Una retrospettiva del Goethe Institut di D. Ca.
HARUN FAROCKI HARUN FAROCKI IMMAGINI E REALTÀ' Una retrospettiva del Goethe Institut CINEMA saggistico, neobrechtiano, situazionista, neo-marxista, retro-politico, avanguardista, anticapitalista, anti-televisivo, anti-consiimistico. Si potrebbe continuare con l'elenco delle etichette, più o meno fantasiose, con cui sono stati accolti i film di Harun Farocki, attivo da oltre trent'anni, sia come regista che come critico (è stato il fondatore della prestigiosa rivista <(Fihnkritik»). Una continuità di impegno che non gli è valsa a conquistare popolarità in Italia. La retrospettiva di quindici film che il Goethe Institut gli dedica in collaborazione con Museo del Cinema e Archivio Cinematografico della Resistenza (dal 2 al 10 luglio, al cinema Massimo) colma un vuoto, rimedia ad una lacuna. Apparentato alle tensioni estetico-politiche delle «nouvelles vagues» degli Anni 60, il cinema di Farocki ne rappresenta una sorta di radicalizzazione epico-didattica. I rimandi più espliciti dei suoi film sono per Godard. Alexander Kluge, Chris Marker, Jean-Marie Straub, ma anche per i «classici» come Lang, Dreyer e Bresson. Resta tuttavia da dire quale sia la specificità di un cinema che del rifiuto radicale delle convenzioni sia narrative che documentarie ha fatto la propria ragione d'essere. Questa specificità va ricercata nella riflessione sull'universo delle immagini e sulle complesse, ambigue relazioni che queste intrattengono con la realtà. Sulla scia delle riflessioni di Guy Debord (l'autore de «La società dello spettacolo»). Non a caso, ad esempio, il suo film forse più noto «Qualcosa comincia a vedersi» (1981, con Bruno Ganz) - affronta il tema della guerra del Vietnam, mettendo a confronto una coppia che vive una storia d'amore dei giorni nostri con le immagini di repertorio legate alla guerra e alle marce di protesta del passato. In marnerà ancora più radicale, in « Videogrammi di una rivoluzione» (1992), Farocki ricostruisce gli ultimi giorni del regime di Ceausescu attraverso riprese televisive e filmini amatoriali, per denunciare il funzionamento perverso dei media che rese possibile l'imbrogUo dei finti cadaveri di persone torturate e uccise a Timisoara dalla polizia segreta. Ancora, le immagini sono protagoniste assolute in «Come vivere nella Repubblica Federale Tedesca» (1992), montaggio surreale di filmati educativi destinati a gruppi sociali diversi (assistenti, poliziotti, infermiere) per insegnare loro comportamenti lavorativi che tradiscono una precisa, inconfessata ideologia. «Lezioni di cinema puro e di economia politica», come scrisse Louis Skorecki, ma allo stesso tempo esempi di cinema più impuro possibile, perché mescola arte e politica, storia e spettacolo, scienza del linguaggio e logistica della percezione. Farocki restituisce al cinema la dignità di una forma di pensiero speculativo, per la quale fare un film significa mettere in atto un ihuminante processo critico che liberi lo spettatore dalla dittatura delle false immagini. Alberto Barbera Foto: una scena di «Ein Bild» Lars Von Trier Uno degli autori più celebrati negli ultimi mesi dal Museo del Cinema è Lars Von Trier, regista danese di cui il Massimo Tre (via MontebeÙo 8) ripropone da mercoledì 2 luglio una breve personale. In cartellone, sino al 7 luglio, due sue opere: l'osannato «Le onde del destino» e il serial televisivo «The Kingdom» ambientato in un ospedale di Copenaghen. Biglietti a 7 mila lire. Arena Metropolis Successi di stagione nella settimana di film sotto le stelle all'Arena Metropolis al parco del Valentino (viale Boiardo 24): spiccano il pluripremiato «Il paziente inglese» di Anthony Minghella venerdì 27, «Il ciclone» la sera dopo, gli ultimi lavori di Carlo Verdone «Sono pazzo di Iris Blond» e «Viaggi di nozze» domenica. Proiezioni alle 22, ingresso 7 mila. Il camper Il camper «Nuovo Cinema Paradiso» approda questa settimana con il suo grande schermo in due punti cittadini: ai Giardini Cavallotti vengono proiettati domenica sera «Vesna va veloce» di Carlo Mazzacurati e lunedì «Addio mia concubina» di Chen Kaige, in via Scialoja il drammatico «Il colore viola» di Steven Spielberg mercoledì 2 luglio. S'inizia alle 22, ingresso libero. La Loggia A La Loggia l'ormai tradizionale rassegna estiva propone venerdì 27 il film per ragazzi «Space Jam» con Michael Jordan e giovedì 3 luglio il fenomeno «Shine» con Geoffrey Rush Oscar per l'interpretazione. Appuntamento alle 22 nel cortile della scuola media Da Vinci. Nichelino Due le pellicole in programma questa settimana in piazza Moro a Nichelino: «Il ciclone» venerdì, «La carica dei 101» con Glenn Close mercoledì. S'inizia alle 21,45, ingresso libero. [d. ca.]
Luoghi citati: Italia, La Loggia, Nichelino, Repubblica Federale Tedesca, Vietnam
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