna per ampliare lo stadio portandolo da 38.500 a 50 mila posti. «E' l'unico punto dove possiamo espandere lo stadio - ha protestato Peter Hill-Wood, presidente del club -. Questo divieto ci costerà 10 milioni di sterline». Quasi 30 muiardi di lire. All'Arsenal sospettano che il ministro Banks cerchi di ostacolare i piani della società per favorire la supremazia territoriale del Chelsea, che ha da poco ampliato Stamford Bridge. Banks ribatte ironico: «Sciocchezze. Fosse per me Highbury andrebbe raso al suolo, ma io devo salvaguardare i beni architettonici. Mi sorprende che non vogliano il riconoscimento del National Heritage. Anzi no, non mi sorprende affatto. Perché quelli dell'Arsenal non sanno cosa sia la cultura». Da Londra a Treviso la confusione non cambia. NeUa patria dei Benetton, che nella laboriosa cittadina hanno creato perfino una cittadella dello sport, la squadra di calcio appena promossa in B non ha per il momento una casa. Il vecchio stadio Tenni sarà ristrutturato, però sarà disponibile chissà da quando visto che i lavori saranno appaltati soltanto il 14 luglio. Così il Treviso Calcio deve chiedere ospitalità altrove. Ieri i dirigenti trevigiani sono andati a Mestre con un ispettore della Lega per verificare l'idoneità del «Baracca». Ipotesi scartata per le strutture fatiscenti di una struttura che non può adattarsi alle esigenze del calcio moderno. Dopo la fumata nera è stata scelta come soluzione alternativa l'«Euganeo» di Padova, che sarà diviso con la squadra locale anch'essa militante in B. Quindi neppure la provincia del benessere, la locomotiva del Nord-Est, riesce a superare gh inghippi burocratici. Dice il direttore generale del Treviso, Gastone Marchi: «Siamo delusi, ma l'unica soluzione è emigrare, visto che il Comune deve ancora iniziare i lavori al Tenni». Auguri Baschieri-Marcotti

Luoghi citati: Europa, Londra, Padova, Treviso