Una speranza dagli Usa il prima occhio bionico di D. Dan.

I ciechi potrebbero vedere in bianco e nero I ciechi potrebbero vedere in bianco e nero Una speranza dagli Usa il prima occhia bianica Converte i segnali luminosi in elettrici poi il cervello li trasforma in immagini ROMA. La bioingegneria aspira al «miracolo» e lo dimostra con un annuncio dato, ieri, a tutto il mondo: è stato messo a punto, negli Stati Uniti, il primo occhio bionico. E' un dispositivo elettronico che si impianta sul fondo dell'occhio come una sorta di retina artificiale. Converte i segnali luminosi in segnali elettrici e questi vengono trasmessi al cervello e trasformati in immagini. Dovrebbe permettere ai ciechi di vedere parzialmente, per ora solo in bianco e nero e in modo non ben definito, ma sufficiente per leggere lettere di grandi dimensioni. Sono dieci anni che il bioingegnere Wentai-Liu e i suoi collaboratori conducono ricerche in questo campo. E adesso il prototipo è stato consegnato ai chirurghi del dipartimento di Oculistica della Johns Hopkins University per i primi esperimenti sull'uomo, la verifica della tollerabilità dei biomateriali impiegati, lo studio di una fonte di energia meno ingombrante. Il prototipo funziona, infatti, con batterie nascoste in un paio di pesanti occhiali, ma già si pensa a batterie solari da incorporare allo stesso occhio bionico. Come apprende la notizia chi da anni vive immerso nel buio? «Non ci facciamo illusioni, occorre prudenza», dice Tommaso Damele, insegnante in pensione e presidente dell'Unione Italiana Ciechi. E aggiunge: «Già dieci anni or sono, sperimentatori tedeschi ci promisero di ridarci la vista: si presero cinque milioni a testa da alcuni ciechi, ma il loro dispositivo faceva vedere soltanto qualche ombra. Furono denunciati per truffa». D'accordo con lui Augusto Diversi, oculista torinese, che sottolinea: «Da tempo sentiamo parlare dell'occhio bionico, ma i risultati di questi studi non sono ancora stati pubblicati su nessuna rivista scientifica». Il medico mette in guardia da quello che individua come l'unico vero rischio: «Illudere». E conclude: «Si arriverà, probabilmente, a realizzare qualcosa di utile. Ma temo che passerano venti o trent'anni». Che cos'hanno inventato, dunque, Wentai-Liu e i suoi? «Nulla che, per ora, possa rivelarsi utile sul piano pratico». Ne è certo Massimo Lombardi, l'oculista che per primo portò in Italia le tecniche chirurgiche del russo Fiodorov. «E' comunque - riconosce un importante passo nella ricerca e sicuramente si arriverà a produrre l'occhio bionico. Per ora la visione è tanto grossolana da non avere utilità sociale». L'occhio bionico, però, ammonisce lo specialista, servirà soltanto a chi è diventato cieco. «Non a chi è cieco dalla nascita. Quando si è provato a produrre l'effetto della luce in un nato cieco, le conseguenze sono state tragiche: la luce ha alterato l'equilibrio psichico e fisico dei ciechi, causando tali dolori da far desiderare loro il suicidio». [d. dan.]

Persone citate: Augusto Diversi, Fiodorov, Johns Hopkins, Massimo Lombardi, Tommaso Damele

Luoghi citati: Italia, Roma, Stati Uniti, Usa