Mosca nel panico per la Mir, Washington polemica di Anna Zafesova

Mosca nel panico per la Mir, Washington polemica SPAZIO Si Gli esperti Usa: tengono quella vecchia stazione solo per prendere i dollari delle missioni congiunte con la Nasa Mosca nel panico per la Mir, Washington polemica Dopo l'impatto in orbita: soccorsi con un altro cargo Progress o sgombero MOSCA NOSTRO SERVIZIO Fuggire o restare. Il dilemma in queste ore tormenta i tre inquilini della stazione spaziale russa Mir e i responsabili del volo sulla Terra. La situazione nello spazio dopo che mercoledì scorso il cargo spaziale Progress ha urtato contro la stazione è diventata drammatica. Lo scontro infatti, oltre a provocare una temporanea depressurizzazione rompendo il còrpo della Mir, ha distrutto quattro pannelli della batteria solare che permette alla stazione di sopravvivere. Ora i cosmonauti vivono quasi al buio, con numerosi sistemi vitali fuori uso per mancanza di energia. I tre della Mir - i russi Zibhev e Lazutkin e l'americano Michael Foale - sono riusciti a orientare il modulo sul Sole per sfruttare al massimo i 6 pannelli rimasti. Dormono a turno per non interrompere i lavori di riparazione. Anche nel Centro controllo dei voli spaziali a Kaliningrad, alle porte di Mosca, non si dorme da più di 24 ore. Gli esperti stanno cercando di elaborare freneticamente una soluzione. Per riparare i danni sono necessari pezzi di ricambio che possono essere portati solo da un altro Progress. Il nuovo cargo è già pronto sulla pista di lancio e avrebbe dovuto partire oggi. Ma nessuno può garantire che attrac¬ cherà senza provocare altri disastri. Il lancio perciò è stato rinviato di 10 giorni. All'Agenzia spaziale russa (Rkka) sono ottimisti: «Ne abbiamo viste di peggiori», dicono. Ma non è vero. Non c'è mai stato nulla di peggio sulla Mir. E anche se il direttore della Rkka Jurij Koptev ha escluso ogni ipotesi di abbandono della stazione, altri suoi collaboratori parlano del rischio di dover sgomberare i cosmonauti. Già mercoledì Zibhev, Lazutkin e Foale furono sul punto di infilarsi nella capsula Sojuz e lanciarsi sulla Terra. Una versione dei fatti che viene negata ufficialmente, ma che circola con insistenza nei corridoi di Kaliningrad. Del resto, l'abitudine dei russi a minimizzare gli incidenti spaziali è nota. Ieri l'astronauta americano Jerry Linenger, il predecessore di Foale sulla Mir, ha raccontato la verità sull'incendio che nel febbraio scorso mise in pericolo la stazione: le fiamme non erano state domate in 90 secondi, come si diceva, ma solo dopo 15 minuti. La situazione era così disperata che a un certo punto i cosmonauti decisero di fuggire. Ma erano sei mentre delle due capsule Sojuz era raggiungibile solo una che poteva contenere al massimo tre persone. Anche se la Mir riuscirà in qualche modo a sopravvivere, la sua missione potrebbe considerarsi fallita. Il modulo Spektr, perforato dall'urto con il cargo, è ora sigillato e non si sa quando e come si riuscirà a ripararlo. E senza le sue apparecchiature il programma di ricerca di Michael Foale può essere considerato chiuso. L'astronauta americano ieri ha chiesto di mandargli da Terra un nuovo paio di scarpe da ginnastica e uno spazzolino da denti, rimasti nello Spektr. Ma nessuno potrà mandargli i suoi strumenti e i dischetti con i dati, rimasti nel modulo ora privo di ossigeno." Per la Russia ridare vita alla Mir è una questione di vita o di morte. Ieri alcuni membri del Congresso americano hanno risollevato il problema dell'opportunità di continuare a mandare astronauti Usa sulla decrepita stazione russa. Un dubbio condiviso silenziosamente anche dalla Nasa. L'esperto spaziale James Oberg è invece molto esplicito: «La sicurezza della Mir sta calando e cala anche l'utilità della nostra presenza lassù, è ora di ritirarci con onore». Qualcuno ha anche sollevato il sospetto - peraltro fondato - che i russi faranno carte false pur di continuare ad avere americani sulla Mir e con loro 400 milioni di dollari dagli Usa che sono ormai l'unica fonte di finanziamenti del loro programma spaziale. Chiudendosi alle spalle gli sportelli della Mir la Russia chiuderà anche la sua storia di potenza spaziale. Anna Zafesova Una foto dallo spazio con i danni che la Mir ha subito per l'impatto con il Progress

Persone citate: Foale, James Oberg, Jerry Linenger, Jurij Koptev, Michael Foale

Luoghi citati: Mosca, Russia, Usa, Washington