Prodi «Albanesi tutti alle urne» di Vincenzo Tessandori

«Così il Paese rinascerà». Pranzo della pace ps-democratici, «chi perde accetterà il verdetto» «Così il Paese rinascerà». Pranzo della pace ps-democratici, «chi perde accetterà il verdetto» Prodi; «Albanesi, tutti die urne» Ai socialisti il braccio di ferro: seggi chiusi alle 18 TIRANA DAL NOSTRO INVIATO L'ultimo atto della campagna elettorale è stato a tavola, «pranzo di coalizione», al ristorante Apollonia, tra la piscina di un grande albergo e il campo da tennis costruito sotto il bunker di Enver Hoxha, al centro di Tirana. Gomito a gomito Fatos Nano, leader socialista sorretto da mille speranze di successo, e Gene Pollo, l'uomo di ferro dei democratici. Tra spari, accuse e controaccuse, la campagna era finita l'altra sera, e per qualche ora si è fatto professione di fair-play. Almeno fino a stasera, quando chiuse le urne ad avvelenare tutto filtreranno le prime indiscrezioni. Nell'attesa, il presidente Sali Berisha commentava: «Meglio aspettare la vittoria in silenzio». Perché, lui, dubbi, assicurava di non averne. Ma non è stata una campagna troppo difficile? «I politici devono accettare i pericoli, questa è la politica: è arte difficile». Questo voto, sostengono tutti, era proprio inevitabile e Romano Prodi, presidente del Consiglio italiano, ne era più persuaso degli altri e da Roma ha lanciato la sua calda esortazione. Ha detto: «Invito il popolo albanese a un voto generalizzato e democratico sapendo che di qui parte il futuro del Paese, di qui si ritrova l'orgoglio dell'Albania». E che nessuno tralasci di andare alle urne, ha insistito: «Votare in modo massiccio per costruire il proprio futuro perché il futuro dell'Albania può essere costruito solo su un voto democratico. L'Italia ha fatto tutto quello che doveva perché questo avvenisse». «Il silenzio delle armi alla vigilia è di buon augurio - ha detto il ministro degli Esteri Lamberto Dini -. Sono ottimista e fiducioso che le elezioni si possano svolgere con regolarità». Blindati o no, a rischio o meno, le elezioni non potevano essere evitate e ppsì oggi si vota, fra le 7 e le 18, quindi ci sarà la chiusura anticipata, come suggeriva Nano e come non piaceva al presidente Berisha. E quelli dell'Organizzazione per lo sviluppo e la sicurezza dell'Europa dovrebbero garantire, con i loro controlli, la glasnost del voto. Dall'altro ieri si trovano nei vari distretti, accompagnati o difesi a distanza da 2500 soldati della Forza multinazionale di protezione, dei quali circa 1500 italiani. La delegazione di controllo arrivata dall'Italia è la più consistente e fra gli altri annovera Vera Squarcialupi, Furio Colombo, Luciano Penna, Domenico Contestabile, Mario Brunetti, Francesco Speroni. Faranno quello che è possibile, per garantire la regolarità del voto, ma l'impressione è che non mancheranno agli sconfitti i motivi per piantare grane, anche clamorose. Perché i pretesti e forse pure i motivi non saranno pochi. Piccolo nodo, per spiegare un po' la situazione: alle 17 di ieri non si sapeva in quanti hanno il diritto al voto e Fatos Klosi, vicepresidente della commissione centrale elettorale, ammetteva che (d'unico dato disponibile risale a 17 giorni fa: 1 milione e 300 mila elettori». E il numero ha provocato sorpresa, perché al voto amministrativo, a maggio '96, gli elettori furono circa 2 milioni e 200 mila. Insomma, pochi credono alle assicurazioni sulla accettazione collettiva del verdetto. Futuro incerto, quindi; del resto, informano alla Fmp, dopo il voto il numero dei componenti la missione militare verrà progressivamente ridotto e l'ultimo europeo in divisa lascerà l'Albania, se i piani verranno rispettati, con Ferragosto. Per prevenire il cattivo tempo futuro, molti hanno già lasciato il Paese: sono settimane che l'aereo per la Turchia parte pieno come un uovo e, dicono qui, anche i familiari di Bashkim Fino, il primo ministro, hanno preferito nei giorni scorsi imbarcarsi verso Istanbul. La Turchia, si fa notare, è Paese che non pretende il visto, e questo facilita, naturalmente. All'esodo, sostiene il quotidiano «Koha Jone», avrebbero preso parte Bashkim Gazidede, capo del servizio segreto, lo Shik, e pure Shkelqim Ganaj, procuratore generale di Tirana, e il suo sostituto Blerim Tominaj. Perché, si dice, avrebbero sostenuto certe accuse definite insostenibili. Per loro, volo verso la Germania. I risultati, si fa sapere, ufficialmente verranno dati entro 48 ore. Ufficiosamente, c'è chi dice che si avranno entro due ore. Vincenzo Tessandori Giallo sul numero degli elettori Un milione e 300 mila o oltre due milioni? Pieni gli aerei per la Turchia (che non richiede visti) per il timore di una vittoria della sinistra Ecco la scheda delle elezioni di oggi. Centomilasono state bruciate perché sbagliate