Fascino d'uno sguardo inquieto
Fascino d'uno sguardo inquieto Fascino d'uno sguardo inquieto Grandi personaggi tra noir e western UN DOLCE SPAVALDO AVREBBE compiuto 80 anni il 6 agosto prossimo Robert Mitchum, il grande attore americano morto ieri. Ottant'anni e, dietro le spalle, una lunga carriera d'attore, con più di cento film in quarant'anni. La sua figura al tempo stesso enigmatica e volitiva, ambigua e virile, il suo volto come scolpito nella roccia ma anche duttile e disposto alle più varie espressioni d'amore e d'odio, di indifferenza e di spavalderia, il suo sguardo penetrante ma a volte sfuggente, inquieto e inquietante, ne avevano fatto uno degli attori più interessanti del cinema hollywoodiano. La galleria di personaggi da lui tratteggiati nei molti film che lo videro protagonista - film di guerra, d'azione, di gangster, avventure passionali, western e polizieschi, anche commedie - la si ricorda come un grande repertorio di atteggiamenti, caratteri, psicologie. Come se Mitchum fosse riuscito, di film in film, di anno in anno, a costruirsi una personalità cinematografica che si imponeva per una sua propria originalità, una sua propria peculiarità spettacolare. Non solo un divo di Hollywood, ma un attore di notevole spessore filmico, d'una straordinaria presenza schermica. Anche nei film meno riusciti o in quelli in cui interpretava parti secondarie, marginali, la sua apparizione sullo schermo imprimeva alla storia una sorta di svolta, quasi una accelerazione drammatica. Perché Mitchum, che aveva fatto ogni sorta di mestieri prima di calcare le scene e poi di giungere a Hollywood con un contratto con la Rko per passare in seguito a David O. Selznick e soprattutto a Howard Hugues (che lo sfrutterà senza scrupoli, fino a fargli interpretare tre film all'anno), seppe sempre cogliere dall'interno il carattere dei suoi personaggi, conferirgli una dimensione originale, personalissima, anche col rischio della maniera. Era nato nel Connecticut il 6 agosto 1917, aveva frequentato la scuola a New York, per abbandonarla ben presto e darsi a una vita avventurosa negli Anni 30, precaria e vagabonda come quella di molti suoi personaggi. Nel cinema esordisce nel 1943 e in un biennio, sino alla fine della guerra, interpreta 25 film: parti se¬ condarie, opere spesso mediocri. Ma nel 1945 con I forzati della gloria di William A. Wellman, un film bellico di forte realismo, si afferma tra i migliori attori americani della nuova generazione. Non ha ancora trent'anni e la sua carriera è fià solida. In Anime ferite 1946) di Edward Dmytryk è il reduce William Tabeshaw, psicologicamente inquieto; in Notte senza fine (1947) di Raoul Walsh è Jeb Rand, un uomo complessato e dilaniato dai ricordi del passato; in L'avventuriero di Macao (1952) di Josef von Sternberg è Nick Cochran, un avventuriero di pochi scrupoli; infine in La morte corre sul fiume (1955) di Charles Laughton è Harry Powell, il maniaco omicida che Mitchum tratteggia in maniera esemplare, in quello che rimane uno dei suoi film migliori e uno dei migliori film americani degli Anni 50. Ma molti altri sono film che andrebbero ricordati, da La magnifica preda (1954) di Otto Preminger, al fianco di Marilyn Monroe, a L'anima e la carne (1957) di John Huston, da Eldorado 1966) di Haward Hawks a La figlia di Ryan (1970) di David Lean. Ed è ancora negli Anni 70 e 80 che Mitchum ci dà alcune interpretazioni esemplari, rese più profonde dalla sua esperienza decennale e dall'avvicinarsi della vecchiaia, come Marlowe il poliziotto privato (1975) di Dick Richards, in cui è l'ineffabile detective creato da Raymond Chandler o Maria's Lovers ( 1984) di Andrej Konchalovskij, in cui tratteggia una grande figura di vecchio. E' questo uno dei suoi ultimi personaggi - in seguito è ancora apparso in qualche film e in qualche telefilm - ed è un personaggio che, nella sfaccettatura del carattere e nella complessità della situazione drammatica ci restituisce, quasi in sintesi ricapitolatrice, i motivi più genuini della sua originale arte di attore. Gianni Rondolino Un centinaio di film che hanno attraversato la storia di Hollywood Uomo controcorrente e gran provocatore fu anche rinchiuso in carcere E' rimasto fedele per tutta la vita alla stessa donna Il corpo del divo sarà cremato e le sue ceneri disperse in mare Tra le sue migliori interpretazioni i due «Marlowe» Sul grande schermo ha portato se stesso il disincanto e il nichilismo di un orfano dall'infanzia solitaria e vagabonda in cerca di riscatto Robert Mitchum in una scena de «Il promontorio della paura» del 1962
Luoghi citati: Connecticut, Hollywood, Macao, New York
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