TEX ALL' INFERNO di Oreste Del Buono

TEXALL' INFERNO TEXALL' INFERNO Quando Sergio Bone Ili per «tenere» il pubblico intrecciò il genere western con Vhorror ARI amici è con grande emozione che sto per presentarvi il primo numero di una nuova serie bonelliana. La lunga esperienza maturata sul campo mi ha reso più cauto, più scettico e più critico di quanto non fossi molti anni fa, senza però togliermi la voglia di affrontare ancora una volta il giudizio del grande pubblico» recita l'introduzione di un nuovo mensile d'avventura a fumetti già arrivato in edicola, ma in data 1° luglio. «In un momento in cui il mondo dei fumetti è particolarmente avaro di novità, a causa del difficile periodo che sta vivendo ho voluto lanciare un messaggio di fiducia e di ottimismo, realizzando il progetto sul quale stavamo lavorando da quasi due anni. Un soggettista di talento Gianfranco Manfredi già noto ai lettori di Nick Raider e Dylan Dog, e una squadra composta dai migliori disegnatori italiani (ma, come vedrete sfogliando l'albo che avete fra le mani, c'è anche un "grande di Spagna" Joé Ortiz) hanno dato la vita a un protagonista, Magico Vento che, personalmente, mi sembra ben degno di affiancare gli altri personaggi della Tex Willer: per il Ranger un'avventura infinita Lapparizione inquietante di «Magico Vento». Ma il Ranger già aveva affrontato le atmosfere «noir»: ad esempio schierandosi contro il nefando Mefisto nostra Casa editrice ai quali avete concesso il vostro favore...». A scrivere così con modestia e orgoglio è Sergio Bonelli Editore. Sergio Bonelli è al vertice della Casa Editrice Bonelli dal 1958, ovvero da quando la signora Tea Bonelh, sua madre, dopo quasi vent'anni d'attività manageriale decise di passare la gestione della Casa Editrice di famiglia al figlio. Sergio Bonelli è nato a Milano il 2 febbraio 1932. Al momento dell'investitura si occupava già naturalmente di fumetti e sentiva molto la presenza al proprio fianco del suo ingombrante fratello. Un fratello solo di carta e inchiostro di china, d'accordo, ma forte e irresistibile più che se fosse stato di carne e ossa e che portava in giro con noncuranza il nome fa¬ moso di Tex Willer. Il confronto era inevitabile e continuo. Come capita alle persone importanti, inevitabilmente a ragione e a torto Tex faceva sempre parlare di sé. Prima perché era stato fuorilegge, sebbene per aver reagito a un'ingiustizia, poi perché si era arruolato nei Rangers del Texas, e nella sua milizia era portato a esagerare. Essendo realista, non sopportava angherie e non scendeva mai a patti o compromessi, mirava semplicemente all'eliminazione diretta degli ostacoli, con l'assoluta approvazione del padre Giovanni Luigi Bonelli. Essere il fratello di Tex e contemporaneamente il suo editore ha voluto dire molto per Sergio Bonelli. E non sempre di bello e di divertente. Dal momento in cui la responsabilità dell'azienda tanto difesa e potenziata dalla Signora Tea Bonelli passò nelle sue mani, i fumetti smisero definitivamente di essere un gioco per Sergio Bonelli che sino ad allora si era dilettato a concepire brillanti sceneggiature e programmi di gloria e diventarono un impegno per la vita, l'impegno della vita anche se la cerimonia fu molto semplice. C'era da decidere il nome della nuova società. «Dal notaio con mia mamma Tea non avevamo ancora deciso come chiamarla», ricorda Sergio Bonelli. «Nell'indecisione aprimmo l'elenco telefonico e alla voce: cinematografi dopo aver scorso tra le righe, ne notammo uno che si chiamava Araldo. Decidemmo così che da allora in poi le nuove pubblicazioni della Casa, invece che sotto la denominazione di «Redazione Audace» sarebbero state pubblicate sotto la denominazione «Edizioni Araldo». Il Galep disegnò un bellissimo araldo che avrebbe dovuto contraddistinguere gli albi, ma mi sembrò, alla fine, inopportuno e lo sostituii con una semplice A racchiusa in un cerchio. Peccato che non abbia più quel simbolo disegnato mirabilmente dal Galep: il tempo e un incendio distrussero l'archivio