La Sapienza, gelo attorno alla superteste

La Sapienza, gelo attorno alla superteste La Sapienza, gelo attorno alla superteste Al rientro in ufficio è stata ignorata dai colleghi ROMA. Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro sono «avviliti» e «abbattuti» dopo aver appreso che il tribunale del riesame non ha accolto lo loro istanza di scarcerazione. Lo stato d'animo dei due ricercatori, accusati dell'omicidio di Marta Russo, è stato reso noto dai rispettivi legali Francesco Petrelli e Domenico Cartolano che ieri si sono recati a Regina Coeli per comunicare il verdetto. Entrambi gli avvocati hanno detto di avere fiducia sul fatto che l'esito definitivo dell'indagine vedrà i due ragazzi prosciolti. Ma per ora i due restano in galera. Alla Sapienza si è conclusa l'indagine amministrativa sull'Istituto di Filosofia del Diritto, commissionata dal rettore Tecce. Il professor Ernesto Chiacchierini ha dichiarato che entro due giorni il rettore avrà i risultati. Ma il fatto della giornata è stata la fredda accoglienza - ai limiti dell'ostilità - dimostrata a Gabriella Alletto, la segretaria dell'Istituto di filosofia del Diritto, che ieri è rientrata nel suo ufficio, dopo che, dal 14 giugno, è diventata la supertestimone dell'omicidio Russo. La Alletto è entrata alle 8,17 e ne è uscita alle 14,29. Per l'intera mattinata intorno a lei si è costituito una sorta di «cordone sanitario» di isolamento totale. Quando la Alletto e l'altra segretaria Maria Urilli (ugualmente finita nell'inchiesta) si sono incontrate c'è stato un saluto freddo. Poi la Urilli ha avuto una sorta di mancamento, ha preso le sue cose e si è trasferita negli uffici della biblioteca, nell'aula 4, dove è rimasta tutta la mattina insieme agli impiegati Angelo Ariemma e Laura Cappelli. «Non c'era posto nella segreteria - ha detto la Urilli tra il serio e l'ironico - alla Alletto non ho chiesto nulla». Quando la Alletto è uscita è parsa molto provata: «Sono stanca, non ne posso più. Non voglio più essere citata dai giornali. Lasciatemi in pace. Anche la mia famiglia è esasperata». Intanto sono state acquisite agli atti le agendediario di Ferraro: frasi, poesie che indicano una mente genericamente esaltata, ma null'altro. Al più alcune frasi fanno supporre che l'omicidio di Marta potrebbe essere il frutto - secondo gli niquirenti - di una supervalutazione delle proprie capacità intellettuali, risoltasi in un gioco mortale. Ir. r.]

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