Il Papa scrive ad Arafat e Netanyahu di Aldo Baquis
Il Papa scrìve adArafat e Netanyahu Il Papa scrìve adArafat e Netanyahu TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Una nuova esplosione di violenze nei territori è imminente secondo quanto avvertono negli ultimi giorni dirigenti israeliani e palestinesi secondo cui ad innescare le violenze potrebbe essere anche un episodio isolato. Il Papa, profondamente preoccupato per la situazione per le difficoltà del processo di pace e, in particolare, per l'interruzione di fatto del dialogo tra il governo israeliano ed i responsabili palestinesi, ha scritto due lettere, al primo ministro Benyamin Netanyahu e al presidente Yasser Arafat, invitandoli a riprendere le trattative per il raggiungimento della tanto desiderata pace in quelle regioni. La preoccupazione del Papa, come il suo appello, è «soprattutto di ordine morale» mossa sia dal timore che diventi sempre più difficile ripristinare quella «fiducia che è essenziale ad ogni negoziato», ed è ancor più dal pericolo che si ceda «alla terribile tentazione di riaccendere 0 conflitto e portarlo a maggiori livelli di violenza». Fonti informate dall'autorità nazionale palestinese hanno avvertito negli ultimi giorni che Israele si accinge a tornare ad occupare le città autonome in Cisgiordania. Ad accrescere l'apprensione dei palestinesi sono le voci deU'imminente nomina del «falco» del Likud, Ariel Sharon, alla carica di ministro delle Finanze e la sua possibile inclusione in un club ultraristretto per le questioni di sicurezza nazionale che include il premier e i ministri degli Esteri e della Difesa. «Se i soldati israeliani tenteranno di entrare nelle zone di autonomia - ha avvertito Abu Ala, presidente del Consiglio dell'autonomia palestinese - non usciranno vivi». Negli ultimi giorni in Cisgiordania sono stati notati spostamenti di truppe israeliane e la dislocazione di mezzi blindati. Israele nega di avere intenzioni bellicose nei confronti dei palestinesi e afferma che è invece l'Anp a cercare un confronto sul terreno per sbloccare la situazione dopo che sono fallite le mediazioni diplomatiche degli Stati Uniti, dell'Unione europea e dell'Egitto. In un primo commento, il ministro deDa Sicurezza interna, Avigdor Kahalani, ha negato che Israele abbia interesse a tornare ad occupare le zone di autonomia e ha aggiunto che proprio Sharon potrebbe trovare un linguaggio comune con Yasser Arafat. Da parte sua, in un duro intervento alla Knesset, il mùùstro della Difesa, Yitzhak Mordechai, ha accusato mercoledì l'Anp «di voler provocare spargimenti di sangue e di voler incendiare i Territori». Di fronte a questi sviluppi, il Capo dello Stato Ezer Weizman ha lanciato ieri un accorato appèllo al premier Benyamin Netanyahu affinché concluda al più presto il rimpasto ministeriale iniziato la settimana scorsa con le dimissioni del ministro delle Finanze, Dan Meridor. «Bisogna salvare il processo di pace», ha detto Weizman. Aldo Baquis
Luoghi citati: Cisgiordania, Egitto, Israele, Stati Uniti, Tel Aviv
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