Occhio alle spese possono ridurre di molto i risultati
Occhio alle spese possono ridurre di molto i risultati Occhio alle spese possono ridurre di molto i risultati LE CRITICHE Le gestioni in fondi così allargate si sottraggono alla critica più ricorrente nei confronti di questo tipo di prodotti; quello di essere cioè un modo per piazzare ai clienti i propri fondi, magari quelli meno graditi al mercato. In realtà chi sceglie un servizio di questo genere sa cosa significa, e la rendicontazione periodica che la banca o la Sim gli invia, ogni tre mesi, consente di verificare non soltanto come sono distribuiti gli investimenti, ma anche qual è stato il rendimento del suo portafoglio. Rispetto all'investimento diretto nei fondi, inoltre, la gestione offre una riduzione dei costi. O almeno dovrebbe offrirlo: quello delle commissioni è uno dei capitoli più sp'inosi, e in cui sono più marcate le differenze fra gli intermediari (vedere articolo seguente). STATISTICA In realtà, anche sull'onda del boom dei fondi, le nuove gestioni stanno raccogliendo risultati più che buoni. Solo per citare qualche cifra, il servizio Fund Adviser di Prime, partito nel '95, è arrivato a quota 2200 miliardi, con 15.500 clienti; la Popolare di Brescia ha raccolto, in sette mesi, 730 miliardi, anche attraverso ' il conferimento di quote di fondi già in possesso dei clienti; mentre Portfolio, il servizio di Azimut, è arrivato a 80 miliardi nel giro di un mese. E nuovi protagonisti sono pronti a partire: a cominciare da Banca Fideuram, che ha recentemente presentato il proprio servizio di gestione in fondi, che investirà nei 16 comparti della Sicav lussemburghese Interfund. I risultati sembrano confermare la validità del tipo di servizio. [m. v.) I NGRESSO, gestione, perforI mance, switch: le commissio■ ni da pagare per il servizio sono le più varie. E la struttura dei costi può variare moltissimo da una società o banca all'altra. E' invece scomparsa quasi del tutto la prassi di caricare al cliente anche i costi di sottoscrizione dei fondi che confluiscono nella gestione. Orientarsi fra le diverse voci di costo è comunque piuttosto complicato. COMMISSIONI Non mancano quasi mai le commissioni di gestione. Spesso, però, questo è l'unico costo. E' il caso di Cariplo, Comit, Credito Italiano, Popolare di Milano ed Ersel. La meno costosa è la linea monetaria del Credito Italiano, che non prevede nessun costo, nemmeno di gestione. La Popolare di Milano arriva invece all'I,5% annuo per la linea Conquista azionaria internazionale (le altre linee non superano lo 0,5%) e prevede un costo fisso di 200 mila lire per coloro che decidono di passare da una linea di gestione e un'altra. L'INGRESSO Soltanto Azimut prevede, come unico costo, una commissione di ingresso: da un massimo del 2,5% sui patrimoni fino a 50 milioni a un minimo dell' 1% su quelli oltre i 500. Più frequente la combinazione di commissioni di ingresso e di gestione. La formula è adottata da Banco Ambroveneto, Credissim, Finanza fr Futuro (ma la commissione di ingresso è solo un fisso di 500 mila lire), Fleming e Frt (Fiduciaria risparmio Torino). L'USCITA Anche Ing Sviluppo applica entrambe le commissioni, ma quella di ingresso è dovuta soltanto se il sottoscrittore disinveste prima di 3 ant-.i dall'investimento: all'atto del disinvestimento si paga un importo pari allo 0,0833% per ogni mese che manca ai 3 anni. Per incentivare i clienti a restare fedeli alla loro gestione, la società ha adottato commissioni di gestione decrescenti: si paga l'l% nei primi 3 anni e lo 0,5% in seguito, per tutte le linee di gestione. Una commissione di uscita, oltre a quella di gestione, è prevista anche dalla Popolare di Brescia: chi disinveste prima dei 3 anni paga dall'1% allo 0,25% per le linee obbligazionarie e fra il 2% e lo 0,75% per l'azionaria. MEDIO-LUNGO PERIODO «I clienti hanno la tendenza a disinvestire quando vedono un risultato che li soddisfa. Crediamo invece che valga la pena di considerare questo come uno strumento di medio-lungo periodo, e con questo tipo di commissioni cerchiamo di scoraggiare i disinvestimenti troppo rapidi» spiega Corrado Canoni della Popolare di Brescia. Commissioni a scelta, poi, per i clienti di Ina sim, che possono scegliere tra due formule: la «load» comporta commissioni d'ingresso fra lo 0,5% e il 3%, a seconda dell'importo investito, mentre chi sceglie la «no load» paga una commissione di uscita (al massimo