Silicon Valley in inghilterra di Fabio Galvano

Silicon Volley in inghilterra Silicon Volley in inghilterra La Microsoft apre un centro europeo UNA Silicon Valley all'ombra delle guglie gotiche di Cambridge? E' un'ipotesi con il sapore della fantascienza; ma tutto, nel mondo dei computer, ha ormai quel gusto. Certo è che l'idea della Microsoft di aprire un centro europeo di ricerca nella celebre cittadina universitaria inglese - il primo fuori degli Stati Uniti • potrebbe favorire la nascita di una redditizia industria locale del software; anche se nessuno dubita che i maggiori vantaggi, cioè le applicazioni più significative, non potranno andare che a beneficio della Microsoft stessa. E' un fatto, comunque, che annunciando nei giorni scorsi un investimento quinquennale di cinquanta milioni di sterline (quasi 140 miliardi di lire) per creare in collaborazione con l'università quel suo nuovo polo scientifico europeo, la Microsoft ha anche avviato un programma da 27 miliardi di lire per lo sviluppo delle aziende specializzate in tecnologia di software nella regione intorno a Cambridge. E' una iniziativa che potrebbe fare dell'Inghilterra il Paese-guida, almeno in campo eu¬ ropeo, nel futuro del computer; anche se il «Guardian» invitava a «non celebrare troppo per il momento l'iniziativa di Bill Gates a Cambridge», dal momento che «gli utili andranno alla Microsoft e non all'università». L'Europa, ormai relegata al ruolo di cenerentola del mondo informatico, non si lascia abbagliare. Perché è vero che il centrò di Cambridge - inizialmente venticinque e successivamente quaranta esperti, la crema dei «cervelloni» europei - attingerà a tutti i centri di ricerca e alle strutture industriali già esistenti nell'Unione europea, oltre che alle strutture universitarie di Cambridge e a una serie di gruppi di lavoro sparsi Oltremanica; ma è anche vero che i risultati delle nuove ricerche non alimenteranno che in minima parte - fra dieci o vent'anni - l'industria europea e finiranno invece per dare nuovo impeto e nuova supremazia commerciale alla casa madre americana. Insomma, per dirla con il «Guardian», «non c'è altruismo» nell'iniziativa della Microsoft, che ha già raccolto per strada il professor Derek McAuley dell'Università di Glasgow e Charles Thacker della Digital; anche se l'investimento appare, sulla carta, come un voto di fiducia nella vecchia Europa e soprattutto nell'eccellenza scientifica dell'Università di Cambridge. Ma soprattutto Bill Gates, secondo l'«Independent», voleva catturare un know-how la cui icona risponde al nome di Roger Needham, professore di scienza del computer. «Se fosse stato un calciatore, una star della musica rock o una supermodella ha scritto il giornale - nessuno si meraviglierebbe che un'azienda internazionale investisse 50 milioni di sterline in cinque anni per svilupparne il talento». Ma Needham, 62 anni, non è da meno. Dal 1956 la sua esistenza è legata al computer: a Nathan Myrhrvold, responsabile della Microsoft per la tecnologia, che lo conobbe a Cambridge quando era allievo di Stephen Hawking, è parso la persona giusta per esplorare le nuove frontiere dell'informatica: «Oggi - ha detto Myrhvold nel corso della presentazione londinese del programma, cui ha partecipato anche il mini¬ stro dell'Industria Margaret Beckett portando i crismi del governo Blair - il computer è piuttosto inflessibile. Per farlo evolvere come strumento dobbiamo inventare nuove tecnologie». E Needham è lo scienziato sognatore che ci vuole per questa sfida: «Le cose che oggi so- t no di uso comune, come il mouse, sono state frutto di una ricerca sviluppata vent'anni fa. Noi ora dobbiamo pensare al futuro: alle cose che dovranno diventare ordinarie fra dieci o vent'anni. Dobbiamo pensare a computer che sappiano parlare, vedere, capire». Sono le nuove frontiere per le quali Bill Anche il fisico Stephen Hawking presente al lancio dell'iniziativa di Bill Gates Nella foto grande, il fisico Stephen Hawking; nella piccola, Bill Gates, fondatore e «boss» della Microsoft Gates già investe colossali risorse - due miliardi di dollari l'anno - al centro di ricerche di Redmond, nello Stato di Washington. Quella di Cambridge, al confronto, non è che una piccola goccia. Ma almeno è europea. Fabio Galvano Scontri cosmici in videocassetta Con il fascicolo del mensile «Le Scienze» attualmente in edicola viene diffusa la videocassetta. «Comete e asteroidi: rischi di impatto con la Terra». E' un filmato della durata di 43 minuti realizzato con l'intervento; di tutti i maggior ricercatori del settore a livello mondiale. Tra gli intervistati c'è anche Shoemaker, l'astronomo che scoprì la cometa schiantatasi su Giove nel 1994. Per informazioni e ordinazioni: 02-2900.1753. Mediterraneo passato e futuro E' iniziata ieri e si concluderà domenica 29 giugno a Oliena su Gologone, in Sardegna, la rassegna «Mediterraneo: passato e futuro», festival del cinema di archeologia affiancato da incontri, tavole rotonde ed escursioni. L'iniziativa è organizzata in collaborazione con la rivista «Archeologia viva», edita da Giunti. Per altre informazioni: 055-667.9303; 0784-33 717. Centrale solare per le Olimpiadi Se Atene vincerà la gara per l'assegnazione di Giochi olimpici del 2004, una parte del villaggio sarà alimentata da energia solare. La più grande centrale del genere è in progetto nell'isola di Creta: partendo da una potenza iniziale di 5 megawatt, raggiungerà i 50 megawatt, cioè 15 volte la centrale italiana di Serre, quando verrà completata, nel 2003. Cometa Hale-Bopp su Cd-Rom Con la rivista «Il Cielo» di giugno viene distribuito un CdRom contenente le più belle immagini della cometa Hale-Bopp e una ricca selezione di software utile agli astrofili. Rinuncia alle cavie La Yamanouchi americana ha sospeso i suoi programmi di ricerca su un farmaco per la cura dell'osteoporosi che comportano sperimentazioni su cavie. I giovani e le scienze La Fast ha annunciato che Marco Pietri, Giuba Testa e Francesco Gualcii del liceo «Fanti» di Carpi sono i vincitori italiani del primo premio «I giovani incontrano le scienze». Silicon Graphics a Néuchàtel A Cortallod, vicino a Néuchàtel, in Svizzera, la Silicon Graphics ha aperto il suo più grande stabilimento fuori degli Stati Uni ti. Ospita tre laboratori.