Gay a New York, i colori dell'orgoglio

Pirotecnica festa omosessuale, là dove nacque il movimento di liberazione Pirotecnica festa omosessuale, là dove nacque il movimento di liberazione Gay u New York, i colori dell'orgoglio Una interminabile parata ha bloccato la città LE MILLE FACCE DELIA «GRANDE MELA» NEW YORK DAL NOSTRO INVIATO Se non avete mai visto la grande festa gay di fine giugno a New York, non potete avere un'idea di che cosa sia l'umanità nelle sue differenze disperate e colorate, felici e assurde, trasformate in massa mobile, in invasione di volti, colori, razze, forme dell'essere umano. I suoi sessi. Le varietà, le variazioni, i vestimenti e i travestimenti, le forme e le deformazioni della creatura umana, molteplice per taglie, capelli, peso, occhi, petti, tessuti, suoni e odori. Se fossi un alieno e tornassi sul mio pianeta per riferire che cos'è l'umanità terrestre dopo essermi mescolato nella folla dell'«happy Gay Pride Day 1997», racconterei che mai avrei pensato di trovare j una tale molteplicità di creature vagamente simili, ma tutte dissimili. Forse, ma questo l'alieno immaginario non lo sa, solo Fellini aveva potuto capire e concepire la grandiosa meraviglia del «monstrum», inteso come ciò che si mostra, che appare, che decide di invadere im territorio che fino a pochi anni fa lo espelleva e lo uccideva. Ieri il Village era traboccante di creature strane e straordinarie e la folla infinita dei mutanti maschi e femmine tambureggiava lungo la Fifth Avenue già di prima mattina. La polizia aveva a sua volta speso tutta la notte tambureggiando per scaricare tonnellate di transenne di legno dipinte di celeste con cui bloccare le strade e deviare il traffico. New York è una enonne piazza teatrale che ogni domenica si trasforma in gallerie di mercati, marce, cortei, concerti ambulanti, manifestazioni politiche e civili, mostre d'antiquariato o di esseri viventi, come nel caso di ieri, quando tutti quelli che hanno del sesso un'idea più o meno «kinky», bizzarra o deviante, travestita o omosessuale, se ne andavano in giro a decine di migliaia indossando ogni genere di pantalone, gonna, tunica, cinghia, velo, uniforme militare, tutù da ballo, maglia o mutanda. Faceva un caldo d'asfalto e di Coca Cola appiccicosa ieri a Manhattan, e le bottiglie di plastica si accumulavano fra la Settima e la Quinta, fra Houston e Christopher Street, la strada dei gay per eccellenza, dove nacque il movimento di massa dei gay di New York. E la polizia era ovunque, grassa, servizievole, sudata in quelle uniformi blu scuro, come ai tempi di Fiorello La Guardia, come nei film, con tutti i suoi agenti Mannone e Pizzarri, Buttafuoco e Scognamiglio, con i suoi agenti O'Connor e Garcia, e le sergentesse nere e adone, al gran completo con i suoi irlandesi con le efelidi e gli agenti portoricani corti e neri. Una polizia che ha servito la manifestazione e la festa degli omosessuali come un corpo di camerieri, di addetti, di servitori della città e dei suoi abitanti. E dei suoi ospiti. Le lesbiche nere erano spesso enormi e abbracciate sulle panchi- Tutti quellun'idea pio deviarnea decine dogni geneChilometre presidi d ne di Christopher Park, i capelli a zero e sbionditi fino a diventare una peluria rossiccia. I gay neri come gioiellerie ambulanti, traforati di orecchini e di ogni genere di metallo, ogni panca era un'esposizione umana di facce, segnali, e anche di deformazioni colorate. Anelli a tutte le dita, seni fuori, veri o posticci e una processione di ex hippies ormai oltre la sessantina, i baffoni tristi, le cinghie bullonate pendenti come vecchie braghe. Negli shops di sesso come «Condomania» le esposizioni di attrezzature e preservativi di tutte le forme a campanile, a bul- bo, a minareto e melanzana, tutti i colori e i sapori (grande varietà di puntali con manine a cinque dita gonfiabili) si sprecano. Uno dei medici di queste parti, il dottor Louis Katz, mi ricorda che fra questi gay ci sono un migliaio di pazzi scatenati che spargono il virus Hiv come se fosse un gioco, e che i nuovi farmaci per l'erezione continua permettono fino a trenta rapporti al giorno con conseguenze igieniche mostruose. Ma in apparenza questa fetta dell'umanità raccolta sotto il simbolo dell'arcobaleno che