Bicamerale ultima «mina» poi il voto
Nuovo scontro sul potere di scioglimento del futuro Capo dello Stato eletto dal popolo Nuovo scontro sul potere di scioglimento del futuro Capo dello Stato eletto dal popolo Bicamerale; ultima «mina», poi il velo Ipresidenzialisti di Forza Italia: è un colpo di mano delpds ROMA. E proprio in «zona Cesarmi» scoppia un caso che sembra un dettaglio, ma può diventare una mina esplosiva per la Bicamerale. Tema della contesa: il potere di scioglimento del futuro Capo dello Stato eletto dal popolo. I presidenzialisti più vigili di Forza Italia - Peppino Calderisi e Giorgio Rebuffa denunciano un «colpo di mano» del pds, del ppi e del relatore Cesare Salvi che, scrivendo in bella copia il testo finale, avrebbero addirittura modificato «quanto stabilito nella commissione Bicamerale», «venendo meno anche alla parola data». Peppino Calderisi, vicepresidente dei deputati forzisti, è fuori di sé: «Se lunedì D'Alema non chiarirà la questione, vorrebbe dire che è un buffone e uno stalinista! Verrebbe da promettere: se il Presidente non chiarirà, ci sarebbe da tirargli pubblicamente delle monetine!». Parole di inusitata pesantezza, dietro le quali c'è una giornata di fibrillazioni, di telefonate, di contatti frenetici e che preludono ad un intervento di Berlusconi che questa mattina telefonerà a D'Alema per chiarire il caso. E per comprenderne la genesi, occorre fare un passo indietro. Mercoledì 25 giugno in Bicamerale si discute il potere di scioglimento del futuro capo dello Stato. Una questione deli- catissima. Rifondazione e soprattutto il ppi sostengono che 11 capo dello Stato neo-eletto non può avere il potere di sciogliere le Camere già in carica da anni, mentre il Polo e il pds sostengono una tesi molto diversa: il presidente della Repubblica - forte del mandato popolare più recente - deve avere il potere di sciogliere la Camera dei deputati. E il 25 giugno il «quiproquo» si manifesta in Bicamerale, quando si sta per votare un emendamento non del tutto esplicito di Giovanni Russo e il forzista Calderisi interviene per un chiarimento: «L'emendamento che si sta per votare va inteso nel senso che soltanto le Camere elette dopo l'elezione del Capo dello Stato non possono essere sciolte nei primi 12 mesi successivi all'elezione?». E D'Alema: «Non c'è dubbio». E Salvi: «E' certamente così, collega Calderisi». E Calderisi: «Perché allora non specificarlo?». Salvi: «Se in sede di coordinamento dovesse sorgere qualche dubbio in proposito, sarà eliminato». Ma due gior¬ ni fa il piccolo colpo di scena. Si riuniscono i delegati dei partiti per il cosiddetto coordinamento dei testi, una messa a punto, una trascrizione in bella copia dei testi votati e approvati. E in questa sede il popolare Elia contesta la sostanza del verbale e sostiene che vale il testo dell'emendamento così come è stato approvato. Salvi è d'accordo con lui e il testo che sarà portato lunedì all'approvazione finale della Bicamerale prevede una versione riduttiva del potere di scioglimento. E intanto ieri si è consumata una coda della polemica sulla legge elettorale. L'accordo D'Alema-Berlusconi-Fini-Marini stretto qualche giorno fa in casa Letta aveva consentito di sbloccare la Bicamerale perché prevedeva una riforma in senso proporzionalistico che ha posto fine ai veti di Rifondazione e dei partiti ex de. Ma l'intesa prevedeva che l'accordo sulla riforma elettorale fosse «formalizzato» in qualche modo. «Non con il voto di un ordine del giorno in Bicamerale», aveva sostenuto il pidiessino Soda. Ieri, forse, è maturato l'accordo. Dovrebbe essere un documento firmato dai leader di partito a formalizzare l'intesa. [f. mar.] Calderisi, vice dei deputati azzurri: «Se domani D'Alema non chiarisce vuol dire che è uno stalinista Ci sarebbe da tirargli pubblicamente delle monetine» non possono essere sciolte nei primi 12 mesi successivi all'elezione?». E D'Alema: to dovesse sorgere qualche dubbio in proposito, sarà eliminato». Ma due gior¬ dei testi votati e approvati. E in questa sede il popolare Elia contesta la sostanza del verbale e sostiene che vale il testo dell'emendamento così come è Cesare Salvi, presidente dei senato/i della Sinistra democratica
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