La Nasa svela il satellite di Giove
La Nasa svela il satellite di Giove La Nasa svela il satellite di Giove QUANDO nel 1610 Galileo Galilei scoprì con il suo telescopio i quattro maggiori satelliti di Giove non avrebbe mai immaginato che in un giorno neppure tanto lontano una macchina battezzata con il suo nome li avrebbe avvicinati fino a poche centinaia di chilometri, inviandoci immagini assolutamente spettacolari e di enorme interesse scientifico. La sonda «Galileo» fu lanciata il 18 ottobre 1989 e nel dicembre 1995, poco prima di immettersi in orbita attorno a Giove, sganciò una minisonda, che appesa ad un paracadute penetrò nella spessa atmosfera del pianeta gigante effettuandone l'analisi chimico-fisica. La sua vita fu breve: dopo un'ora l'enorme pressione e l'elevata temperatura incontrate negli strati più bassi la distrussero. Da allora la sonda, oltre a tenere ininterrottamente sotto controllo Giove, si avvicina periodicamente ai satelliti galileiani (Io, Europa, Ganimede e Callisto, in ordine di distanza da Giove), per studiarli da vicino e realizzarne una mappa fotografica completa e ad alta risoluzione. A differenza di Io, satellite roccioso delle stesse dimensioni della Luna su cui è in atto una intensa attività vulcanica, gli altri tre satelliti sono coperti da una crosta di ghiaccio d'acqua di spessore non ben definito, sotto la quale, considerando la loro densità media (circa 3 grammi al centimetro cubo), deve esserci presente un nocciolo costituito da rocce e metalli. Le più recenti immagini trasmesse dalla sonda «Galileo» sono quelle di Europa, la più piccola delle lune galileiane (3138 chilometri di. diametro), e la loro analisi preliminare ha fatto subito sorgere il sospetto che sotto la crosta superficiale ghiacciata, forse spessa soltanto 1-2 chilometri, ci sia un profondo oceano probabilmente riscaldato da sorgenti di calore di tipo vulcanico. E dove c'è acqua e calore è possibile che ci sia qualche forma di vita, anche se a livello primordiale. Le immagini inviate dalla sonda «Galileo», in alcune delle quali sono visibili particolari delle dimensioni di soli 20 metri, mostrano una superficie complessa, percorsa da lunghe linee di frattura, in alcune zone dall'aspetto del tutto simile a quello delle regioni artiche terrestri. Inoltre la scarsa presenza di crateri da impatto, che caratterizzano tutti i corpi solidi del Sistema
Persone citate: Galileo Galilei, Ganimede
Luoghi citati: Europa
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