« Era l'unica minestra » Casini: non è tempo di sognare di Raffaello Masci

=\ « Era Punica minestra » Casini: non è tempo di sognare IL LEADER CCD VUOLE FARE IL MEDIATORE E ROMA adesso, onorevole Casini, come va a finire l'accordo sulla legge elettorale fissato sul terrazzo di casa Letta? «Va a finire che tocca a me difenderlo, che a quella cena non ho neppure partecipato. E comunque, per risponderle nel merito, credo che sostanzialmente le ipotesi percorribili siano due: o un ordine del giorno sottoscritto dai capigruppo in Bicamerale, oppure un ordine del giorno della Bicamerale stessa. Lo vedremo domattina (stamattina per chi legge - ndr)». Dunque, lei dice, il problema è ormai solo formale, in quanto sul merito l'accordo c'è ed è stabile. «Non c'è dubbio. A meno che non vogliano far saltare tutto. Perché, guardi, che se dovessero rimangiarsi le intese trovate sulla legge elettorale, allora è tutto l'impianto messo in piedi dalla Bicamerale che va a rotoli». Casini andiamo: il federalismo, la giustizia e tutto il resto appeso ad un accordo su come si vota, che peraltro non era nemmeno materia della Commissione? «Non sottovaluti la questione. Tutti i temi di cui abbiamo parlato in questi mesi di lavoro sono strettamente legati l'uno all'altro, in quanto su ciascuno si è cercata una mediazione. Ogni specifico argomento è il risultato di un ammorbidimento delle posizioni iniziali ora di uno schieramento ora di un altro. Capisce bene che se salta un solo elemento è l'intero disegno a soffrirne». Eppure finché l'accordo sulla legge elettorale non è messo nero su bianco non la vedo tranquilla. «Io sono tranquillissimo. Mi rendo però conto che quando si sottoscrivono documenti che sono frutto di una trattativa lunghissima e difficile, gli entusiasmi per le singole parti possono essere non omogenei. A D'Alema, per esempio, ho il sospetto che l'intesa sulla legge elettorale non faccia propriamente piacere...». Mi sta dicendo che avete dovuto mandare giù bocconi amari pur di tirare fuori una bozza comune, e che quindi questa ipotesi di riforma istituzionale (con l'annessa legge elettorale) alla fine non piacerà a nessuno? «Io le dico che dobbiamo essere realisti: ciascuno di noi e soprattutto ciascuno dei due grandi schieramenti aveva un'idea di riforma dello Stato non compatibile totalmente con quella dell'altro, e quindi un accordo era possibile solo a patto che ciascuno rinunciasse a qualcosa, anche "obtorto collo" ma rinunciasse comunque a qualcosa. Questa è la mediazione. Questa è la politica». Dunque passerà, anche se qualcuno dovrà veramente turarsi il naso per disciplina di partito se non per amor di patria, non crede? «Chi ha manifestato i dissensi più aperti e plateali - penso alla Parenti, a Mancuso, per esempio - in realtà aveva fin dall'inizio delle riserve sulla Bicamerale come strumento per accedere alle riforme istituzionali. Ma una volta che si è scelta questa via, per me questa è l'unica "minestra possibile"». Ma a voi del Polo questa minestra sembra una brodaglia, dica la verità. «La politica è fare le cose possibili, ma farle. I progetti ambiziosi e irrealizzabili lasciano il tempo che trovano». A proposito di progetti ambiziosi. Con questo accordo sul¬ la legge elettorale il maggioritario puro va a farsi benedire, non le sembra? «Ma proprio per nulla. Vogliamo scherzare? Oltre la metà dei seggi è con l'uninominale, c'è un premio di maggioranza, uno sbarramento per i piccoli partiti». I teorici del maggioritario non sarebbero d'accordo con lei, «La prego, lasciamo perdere i professorini, che fanno presto a parla • re e a formulare teorie, tanto poi non devono fare i conti con la realtà. Ribadisco: questa è la migliore delle minestre possibili e l'unica alternativa al digiuno. Il resto sono chiacchiere». Raffaello Masci Pierferdinando Casini

Persone citate: Casini, D'alema, Mancuso, Pierferdinando Casini

Luoghi citati: Roma