UN PRUDENTE LAVORO DI COSMESI di Edmondo Berselli

Sua Eminenza Zen ha studiato a Torino: aspettiamo con fiducia ma anche con ansia UN PRUDENTE LAVORO DI COSMESI zione del Csm, temendo che un mutato rapporto fra membri togati e membri «laici» penalizzasse l'autonomia giudiziaria. Detto questo, sarebbe sbagliato pensare che fra i partiti ci sia un accordo non scritto ma voluto da tutti per riequilibrare a favore della politica il rapporto con i giudici. Come si ò visto con il voto a sorpresa che ha bocciato la parziale depenalizzazione del finanziamento illecito ai partiti, esistono ancora in Parlamento l'asce trasversali, che vanno da an al pds, che si considerano ancora «dalla parte della Giustizia» o che quanto meno non rinunciano a tradurre in chiave politica la dimensione giudiziaria. Dunque la questione della Giustizia non è soltanto un possibile terreno di scontro fra procuratori e classe politica, ma è anche un tema che può, ancora oggi, essere giocato politicamente nel confronto interno alla classe politica e ai partiti. Proprio per questo l'appuntamento di ieri era molto delicato: perché malgrado le dichiarazioni di responsabilità, nonostante le controassicurazioni reciproche fra il Polo e l'Ulivo, e nonostante lo «spirito costituente» che i più ottimisti sentono spirare nella Bicamerale, c'era il fondato timore che il voto potesse radicalizzarsi, mettendo in crisi questi ultimi giorni di lavoro della Commissione. Naturalmente, è prevalsa la prudenza: si sono ritirati gli emendamenti e si è proceduto in modo da consegnare alle Camere una serie di formulazioni sostanzialmente aperte, che il Parlamento dovrà definire in seguito. Forse questo è l'ultimo atto della «normalizzazione» che sta avvenendo nella Bicamerale. Non c'è da scandalizzarsi del termine, dato che ogni Paese che abbia vissuto una fase di eccezionalità deve tornare alla normalità. Solo che qui si sta assistendo a un processo costituente ritagliato sulle misure dei partiti. Se il compito della Bicamerale era di normalizzare la politica, probabilmente c'è riuscita, approfittando dell'impossibilità di fallire, cioè della propria condanna al successo; se doveva modellare istituzioni adeguate a una società moderna, in modo da conferire visibilità e impulso alle scelte dei cittadini-elettori, l'obiettivo non è stato neppure approssimato. Anche la Giustizia non ha fatto eccezione a questo schema. Si cominciò con l'innesco di un conflitto ad alta intensità con i magistrati; si finisce, a quanto sembra, con un lavoro soprattutto di cosmesi, e che lascia spazio al Parlamento per individuare successivamente il punto preciso di compromesso. Di sicuro la Bicamerale è riuscita a stemperare i conflitti. Che stia producendo un progetto destinato a migliorare il funzionamento delle istituzioni, è molto ottimistico dirlo. Edmondo Berselli