Tangenti alla Gdf, imprenditori assolti

Tangenti alla Gerì, imprenditori assolti Brescia, ribaltato il verdetto di primo grado. Soddisfatto il legale di Berlusconi Tangenti alla Gerì, imprenditori assolti Sentenza d'appello: fu solo concussione delle Fiamme Gialle MILANO. Tutti assolti, gli imprenditori. Non erano loro a offrire le tangenti, erano i militari della Guardia di finanza a chiederle. Lo ha stabilito la corte d'appello di Brescia, che ha ribaltato la sentenza di primo grado del processo in cui era imputato pure il generale delle Fiamme gialle Giuseppe Cerciello, la cui posizione è stata stralciata per motivi di salute. Tutti i militari, accusati di aver preso tangenti da 13 industriali che sono stati invece assolti, sono accusati di concussione. E' la prima volta che in un processo per tangenti viene adottata una demarcazione così netta. In altre procure, ad esempio Milano e Torino, gli imprenditori sotto inchiesta sono sempre stati ritenuti responsabili di comportamenti illeciti. Ed è su questa novità che fa perno l'avvocato Ennio Amodio, il difensore di Silvio Berlusconi in un processo analogo a questo in corso a Milano. Anche lì, il leader di Forza Italia deve rispondere di fatti relativi a tangenti pagate a militari delle Fiamme gialle, per «addolcire» le verifiche fiscali nelle sue aziende. «Milano aveva cancellato il reato di concussione», analizza Ennio Amodio. Che non nasconde la sua soddisfazione per le possibili ricadute anche a Milano di questa sentenza destinata a suscitare mille polemiche e interpretazioni. In attesa della parola definitiva della Cassazione, a cui hanno annunciato di voler fare ricorso sia gli imputati condannati che la procura generale, che sostiene l'accusa. «Quando ci sono pressioni nei confronti di cittadini da parte di pubblici ufficiali, non ci può essere spazio per parlare di corruzione», ne è convinto il legale di Silvio Berlusconi. Poi, aggiunge Ennio Amodio: «Se ci saranno ricadute anche a Milano? Non è da escludere che questo possa essere il segno di un modo più obiettivo di valutare le diverse situazioni che ricorrono nella realtà». Ennio Amodio coglie anche l'occasione per dare una stoccata al pool di Milano, che ha portato a processo il suo cliente più altri manager Fininvest. Attacca, il legale: «Forse la dottrina Ambrosiana sta per cedere il passo alla ragionevolezza. Non è detto che il paradigma debba essere solo quello della corruzione». Non ci sono nomi di spicco, tra gli imprenditori assolti in appello a Brescia, condannati invece in primo grado a pene variabili tra uno e due anni. H più famoso era Sergio Bonelli, l'editore di Tex WUler. Che davanti ai magistrati prima e ai giudici poi, aveva sempre negato di aver offerto danaro ai militari che conducevano l'ispezione nella sua azienda. «E' vero però che non mi sono ribellato, non ho lo spirito di Tex, io», aveva ammesso Bonelli. Che anche lui, come altri imprenditori, era stato costretto a pagare centinaia di milioni. Assolti pure Cesare Bozzati, Fulvio Bracco della omonima casa farmaceutica, Mario Brughera, Tommaso Berger, Oreste Severgnini, i fratelli Fausto, Palmiro e Giovanni Radici e altri ancora. Pene confermate, anzi leggermente aumentate per il diverso titolo di reato, per i 17 ufficiali e sottufficiali delle Fiamme gialle. La pena più alta, 4 anni e 8 mesi, è stata inflitta al maresciallo Emilio Stolfo. Tre anni di carcere sono andati a Umberto Milano, due anni e sei mesi a Francesco Nanocchio. [r. m.] L'avvocato Ennio Amodio A ds. il generale Cerciello