del 3%) soltanto se disinveste prima dei 3 anni. DUE FORMULE La stessa possibilità di scelta tra formula «load» e «no load» è offerta anche da Gestiservice Ida 0,5% a 1% l'ingresso e al massimo il 2% l'uscita). Commissione di performance (legata ai risultati dei gestori) per la società del gruppo Sai: è pari al 20% della differenza tra il rendimento della gestione e il benchmark (è l'obiettivo da battere, in questo caso l'indice generale dei fondi). E' pagata al momento del disinvestimento e solo se il risultato è positivo. Se il rendimento della gestione è negativo la commissione non si applica. BENCHMARK Una commissione di performance è prevista anche dalla nuova linea Nationalfund di Credis sim, ed è pari al 25% della differenza tra il rendimento della gestione e il benchmark meno lo 0,75%. E' l'unico costo, oltre a quello di ingres ■ so. Sia Gestiservice sia Credis utilizzano, per calcolare la performance, un benchmark: un indice di mercato confrontabile con l'investimento offerto. Save ha invece adottato come termine di paragone il rendimento dei Bot a tre mesi, anche per le gestioni che niente hanno a che fare con il mercato dei titoli di Stato le tanto meno dei titoli a breve). OGNI TRE MESI Tutte le linee di gestione della società, tranne Fondiconsult, prevedono una commissione di performance, applicata ogni 3 mesi nel caso in cui il rendimento della gestione superi di almeno lo 0,5% quello dei Bot. Con il livello raggiunto dai tassi, è facile prevedere che il costo (calcolato sulla differenza tra i due valori, e variabile in base alla linea di gestione) scatti puntualmente ogni trimestre. E che i gestori finiscano per essere premiati anche in caso di rendimenti tutt'altro che brillanti. SOTTOSCRIZIONE «Non si applicano le commissioni di sottoscrizione)'. Coinè si vede dalla tabella e questa la formula più usata per quanto riguarda i costi legati all'investimento nei fondi. Sarebbe d'altra parte un controsenso sostenere anche quei costi, come se si investisse direttamente nei fondi. Vi sono tuttavia alcune eccezioni. La Banca Nazionale del Lavoro, per esempio, carica una spesa di 5 mila lire per l'acquisto di fondi italiani e di 10 mila per quelli esteri Va detto che si tratta dell'unica spesa, accanto a una commissione di gestione piuttosto contenuta (0,4%). SWITCH La Save applica una commissione (dello 0,6% massimo) per i passaggi da un fondo a un altro, nel caso in cui si tratti di fondi che non siano fra quelli distribuiti dalla stessa Save. Qualcosa di simile è previsto da lng Sviluppo: una commissione pari allo 0,2% per i passaggi (switch) tra fondi (non dovuta sulle prime 4 operazioni e quando lo switch riguarda i fendi monetari; e l'importo totale dovuto a questo titolo non può superare i 2 milioni all'anno). Prime lascia ai clienti la possibilità di scegliere: ferma restando una commissione di gestione (dallo 0,5% all' 1 % a seconda del tipo di gestione), si può adottare la formula «load», in base alla quale il cliente paga le normali commissioni di sottoscrizione previste dai fondi (ma non, sia chiaro, sugli investimenti decisi dai gestori). Oppure la «back load»: nessuna commissione sulla sottoscrizione di fondi, in compenso si paga, a seconda della linea di investimento scelta, fra lo 0,35% e lo 0,8% annuo. ANCHE LO SCONTO Un'altra particolarità proposta da Ina sim: è uno sconto sulle commissioni di gestione dovute ai gestori dei fondi che. quando il sottoscrittore è un investitore istituzionale, vengono ridotte dal 25% al 50%. E Ina sim ha scelto di riconoscere ai clienti delle sue gestioni tali sconti. «Per giudicare i costi reali di una gestione di fondi spiegano alla sim - occorre considerare una serie di costi più c meno occulti che spesso aumentano di parecchio i costi annuali a carico del sottoscrittore. In particolare, le commissioni di gestione dei fondi, quasi sempre, gravano sul cliente finale, che si trova a pagare una doppia commissione». ANALISI DETTAGLIATA Fra i molti pregi delle gestioni, c'è, o dovrebbe esserci, una maggiore convenienza rispetto all'investimento diretto in fondi. Tanto più se i prodotti utilizzati sono gestiti dallo stesso gruppo: le commissioni di gestione incassate su quei fondi ripagano già la società per il lavoro svolto. Per questo conviene considerare tutte le commissioni pi eviste, e tutti i costi, sotto qualsiasi voce siano rubricati, [m. v.l
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