Toni Negri torno da sconfitto

L'ex leader di Autonomia: ho fatto tabula rasa, martedì sarò a Rebibbia L'ex leader di Autonomia: ho fatto tabula rasa, martedì sarò a Rebibbia Toni Negri; tomo da sconfitto Dovrà scontare ancora tre anni e mezzo era inutile aspettare la fine dell'estate per rientrare in Italia. A che scopo andare in vacanza con la prospettiva della prigione? Tanto valeva partire subito». Alla conferenza stampa erano presenti i «compagni» delle battaglie politiche e dell'esilio. Franco Piperno, che è tornato in patria da tempo (vive e insegna a Cosenza), ma che ha voluto venire a fare il viaggio di ritorno con lui. E quelli che hanno invece deciso di restare (per ora) a Parigi: Oreste Scalzone che sopravvive (male) grazie all'aiuto della madre e delle sorelle, Gianbattista Marongiu che lavora al quotidiano Liberation, Andrea Morelli, Maurizio Lanzarati. Toni Negri ha ripetuto: «Torno sconfitto. La nostra generazione è stata sconfitta nel male e nel bene. Nel male per i grossi errori politici di cui portia¬ mo la responsabilità; nel bene per le intuizioni generose e il tentativo di stabilire nuovi rapporti all'interno della società italiana». Ha insistito sulla natura «gratuita» della sua decisione. «Nessuno mi manda via dalla Francia. Anzi, ho ottenuto recentemente un permesso di soggiorno definitivo; e se volessi, tra un anno potrei essere naturalizzato. Se torno è perché penso si debba chiudere un lungo periodo di leggi eccezionali e conseguenze straordinarie seguite agli anni di piombo». Si è consultato con amici e conoscenti, politici e non: fra gli altri Umberto Eco, Massimo Cacciari, Pietro Folena del pds. C'è stato anche uno scambio di lettere e telefonate con Francesco Cossiga. «Lo conosco da moltissimo tempo, ma quando era diventato il ministro degli Interni "Kossiga" non mi aveva trattato con particolare benevolenza. S'è rifatto vivo verso la fine del suo mandato presidenziale, poi abbiamo partecipato insieme a un programma televisivo, e lui mi ha dato del "caro Toni". Quando gli ho detto che volevo tornare, mi ha chiesto: "Sei sicuro?". E alla risposta affermativa: "Mandami il tuo fascicolo, lo farò studiare dai miei avvocati"». Condannato complessivamente a 13 anni (in 12 processi), il professore ha fatto i suoi calcoli: scontati 4 anni e mezzo di preventiva, abbuonati altri 5 anni tra condoni vari, restano 3 anni e mezzo: con un po' di fortuna, può sperare che scatti, in capo a qualche settimana o qualche mese, la libertà condizionale. Enrico Molinari ARMANiNG

Luoghi citati: Cosenza, Italia, Parigi