SE L'INDAGINE DIVENTA UN ROMANZO

SE L'INDAGINE IL DELITTO DELIA SAPIENZA SE L'INDAGINE DIVENTA UN ROMANZO CHI depreca il fatto che in Italia i processi si fanno ormai solo nei media, perché i «mostri» vengono costruiti e, talvolta, smontati dalla Tv e dai giornali, non ha poi tutti i torti; anche se una tale critica è mossa per lo più da intenzioni poco limpide, spesso decisamente dirette alla delegitrimazione di una magistratura che, come nel caso della grande purga cominciata da Milano cinque anni fa, è riuscita a mettere in galera tanti mariuoli piccoli e grandi anche e soprattutto grazie al consenso dell'opinione pubblica e cioè dei media. Può darsi che, come nel caso della legislazione di emergenza inventata contro il terrorismo, anche qui si incontrino degli effetti collaterali indesiderati. Il fatto cioè che certi processi, ormai, non si facciano anche con la collaborazione dei media, ma siano un affare quasi esclusivamente mediatico. Cosi: che cosa sappiamo, dopo settimane di indagini, sul delitto all'università di Roma? Per esempio: l'interesse molto intenso con cui viene seguito il caso ha dato forse luogo alla tradizionale divisione tra colpevolisti e innocentisti? Siamo tentati di dire che questo caso giudiziario è il primo nella storia recente in cui all'interesse sempre più marcato con cui l'opinione pubblica ne segue le vicende non corrisponde una altrettanto visibile divisione nei giudizi. Anche in questo senso, tutta la vicenda è perfettamente mediatica, come un giallo di fantasia che procede attraverso le varie puntate accumulando elementi narrativi, caratterizzazioni di personaggi, descrizioni affascinanti di sfondi, ambienti, vicende collaterali, che tengono sveglia l'attenzione del pubblico senza muovere un passo decisivo verso la scoperta dei colpevoli. Se non fos- Giannl Vattimo CONTINUA A PAG. 8 PRIMA COLONNA

Persone citate: Delia Sapienza, Vattimo

Luoghi citati: Italia, Milano, Roma