Sulle tavole africane conserve con la muffa di F. A.

Blitz dei carabinieri a Salerno, sequestrate tremila tonnellate di pomodori Blitz dei carabinieri a Salerno, sequestrate tremila tonnellate di pomodori Sulle tavole africane conserve con la muffa SALERNO. «Oro rosso»: è 0 nome in codice dato all'operazione dai carabinieri del Nas di Salerno, una sorta di omaggio al pomodoro che da queste parti rappresenta un'autentica ricchezza. Ma quello che finiva inscatolato per le mense di Paesi africani e arabi non somigliava per nulla alla genuina «pummarola» come i produttori volevano far credere. «Scarti di pulitura del pomodoro», così scrivono nel loro rapporto i carabinieri che ieri mattina hanno sequestrato tremila tonnellate di merce ed arrestato dieci tra industriali conservieri, agenti di commercio ed autotrasportatori. Le conserve, nelle quali è stata riscontrata la presenza di alcuni tipi di muffa (penniccillum e aspergillus) ritenuti veicolo di malattie, dovevano essere commercializzate tramite società di import-export. E dai reati contestati nelle ordinanze di custodia cautelare si sottolinea il rischio per la salute pubblica: associazione per delinquere finalizzata alla commercializzazione di sostanze alimentari contraffatte e adulterate pericolose per la salute, frode commerciale, frode tributaria per false fatturazioni e truffa ai danni dell'Unione Europea. Oltre agli arresti, la magistratura ha disposto il sequestro degli uffici amministrativi della «Cirio Polenghi De Rica» di San Paolo Podenzano e di Lodi e dell'industria conserviera Eden di Teano. Il meccanismo della frode. Gli scarti della lavorazione dei pomodori della Cirio Polenghi De Rica erano destinati per uso zootecnico ad aziende agricole in Campania, Puglia e Sicilia. Invece prendevano un'altra strada, quella cioè dell'Acf di Piacenza e della ditta Bia di Podenzano e delle industrie conserviere Franzese, Fratelli De Angelis, Naddeo e Gambardella. Qui, secondo gli inquirenti, gli scarti venivano rilavorati e commercializzati come concentrato di pomodoro. A questo punto sarebbero entrate in gioco le aziende di import-export per la vendita ai Paesi del Terzo Mondo. La Cirio Polenghi De Rita ha diffuso un comunicato nel quale si afferma che l'azienda è estranea a qualunque traffico illecito di prodotti avariati. I fusti contenenti materiali di risulta della lavorazione del pomodoro - è scritto nella nota - sono stati sempre venduti ad aziende agricole ad esclusivo uso zootecnico. Gli investigatori escludono che la merce avariata possa essere in circolazione in Italia, ribadendo che i prodotti erano destinati esclusivamente ai mercati africani ed asiatici. «Grossa preoccupazione» è stata espressa dal presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Alfonso Pecoraro Scanio. «Spero che l'inchiesta - ha detto il parlamentare - possa scoraggiare coloro che continuano a minacciare la vita dei cittadini». In carcere sono finiti gli agenti di commercio Franco Paratici e Franco Bia, gli industriali Luigi De Angelis, Pietro Franzese e Salvatore Gambardella, mentre gli arresti domiciliari sono stati concessi a Giovanni Belloli, del settore vendita della Cirio, gli industriali Diodato De Angelis, Antonio Naddeo, Romualdo Guarracino, e l'autotrasportatore Giovanni Fabbricatore. Giovanni Napolano, titolare di un'azienda conserviera, risulta latitante. I carabinieri hanno perquisito numerose aziende in Campania e nelle provincie di Campobasso, Ragusa, Roma, Parma e Milano. Enzo La Penna Enna, la donna è scivolata con la bimba in braccio. Inutili i soccorsi ugualmente portata in ospedale, nel vicino Comune di Leonforte assieme alla bambina; la piccola è stata ricoverata in osservazione con un lieve trauma cranico e piccole ferite alla fronte. Tra una decina di giorni potrà tornare a casa. «Sembra un miracolo che non le sia accaduto nuDa di grave - dicono i medici del Ferro-Branciforti-Capra, l'ospedale di Leonforte - e questo probabilmente per l'estremo gesto d'amore della madre». Per la magistratura nessun dubbio su come si siano svolti i fatti e dunque la procura della Repubblica di Nicosia non ha aperto alcuna inchiesta. Ieri ad Agira ci sono stati i funerali di Nunzia Adorno, ai quali hanno preso parte molte persone. Tutti attoniti per una tragedia assurda, commossi per quel drammatico gesto che è costato la vita ad una mamma di 25 anni. [f. a.]