Ma i giudici restano sul piede di guerra di Paolo Colonnello

Commeati severi dopo la decisione della Bicamerale: così si limita la nostra autonomia Commeati severi dopo la decisione della Bicamerale: così si limita la nostra autonomia Ma i giudici restano sul piede di guerra La Direzione antimafia: il Parlamento bocci questa riforma MILANO. Perplessi, arrabbiati, indifferenti. La votazione in Bicamerale della già contcstatissima bozza Boato, ora priva di emendamenti, com'era prevedibile, non ha raccolto grandi entusiasmi tra i destinatari delle riforme future. Talmente future che i magistrati del pool di Milano hanno ostentato quasi indifferenza per le decisioni prese in nottata a Roma. Troppo preso dal lavoro Francesco Greco. Impegnato in un dibattito nel Mantovano Gherardo Colombo. Ad una cena Piercamillo Davigo. In vacanza Gerardo D'Ambrosio. Saverio Borrelli ad un summit a Mantova di procuratori sulle inchieste relative alla Lega Nord. Il pool per il momento preferisce tacere. Ma non essendo cambiato il testo della proposta di riforma, non cambiano nemmeno le loro posizioni, di generale avversione, visto che la questione sembra essere comunque per tutti, politici, magistrati e avvocati, solo ima: la separazione delle carriere. Kd è su questo tema che insiste il presidente dell'Associazione nazionale magi- strati Elena Paciotti, che nel pomeriggio aveva giudicato alcuni emendamenti (poi ritirati) «certamente stravaganti». Così, alla notizia che la bozza del senatore Boato sarebbe dunque passata nella sua originaria stesura, Elena Paciotti non ha avuto mezze misure: «Questo è un male. Quella bozza contiene forti limitazioni all'indipendenza e all'autonomia della magistratura». Due i punti fondamentali di assoluta incompatibilità, secondo la rappresentante della Anni: «Il primo riguarda l'aumento della componente politica nel Csm. Il secondo è attinente invece alla sostanziale separazione delle carriere introdotta con i due diversi Csm, quello amministrativo e quello giurisdizionale». Infine un giudizio politico sferzante nei confronti della sinistra: «Abbiamo una maggioranza dell'Ulivo che aveva nel suo programma elettorale la distinzione delle carriere e non la separazione. Invece così, al di là dei termini che verranno usati, si disattende questo programma. Francamente mi sembra una pre- sa in giro. Anche se mi riservo di conoscere l'esito delle votazioni». Non si sbilancia, ma fino a un certo punto, il consigliere Mario Cicala: «Solo leggendo il testo definitivo si potrà fare un commento. Non mi sembra comunque che fosse questo lo spirito costituente». Anche perché: «La composizione del Csm dovrebbe essere fissata dalla Costituzione». D'accordo anche Paolo Giordano di Magistratura indipendente, che critica la separazione delle carriere e la divisione in due del Csm: «Mi sembra anche piuttosto anomalo che questa parte venga demandata a legge ordinaria, visto che il Csm è un organo di rilevanza costituzionale». Negativo su tutta la linea è anche il pm antimafia Armando Spataro: «Ci sono molti problemi che riguardano il buon funzionamento della giustizia. Ma non mi sembra che con le modifiche alla Costituzione che si vogliono fare se ne affronti qualcuno. In fondo ha ragione Tiziana Maiolo quando dice che non ha senso fare due sezioni del Csm se l'ordinamento giudiziario deve restare unito. Ma direi che la separazione del Csm ha senso solo nell'ottica della separazione delle carriere, di cui mi sembra un preludio e forse uno strumento in vista di questo obbiettivo». Spataro, pur essendo membro autorevole della Direzione distrettuale antimafia, mette in guardia anche dall'ipotesi di sviluppo delle superprocure: «Alla separazione delle carriere si può arrivare anche attraverso la concentrazione di alcuni poteri in mano a pm centralizzati, come nel caso della Direzione nazionale antimafia». E quindi formula un auspicio: «Io mi auguro che in Parlamento ci sia una dura opposizione a questa bozza, che forze diverse si coagulino. Ho appreso con soddisfazione che ad un recente convegno anche il sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Ayala ha dichiarato che s'impegnerà in questo senso anche a titolo personale». Favorevoli? Loro naturalmente, gli antagonisti naturali dei magistrati, cioè gli avvocati. «Siamo sempre stati favorevoli alia separazione delle carriere», dice l'avvocato Gaetano Pecorella, presidente nazionale delle Camere penali. «E anche per quanto riguarda la divisione del Csm per legge ordinaria credo che, una volta fatta, la separazione dovrebbe venire di conseguenza. Anche se, volendo dare un segno chiaro, sarebbe stato meglio non togliere questo punto dalla Costituzione». Paolo Colonnello Il Pool per ora tace ma resta l'avversione dei magistrati di Mani pulite

Luoghi citati: Mantova, Milano, Roma