sciama vociando e abbracciandosi, indossando magliette con scritte dissacranti («Fellatio is not a opera»), appare in buona salute. Un giovane efebo suona la cornamusa all'angolo di Grove Street, quasi davanti il bar Stonewell, dove molti omosessuali sono stati attaccati e spesso uccisi da giovanotti in vena di spedizioni punitive venuti con le loro mazze da baseball dal New Jersey. Oggi è festa grande, la lobby omosessuale è ormai molto forte e secondo molti anche prepotente, ma certo è che l'uscita dal ghetto è stata lenta e sofferta, tessuta sempre da nuovi e crudeli delitti: come quelli del maniaco che rapiva gli omosessuali e li uccideva dopo giorni di torture e di droghe. Ad Houdson Street c'è grande calca di ragazze davanti al ristorante lesbico «The Ruby Fruit», che vorrebbe dire il frutto color rubino, allusione non velata al sesso femminile. E poco più in là è stato affittato uno spazio pubblico fra i tanti che a New York definiscono un vuoto, l'assenza di un palazzo o di un grattacielo: uno spazio cinto con plastica gialla per chiudere un luogo per ballare riservato alle donne, l'«Outdoor Dyke Dance», dove dyke sta per lesbica ma con un forte connjtato peggiorativo e insultante che da noi non esiste. Grassissnne donne nere sono abbracciate a slanciate e bellissime newyorkesi bianche e tutte mantengono un contatto fisico, ostentatamente. Le razze, le lingue, il taglio degli occhi, la statura, il peso, il sesso apparente e quello dichiarato, tutto contribuisce a descrivere mia varietà umana che certamente è sempre esistita, ma che ha vissuto nei sotterranei, nelle fantasie delle conventicole. Secondo alcuni recenti studi di genetica l'omosessualità maschile sarebbe determinata da una varietà del cromosoma «X» (di origine materna) che compare all'incirca nell'otto per cento della popolazione maschile di tutto il mondo, di tutte le civiltà e razze e di tutti i tempi. Questa scoperta è spesso contestata ideologicamente dall'omosessualità militante che preferirebbe presentare la personalità gay come il fratto volontario e consapevole di una scelta di vita, il che ovviamente non è. Non esiste alcuna prova, e neanche alcuna ipotesi, di bizzarria genetica per l'omosessualità femminile, per cui nessuno si azzarda a dire quale percentuale di donne inclini al lesbismo sia la norma fra le donne. Quel che è certo è che ieri New York offriva uno spettacolo che era insieme profondamente travestite e e negozi più strana n America repotente dal ghetto ze e delitti suo, newyorkese e profondamente universale, ciò che non si può dire del raduno gay in Germania. La Grande Mela ama mostrare le sue fette, i bruchi della sua polpa, la fantastica molteplicità. Nessun luogo al mondo e in nessun tempo può essere simile al Village in una giornata come quella di ieri, perché nessun luogo al mondo può eguagliare il suo cosmopolitismo naturale, la sua cinese ispanicità, la sua italiana forma di essere anglosassoni con una vena francese, la sua disarmante quantità di taglie per ogni forma e deformazione umana, le sue botteghe e scaffali con merci per saziare ogni gusto, disgusto, perfezione e perversione, nulla potrà mai somigliare ed eguagliare il fiume umano dei disuguali, degli asimmetrici, dei poliglotti, le famiglie portoricane con lo stereo sulla spalla della madre e i figli in groppa a un padre obeso, le donne nere centenarie travestite da bambine, le bambine agghindate come uova di pasqua, le lunghe gambe dei quartieri alti a confronto con le zampe pelose delle creature che escono dal Su^ay vomitate dalle stazioni di legno e ferro. La festa, l'invasione e il fracasso di canti, bevute e balli sono durati fino all'alba e al mattino una tempesta di idranti trascinava via tonnellate di detriti, mentre la memoria di quell'umanità orgogliosamente deviante svaniva nella prima afa. Paolo Guzzanti Tutti quelli che hanno del sesso un'idea più o meno bizzarra o deviarne, se ne andavano in giro a decine di migliaia indossando ogni genere di abbigliamento Chilometri di transenne e presidi di poliziotti Grasse donne nere travestite da bambine, bancarelle e negozi con la merce più strana La lobby omosessuale in America è molto potente e prepotente La lenta uscita dal ghetto tra paure, sofferenze e delitti 7 j