Vranitzky da Dini

Vranitzky da Pini Vranitzky da Pini «Il nemico è l'astensione» Il ministro degli Esteri Lamberto Dini con il rappresentante personale del Presidente di turno dell'Osce per l'Albania, Franz Vranitzky metà il Paese, riproponendo le più fosche prospettive. «Non si può escludere che soprattutto i perdenti potrebbero sollevare dei dubbi sul verdetto delle urne» ha ammesso l'inviato dell'Osce pur ricordando l'accordo sottoscritto fra tutti i partiti lo scorso 9 maggio sul rispetto dei risultati. «Le elezioni sono il primo passo per ripartire da zero» ha insistito Vranitzky, che spera in un esito politico capace di garantire «forte stabilità» sulla scia dell'accordo sulle «larghe intese» siglato a Sant'Egi¬ dio questa settimana fra i democratici di Sali Berisha ed i socialisti di Fatos Nano. «Un governo rappresentativo» per l'inviato dell'Osce «sarà estremamente importante anche per il dialogo con la comunità internazionale». E in effetti il mandato per la forza multinazionale rinnovato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite scade il 13 agosto: la permanenza o no del contingente dei militari europei dipenderà dalle decisioni del nuovo governo. E i dubbi non mancano, visto che durante il suo ultimo soggiorno a Roma il leader dell'opposizione socialista, Fatos Nano, si è detto favorevole ad una «revisione del mandato internazionale» che rafforzi «gli aspetti civili dell'intervento rispetto a quelli militari». Il ministro degli Esteri, Lamberto Dini, da parte sua si è detto convinto che «le condizioni minime di sicurezza per la tenuta di elezioni regolari siano state raggiunte». E non si tratta di numeri piccoli: 500 osservatori dell'Osce, 100 europei ed oltre mille albanesi sono stati mobilitati a fianco dei 7000 soldati dell'operazione Alba attorno ai 4525 seggi. In particolare, l'80 per cento dei seggi sarà sorvegliato direttamente dagli uomini dell'Osce, la cui sicurezza sarà garantita da un'operazione di 88 scorte che impegnerà 4700 soldati, divisi in sette aree territoriali. «Ma nonostante tutto questo sforzo imponente, monitorare non sarà compito facile» ha commentato Vranitzky, lasciando trapelare i timori dovuti a un territorio di difficile controllo e ai pericoli di nuove esplosioni di violenza simili a quelle che hanno segnato la fine della campagna elettorale. L'ipotesi di scontri armati è uno degli scenari che gli esperti dell'Osce a Vienna e Tirana hanno preso in considerazione. I risultati dovrebbero essere comunque resi noti lunedì pomeriggio ma l'ora di chiusura dei seggi resta incerta. «Si voterà dalle sei del mattino alle sei di sera» ha detto Lamberto Dini aggiungendo però che «la decisione finale spetterà alle autorità locali». [m. mo.] Tre morti e sette feriti

Luoghi citati: Albania, Roma, Tirana, Vienna