I parenti dei pedofili scatenano la rivolta
Pomeriggio di tensione a Torre Annunziata: cento persone bloccano il rione e bruciano cassonetti Pomeriggio di tensione a Torre Annunziata: cento persone bloccano il rione e bruciano cassonetti I parenti dei pedofili scatenano la rivolta Guerriglia nelle strade: «Scarcerategli innocenti» TORRE ANNUNZIATA DAL NOSTRO INVIATO Lo avevano promesso: «Prima o poi qui succede il Quarantotto», e hanno mantenuto la parola: sono scesi davvero in piazza, minacciando di mettere a ferro e fuoco l'intero rione, sfidando i poliziotti armati di manganelli e protetti dagli scudi di plastica, appiccando il fuoco a copertoni e cassonetti della nettezza urbana. Sì, era proprio rabbia quella dipinta sui volti dei parenti dei diciassette arrestati nell'inchiesta sul clan dei pedofili. Ieri sera alle cinque hanno raggiunto a piccoli gruppi via Vittorio Veneto, una delle strade d'accesso al quartiere dei Poverelli. «Ora basta, scarcerate gli innocenti», ha gridato uno di loro: è stato il segnale della rivolta, divampata all'improvviso e durata due ore sotto gli sguardi terrorizzati dei passanti. Quando sono arrivate le auto della polizia la tensione era già alle stelle. Il gruppetto delle mogli, dei figli e dei fratelli dei 17 accusati di aver violentato e filmato una ventina di bambini si era trasformato nel frattempo in una folla minacciosa di non meno di cento persone. I più agitati, appena hanno visto gli agenti scendere dai gipponi, hanno cominciato a urlare: «Iatevenne, ce ne fottiamo della polizia». Pasquale Mellone, un uomo a cui martedì scorso hanno arrestato l'intera famiglia, ha avvertito: «Il rione è in rivolta, è chiuso: da qui non entra e non esce nessuno». A questo punto alcuni giovani hanno messo di traverso sulla strada tre cassonetti della nettezza urbana a cui hanno appiccato il fuoco. Sono stati incendiati anche dei copertoni, e in pochi minuti il fumo denso e nero della gomma e della plastica bruciate ha invaso le strade circostanti. Il rione dei Poverelli è piombato nel terrore, con gli agenti pronti a caricare e i parenti e gli amici dei detenuti che non avevano alcuna intenzione di ritirarsi e che continuavano a protestare: «Avete messo in galera degli innocenti». La paura ha stretto in una morsa anche la scuola elementare teatro delle violenze sui bambini. Proprio mentre scoppiava la collera dei cento «ribelli», nell'istituto non lontano da via Vittorio Veneto era in corso una riunione a cui partecipavano gli ispettori inviati dal ministro della Pubblica istruzione, Berlinguer. Gli inviati del ministro si sono allontanati in fretta, protetti dalla polizia. La tensione non è calata con il trascorrere del tempo. I rivoltosi non hanno smesso di inveire contro gli uomini in divisa: «Perché non ve la prendete con i veri pedofili? Avete gettato fango sulla povera gente che non ha mai fatto male a un bambino». L'ordine impartito dal commissariato agli agenti, però, era tassativo: «Non intervenite se non in caso di assoluta necessità». Alle sette, due ore dopo l'inizio della rivolta, i parenti dei detenuti si sono finalmente ritirati. Non senza aver fatto una promessa: «Torneremo presto, se non sarà fatta giustizia ci barricheremo nel rione». [f. mil. «Avete gettato fango sulla povera gente che non ha mai fatto male ai bambini», hanno gridato i fratelli e le mogli dei 17 arrestati «Ci barricheremo» i | Bambini davanti all'ingresso delle scuole di Torre Annunziata La rabbia di un abitante del quartiere dei Poverelli
Persone citate: Berlinguer, Mellone
Luoghi citati: Torre Annunziata
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