Sindaco di Roma, il Polo sceglie Borghini

Sindaco di Roma, il Polo sceglie Borghini Berlusconi pone il veto su Abete: «Con me è stato sleale». Fini incorona «Er pecora»: «vìnceremo nelle borgate» Sindaco di Roma, il Polo sceglie Borghini Sfiderà Rutelli con una lista civica. Buontempo correrà come suo vice ROMA. Il «signorino», come lo ha definito Silvio Berlusconi, e «Er pecora». Con questa inusitata coppia il Polo affronterà la sfida delle amministrative a Roma: Pierluigi Borghini, presidente degli industriali del Lazio, sarà il candidato del centro destra a sindaco della Capitale, mentre il deputato di Alleanza nazionale Teodoro Buontempo correrà come suo vice. La decisione, presa nel corso dell'ultimo week-end, verrà ufficializzata oggi in un vertice conviviale nella «casa-ufficio» del Cavaliere a via del Plebiscito. Ma come si è giunti a questa scelta, preceduta da una lunga serie di rinunce, rifiuti e inevitabili litigi all'interno del Polo? Spiega Gennaro Malgieri, deputato di An e direttore del Secolo d'Italia: «La verità è che Antonio Baldassarre ci ha detto di no, che Berlusconi non voleva assolutamente Luigi Abete, perciò alla fine si è arrivati su Borghini. L'unica cosa che mi stupisce è che Fini aveva detto che non si sarebbe parlato della candidatura sino al cinque luglio: non capisco perché abbiano accelerato». Un perché, però, c'è. Eccome se c'è. Il centro destra era in palese difficoltà, difficoltà che un ulteriore slittamento dei tempi non poteva non aggravare. Fini accarezzava l'idea di un candidato di partito. Già, dal momento che le «chances» del centro destra a Roma non sono un granché, tanto valeva rafforzare Alleanza nazionale che nella capitale è il primo partito. La prospettiva di far scendere in pista Francesco Storace tentava quindi il presidente di An. Ma nel resto del Polo questa ipotesi veniva silurata senza tanti comprimenti. A quel punto Fini stava meditando sulla possibilità di accordarsi con Abete, con il quale i contatti non si erano mai interrotti. Ma anche su questa proposta Fini è stato bloccato all'interno del centro destra. Non da ecd e edu, che non avevano preclusione alcuna sul nome dell'ex presidente della Confindustria, bensì dal Cavaliere. «Non posso accettare una candidatura del genere - ha subito puntato i piedi Berlusconi - perché Abete si è comportato con me in maniera sleale quando io ero a Palazzo Chigi». A questo proposito c'è da aggiungere che comunque la candidatura dell'ex presidente della Confindustria non era cosa facile. Abete infatti aveva premesso che avrebbe sciolto la riserva dopo la pausa estiva e in più aveva chiesto agli ex de del Polo di adoperarsi per convincere il ppi a sostenerlo nella corsa a sindaco di Roma. Impresa, quest'ultima, improba o, meglio, impossibile. E' così che si è giunti a Borghini, il cui nome, peraltro, era tra quelli papabili già dallo scorso anno. A Montecitorio si racconta che Abete non abbia gradito il fatto che, dopo che Berlusconi lo aveva silurato, il suo amico Borghini (che stamattina dovrebbe incontrare il Cavaliere) abbia accettato l'offer- ta. E nel Palazzo circola anche un'altra indiscrezione, secondo la quale An avrebbe preferito avere maggiore autonomia, rispetto agli altri partner del Polo, nella scelta del candidato, essendo la Capitale una della sue roccaforti. Ma per acquietare Alleanza nazionale, oltre che per prendere i voti delle borgate, il centro destra ha deciso di affiancare a Borghini - che dovrebbe capeggiare una Usta civica - Buontempo. L'ipotesi della «scesa in campo» del «Pecora» viene confermata dallo stesso Fini, che spiega: «Ho intenzione di proporre a vicesindaco un esponente di punta di An, più volte consigliere comunale, un personaggio che riscuote grande successo tra le fa¬ sce sociali delle periferie. In questo Buontempo ha ragione: Rutelli si può battere proprio nelle borgate, mentre forse sarà più difficile sconfiggerlo nei salotti». Borghini, quindi, che fu presentato a Fini anni fa dal senatore di An Giuseppe Basini, che insieme al presidente degli industriali del Lazio aveva partecipato all'avventura di Mario Segni nel '92-93, con i «Popolari per la Riforma». Borghini che gravita attorno all'«Associazione Ludovisi», il laboratorio culturale creato dal deputato di An Adolfo Urso. Borghini, perché, dice Basini, (da sinistra può anche vincere senza la borghesia, la destra mai». Ma siccome quel nome non è la prima scelta di Fini, e An non è soddisfatta di come sono andate le cose, vi sarà anche Buontempo a guidare il Polo nelle amministrative della Capitale, il quale di sé dice: «Resto sempre "er mejo"». Maria Teresa Meli Il deputato di An Teodoro Buontempo correrà per la poltrona di vicesindaco Pierluigi Borghini, presidente della Confindustria del Lazio sarà Tanti-Rutelli del Polo

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