L'ex generale, leader della destra più bellicosa, ora si presenta come unico interlocutore dei palestinesi Israele gioca una carta a sorpresa Sharon

L'ex generale, leader della destra più bellicosa, ora si presenta come unico interlocutore dei palestinesi MEDIO ORIENTE L'ex generale, leader della destra più bellicosa, ora si presenta come unico interlocutore dei palestinesi Israele gioca una carta a sorpresa; Sharon Il falco ha visto il vice diArafat GERUSALEMME NOSTRO SERVIZIO Su uno sfondo terremotato, mentre il sole della politica israeliana rotea pericolosamente e 50 mila persone vanno in piazza Rabin a Tel Aviv con lo slogan apocalittico «Netanyahu è cattivo per tutti», ecco che avanza uno strano soldato. Avanza a lenti passi, come richiede la sua età, 69 anni, e la sua stazza, notevolissima. Ma Arik Sharon, il re di tutti i falchi, fa in questi giorni in Israele un reingresso nella politica definito «stupefacente» dal capo dei coloni della Giudea e della Samaria, Pinhas Wallenstein e chiamato «una vera bomba atomica» dal presidente del Consiglio di Kiriat Arba (la parte ebraica di Hebron) Tzvi Katzover. Lo scenario è pastorale: la bella tenuta di campagna di Shikmim, dove Arik Sharon si circonda di amici e di agnellini appena nati in compagnia di una moglie bruna e fascinosa, ottima ospite. La data: il 16 giugno, proprio il giorno dopo che Netanyahu comunicò a Sharon la sua intenzione di farlo ministro del Tesoro. Un grande ritorno dopo l'emarginazione dalla scena politica israeliana. Ma l'elemento più stupefacente è l'ospite invitato a Shikmirn: con grandi onori e con un pranzo squisito, scambia opinioni politiche e visioni del mondo il vice di Arafat, Mahmoud Abbas detto Abu Masen. Quando la televisione di Stato ha rivelato l'incontro al pubblico, i commenti da una parte sono stati stupefatti (specie tra i coloni) e dall'altra speranzosi. E' 0 migliore riconoscimento che l'Olp, nella sua lunga storia, potesse mai ricevere: Arik infatti, anche quando l'Olp è stato riconosciuto, anche dopo che il governo di Netanyahu aveva accettato l'accordo di Oslo, ha seguitato a ripetere che per lui Arafat è né più né meno che un criminale di guerra, che il terrorismo è un tratto caratteristico dei palestinesi contro cui non c'è niente da fare se non la guerra, e che il vero er¬ rore compiuto in Libano era stato lasciare in vita Arafat. Adesso, alla vigilia della sua nomina a ministro del Tesoro, e prima del suo ingresso nello speciale gabinetto per la sicurezza istituito da Netanyahu, Sharon ha scosso la sua grande testa di falco e ha dichiarato a Maariv, un quotidiano locale: «Soltanto io sono in grado di fare una vera pace coi palestinesi». Lo sconcerto è grande anche fra i membri del gabinetto, dato che il ministro degli Esteri Levy e il ministro della Difesa Yzhach Mordechay, non erano stati informati dell'incontro mentre Netanyahu lo era stato. Levy ha persino fatto un lungo capriccio, rifiutandosi di incontrare Netanyahu. Ma poi la forza di Sharon è risultata travolgente. Sharon era in attesa di riconquistare una posizione di rilievo da ben quattordici anni, cioè quando la commissione Kahana aveva raccomandato di rimuoverlo da niinistro della difesa a causa delle sue responsabilità (pure ritenute indirette) nella strage di Sabra e Chatila. Da allora si era offuscata la sua immagine di eroe del Sinai, la sua fama di generale che nel 1973, attra¬ versando il Canale di Suez, aveva salvato Israele dall'attacco a sorpresa degli egiziani. A quarantott'anni Sharon fondò il Likud e trasformò la sua grande carriera militare in una carriera politica che coincideva con la storia del suo gruppo politico a partire dal 1977, la presa del potere di Begin. Nell'insieme Sharon è stato ministro per 18 anni. Ultimamente, pur essendo nel governo di Netanyahu, non aveva mai dimostrato simpatia per il suo primo ministro, tantomeno dopo la sua opera infaticabile per trovare voti e accordi politici e avergli conquistato la simpatia dei Settler, senza ricevere alcuna ricompensa da Bibi che invece lo aveva relegato in un ministero di secondo piano. Adesso che Sharon prende il ministero del Tesoro, la sinistra si preoccupa che i soldi del contribuente finiscano in insediamenti nei territori occupati. Sharon salendo al nuovo compito sembra voler dire: «Riconosco l'Olp e voglio trattare con esso», e Arafat: «Anch'io riconosco infine che devo avere a che fare con la destra israeliana». Fiamma Nirenstein Arik Sharon, il re di tutti i falchi, rimosso a suo tempo da ministro della Difesa dopo la strage di Sabra e Chatila, fa in questi giorni in Israele un reingresso nella politica da molti definito «stupefacente»