« E adesso tutti a casa» di Maurizio Molinari

« « E adesso tutti o raso» Andreatta: il ritiro può iniziare ROMA. A urne chiuse e risultato acquisito per il ministro della Difesa, Beniamino Andreatta, è iniziato il conto alla rovescia per la missione «Alba». A mezzanotte del 12 agosto sarà rispettata la scadenza del mandato Onu? «Non ci sono ragioni per non rispettarla. Non c'è alcuna possibilità di mantenere i contingenti attuali. Alcuni Paesi impegnati nella forza ce lo hanno detto chiaramente». Quando inizierà il ritiro dei nostri soldati? «Il mandato Onu è chiaro. Entro la sua scadenza tutti i soldati dovranno essere ritirati. Le nostre operazioni di rientro inizieranno quindi per tempo, il prossimo 20 luglio». Prima del ritiro verrà affrontata la questione del disarmo degli albanesi? «Il disarmo è un'ossessione italiana ma è una questione interna degli albanesi. A noi non compete. Quando mi fu chiesto in Parlamento di verificare a New York la possibilità di un'estensione del mandato mi trovai di fronte alla situazione che conoscevo. Il mandato Onu è frutto di delicati equilibri nel Consiglio di Sicurezza, dove la Cina si oppone ad ogni intervento in Paesi terzi anche solo in materia di diritti umani». Che ruolo potrà recitare l'Italia in Albania dopo il ritiro dei militari? «Dovremo aiutare la ricostruzione del Paese nell'ambito di uno sforzo multilaterale che coinvolga più Paesi come gli Stati Uniti, la Francia e la Germania. Sarebbe un grave errore puntare su un rapporto diretto fra Roma e Tirana». Perché? «Perché il nostro rapporto con l'Albania scatena troppe emozioni. Se puntassimo ad un legame singolo e privilegiato con l'Albania rischieremmo peri¬ colosi corti circuiti in casa nostra. Inoltre gli albanesi hanno dimostrato di avere una straordinaria capacità di mettere un Paese contro l'altro. L'Italia deve puntare ad avere la leadership della ricostruzione così come l'ha avuta per "Alba", in un contesto multilaterale». Siamo pronti per questo? «Credo di sì, anche se è noto che alla Farnesina non piacciono troppo i gruppi di contatto fra più Paesi. Ma la nostra diplomazia si dovrà adattare». Potrà essere l'Osce a guidare la ricostruzione? «L'Osce non ha una forte esperienza nel settore civile. All'Albania servono legge ed ordine. Una polizia efficiente, alla cui formazione stiamo contribuendo attraverso l'Ueo ed anche grazie al Viminale». Como giudica gli episodi di violenza avvenuti contro i giornalisti dopo il voto? «Vi sono state violenze minori durante e subito dopo il voto ma mi sento di dire cinicamente che si è trattato di poca cosa rispetto al tasso di omicidi che abbiamo trovato al nostro arrivo o al timore che avevamo di una sollevazione degli sconfitti contro i vincitori». Sali Berisha ha annunciato che si dimetterà. Gli crede? «Meglio essere prudenti. Berisha ha solo detto in tv che manterrà gli impegni presi. A me, il 15 aprile, premise che in caso di sconfitta avrebbe guidato l'opposizione. Ma in alcune riunioni albanesi è stato più cauto». Dopo il nostro ritiro si riproporrà la questione dei clandestini. Pensate di adottare nuove misure? «Stiamo perfezionando un accordo navale per consentire alla Marina albanese di bloccare i clandestini: potremmo anche fornirle qualche nostra unità. Ma credo sia arrivato soprattutto il momento di pensare a forme di immigrazione temporanea organizzata per chi vuole venire a lavorare in Italia. Il lavoro stagionale potrebbe essere un utile passo». Maurizio Molinari Il ministro italiano della Difesa Beniamino Andreatta

Persone citate: Andreatta, Beniamino Andreatta, Berisha, Sali Berisha