Casa...». «Edizioni Araldo» non fu la prima e neppure l'ultima denominazione della Casa Editrice Bonelli. L'attività dei Bonelli è fitta di denominazioni quanto di avventure. Anzi, forse, sarebbe addirittura più giusto parlare di varie case editrici, «Cepim», «Daim Press», «Altamira», «Isola Trovata», «Bonelli-Dargaud», eccetera. I Bonelli paiono amare cambiar spesso le insegne alle loro aziende, come a scongiurarne la saturazione. Ce ne vuole di tempo prima dell'approdo all'indiscutibile «Sergio Bonelli Editore 1997» che spicca sulla seconda pagina di copertina di Magico Vento al di sopra di Decio Canzio, Direttore Generale; Maria Baitelli Redattore Capo Centrale; Michele Pepe, Art Director; Nico Zardo Progetto grafico. «Sono ormai passati ben sei anni dal giorno in cui vi feci un annuncio come quello che sto per farvi adesso (allora vi preannunciavo l'arrivo di Nathan Never)» ci informa Sergio Bonelli. «Sei anni non facili per il mondo dei fumetti, sei anni contraddistinti da una crisi da esorcizzare proponendovi un nuovo personaggio. Magico Vento ha saputo suscitarmi coraggio, non solo perché è l'incontro dei due filoni che più hanno portato fortuna alle mie pubblicazioni: il western e KM l'horror [Tex e Dyland Dog), ma anche perché questo nuovo protagonista ha una sua personalità di tutto rispetto. Personalità che sarebbe stato un delitto tenere a lungo chiusa in cassetto...» Western e horror. Da sempre la ricetta di Sergio Bonelli per interessare il suo pubblico. Tiziano Sciavi ha creato per Sergio Bonelli le storie di Dylan Dog, «indagatore dell'incubo» donandoci un gran personaggio complesso e affascinante ma gli incubi non erano sconosciuti nei repertori delle case editrici Bonelli. Incubi, misteri, orrori, sortilegi eccetera si sprecavano. Ogni tanto ci aveva avuto a che fare persino il solare Tex. Convinto della propria missione di riportare un poco d'ordine su questa Terra, il ranger si era schierato contro il nefando Me- mie pubblicazioni: il western e KM fisto. Mefisto odiava Tex come responsabile di ogni sua sciagura perché stolta rappresentanza del bene. «Qui dentro mi avete scavato un abisso di tonnenti e furore - protestava Mefisto -, e per riempirlo dovrò versarvi dentro a piene mani i vostri dolori le vostre sofferenze! Molti anni della mia vita voi li avete resi aridi come le sabbie del deserto, e ora dovreste versare fiumi di lacrime su quel deserto, nell'inutile e disperata speranza di vedervi germogliare il fiore dell' oblio!». Ma Tex non si era lasciato sgomentare. E, alla fine, a capitolare era stato Mefisto, il sacerdote perduto di Satana, il negromante dai poteri assoluti, a compiere un passo falso. A un tratto centinaia di grossi topi affamati erano insorti contro di lui. Lo avevano lacerato a forza di morsi infetti per conto di invisibili presenze infernali. A Mefisto non era restato altro che impetrare dal suo crudele Padrone un ultimo favore: poter comunicare con il figlio Yama. Il favore era concesso e Mefisto, prima di soccombere al furore dei suoi persecutori faceva ancora in tempo a istruire Yama: Figlio! non dimenticare la mia vendetta!... E Yama aveva preso a cuore l'appello del padre, ereditandone la scienza dei più remoti segreti e delle più tremende verità in un gran viaggio proibito nel regno dei Sette Saggi di Pietra. Si sentiva abbastanza in forza per dominare il mondo, come suo padre, ma, come suo padre aveva sbagliato nell'anteporre alla conquista la vendetta sn Tex. Grazie al vudù Yama era riuscito ad attentare alla vita di Tex con la complicità di uno Zombi, ma il ranger solare era troppo forte e aveva anche dalla sua la magia bianca di El Morisco, uomo di scienza che non trascurava i fenomeni paranormali e conosceva le proprietà delle sostanze allucinogene ricavate dai cactus e altre piante del deserto. Le avventure di Tex Willer più avvolte nel mistero figurano tra le migliori dell'epopea. E i mostri non si limitano a Mefisto e Yama, ma sono molti di più. Oreste del Buono

Luoghi citati: El Morisco, Milano, Spagna, Texas