«Processate via Rasella azione illegittima» di M. Cor.

I Roma, l'inchiesta dovrà scoprire se si trattò di un «regolamento di conti» tra bande partigiane I Roma, l'inchiesta dovrà scoprire se si trattò di un «regolamento di conti» tra bande partigiane «Processale via Rosella, azione illegittima» Dal gip «no» all'archiviazione dell'attentato del '44 ROMA so. Vince la linea di Francesco Caroleo Grimaldi, il legale di Giovanni Zuccheretti e Luigi Iaquini, i parenti delle 2 uniche vittime civili dell'attentato, che si è opposto all'archiviazione. Torneranno a parlare dei fatti che li hanno visti protagonisti i partigiani Rosario Bentivegna, Carla Capponi e Pasquale Balsamo. Loro hanno sempre ripetuto che si è trattato di un'azione di guerra: ma nell'ordinanza il gip Pacioni scrive che «l'attentato di via Rasella» deve qualificarsi come «atto illegittimo di guerra» e che, conseguentemente, tutti coloro che vi abbiano partecipato come esecutori materiali e a titolo di concorso morale, debbano considerarsi «illegittimi belligeranti», alla stregua non soltanto delle norme internazionali di guerra, ma anche dell'ordinamento italiano. Dunque, dice il gip, è importante capire i motivi dell'attentato perché l'amnistia concessa con decreto del re il 5 aprile del 1944 dispone che il provvedimento vale ((per tutti i reati, quando il fine che li ha determinati sia stato quello di liberare la patria dall'occupazione tedesca, ovvero quello di ridare al popolo italiano le libertà soppresse e conculcate dal regime fascista», anche al «delitto di strage». E nella motivazione con la quale il gip Pacioni ha respinto la richiesta di archiviazione sono riportate le istanze di opposizione pre¬ sentate dall'avvocato Caroleo Grimaldi, secondo cui l'attività dei Gap non poteva avere in alcun modo finalità liberatorie e dunque non sarebbe stato legittimo applicare l'amnistia. Non solo, nell'istanza di opposizione all'archiviazione il legale di parte offesa sostiene inoltre che, «come risulta da numerose ricostruzioni storiche», «l'attentato di via Rasella non fu effettuato per "motivi di guerra", ma si trattò dello sviluppo del con¬ trasto in seno al fronte militare clandestino. Da alcune testimonianze - Roberto Guzzo e Massimo Caprara, ex segretario di Togliatti - emergerebbe che lo scopo dell'attentato fu probabilmente quello di decimare i partigiani di «Bandiera rossa» che si opponevano ai Gap comunisti di Bentivegna. Adesso Bentivegna, Capponi e Balsamo dovranno tornare davanti al magistrato e chiarire di nuovo «il movimento di persone Un'immagine dell'attentato di via Rasella l'azione partigiana contro un battaglione tedesco che portò al rastrellamento di civili e alla strage delle Ardeatine Sotto Pasquale Balsamo e a fianco le Fosse Ardeatine in via Rasella nel giorno e nell'ora dell'attacco, il comportamento tenuto subito prima dell'esplosione dagli attentatori (secondo i difensori, gli indagati avrebbero invitato i presenti ad allontanarsi immediatamente, accampando il pretesto di una imminente operazione di rastrellamento da parte dei militari tedeschi), la precisa collocazione dell'ordigno rispetto agli edifici circostanti e la sua potenza, e i compiti dei militari del battaglione "Bozen"». Per Luberti, l'avvocato di Rosario Bentivegna c Pasquale Balsamo, due dei «gappisti» che presero parte all'attentato, «il gip Pacioni è l'unico ad avere dubbi sui motivi che hanno spinto i gap a organizzare l'attentato, visto che ci si è espressi in occasione della sentenza Kappler, con il tribunale militare, con la Cassazione», [m. cor.]

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