Bomba alla questura «I dirigenti pci sapevano»
Bomba alla questura «I dirigenti pei sapevano» Bomba alla questura «I dirigenti pei sapevano» MILANO. L'attentato compiuto da Gianfranco Bertoli, il 17 maggio 1973, davanti alla Questura di Milano, sarebbe stato annunciato a dirigenti del pei due giorni prima da Pietro Loredan, noto nel Veneto come «il conte rosso» e tra i finanziatori della casa editrice di Giovanni Ventura. La notizia, riportata ieri dal «Corriere della Sera», sarebbe stata raccontata solo un anno fa al giudice Antonino Lombardi da un teste, all'epoca dei fatti funzionario del pei veneto, con il quale Loredan si sarebbe confidato. Ma non si sono potute avere conferme o smentite dai dirigenti comunisti Pajetta e Malagugini, né da Loredan, che sono morti. Miriam Mafai, la giornalista che fu a lungo vicina a Pajetta, afferma di non aver mai saputo nulla della vicenda «né da Pajetta, mio compagno, né a livello di voci nel partito». Loredan, riferiva il quotidiano, avrebbe parlato dell'attentato in preparazione ad un amico, funzionario del pei di Treviso, il quale provvide, secondo il racconto che egli stesso ha fatto al giudice Antonio Lombardi, ad avvertire tempestivamente il partito. Il teste avrebbe informato prima il responsabile della federazione provinciale del pei e poi Giancarlo Pajetta, membro del comitato centrale. Con quest'ultimo ci sarebbe stato un colloquio nella sede di via Volturno, a Milano, alla presenza dell'onorevole Alberto Malagugini. Il testé rientrò nel Trevigiano pensando di aver fatto il proprio dovere, ma due giorni dopo seppe della strage. Un attentato che avrebbe dovuto uccidere il ministro dell'Interno Rumor, ma il cui esecutore invece agì in maniera del tutto stolta, visto che, quando lanciò la bomba a mano tra la gente che usciva dalla Questura, dopo la commemorazione di Calabresi, l'auto con l'uomo politico se ne era già andata. [Ansai Oreste Scalzone
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