Il Sinn Féin dice sì al disarmo riparte la pace di Fabio Galvano
Il Sinn Féin dice sì al disarmo, riparte Iti pace ULSTER «L'accordo verrà entro un anno». Tutte le fazioni in lotta dovranno restituire mitra e bombe Il Sinn Féin dice sì al disarmo, riparte Iti pace Blair ai Comuni: prima sei settimane di tregua, poi i negoziati LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Si apre un nuovo round nella difficile ricerca della pace in Ulster; e questa volta, dietro l'annuncio del primo ministro Tony Blair che il negoziato si awierà «entro settembre» e auspicabilmente si concluderà «entro maggio», aperto anche al Sinn Féin se l'Ira osserverà una nuova tregua, nuove forze sembrano muoversi dove in passato non c'era che una rigida opposizione. La mossa nuova, decisa nei giorni scorsi fra Londra e Dublino e annunciata ieri ai Comuni, consiste nel principio che il disarmo si svolgerà in parallelo al negoziato e coinvolgerà tutte le fazioni in lotta: «E' un importante passo avanti - ha osservato il vicepresidente del Sinn Féin, Pat Doherty - perché pare che il governo britannico abbia rinunciato al disarmo unilaterale e preventivo dell'Ira». «E' un obiettivo ambizioso ha detto ieri Blair - ma non ho dubbio ' che possa essere raggiunto se tutte le parti coinvolte si impegneranno a fondo». Il precedente negoziato, da cui il Sinn Féin era stato escluso, non era approdato a nulla. Era soltanto valso, semmai, a esasperare la situazione, a cristallizzare i contrasti. Il pericolo è che lo stesso accada anche questa volta; di qui il coraggio di Blair nel mettere la questione irlandese fra i punti prioritari del suo programma politico. «Il treno dell'accordo è in partenza, con o senza il Sinn Féin - ha detto il primo ministro -. Se i suoi negoziatori desiderano parteciparvi sanno esattamente che cosa fare: sono stato estremamente corretto con loro e mi aspetto da loro un analogo trattamento». Il rilancio e l'accelerazione del processo di pace vengono a poche ore dal ritrovamento di due fucili Ak-47, carichi e pronti ad essere usati, e dalla conferma che il governo britannico aveva rifiutato un altro incontro con emissari del Sinn Féin. «Quello che dovevamo precisare è stato precisato», ha detto un portavoce del ministro per l'Ulster, Mo Mowlam. Ed è, armi a parte, che i nazionalisti irlandesi dovranno osservare una tregua di almeno sei settimane prima che il Sinn Féin sia ammesso al tavolo del negoziato. La stessa offerta era stata fatta, si è appreso, tre giorni prima che due poliziotti irlandesi fossero uccisi, dieci giorni fa, a Lurgan: un attentato che Blair ha definito «deliberatamente provocatorio». Un'altra novità nella nuova iniziativa anglo-irlandese è la formazione di una commissione indipendente per il disarmo, incaricata prima di formulare le necessarie proposte e poi di un periodico monitoraggio della sua attuazione. L'obiettivo, ha detto Blair, è «uno schema pro¬ gressivo di crescente fiducia». Soltanto se tutti gli aspetti della nuova iniziativa avranno successo il negoziato politico multilaterale potrà approdare al risultato sperato: una forma di autonomia per l'Ulster, con la creazione di un parlamento nordirlandese, e un patto di buona vicinanza con Dublino. Blair non nasconde che la scelta del momento potrebbe anche valere a disinnescare la mina vagante delle annuali marce protestanti, quelle che l'anno scorso portarono l'Ulster sull'orlo di un'altra tragedia. E poi c'è stato l'elemento umano, con la visita a Downing Street di Margaret Givney, la bambina di 12 anni che gli aveva scritto lamentandosi di avere vissuto in pace un solo anno della sua vita. «Quando i suoi figli nasceranno ha detto Blair - voglio che ogni anno della loro vita sia di pace». Fabio Galvano
Persone citate: Margaret Givney, Pat Doherty, Tony Blair
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