Alpini di leva missione Bosnia Tutti volontari, sostituiranno i professionisti di Guido Novaria

Alpini di leva, missione Bosnia Alpini di leva, missione Bosnia Tutti volontari, sostituiranno i prof essionisti BOLZANO. Soldati di leva al posto dei professionisti. Succede in Bosnia dove, da domani, gli alpini della brigata Taurinense, saranno sostituiti da un reggimento della Julia, formato da militari di leva, oltre ad un nucleo di paracadutisti alpini del battaglione «Monte Cervino»: «Inevitabile il ricorso a questi soldati - spiegano allo Stato Maggiore dell'Esercito - considerati i numerosi impegni all'estero; si tratta comunque di giovani che hanno accettato volontariamente di partecipare alla missione». Non succedeva dai tempi del Mozambico, quattro anni fa, quando furono proprio alpini di leva a costituire l'ossatura del contingente «Albatros», impegnato nel garantire la sicurezza del corridoio di Beira. Una scelta che aveva dovuto fare i conti con le proteste delle centinaia di mamme che, da tutt'Italia, contestarano vivacemente la decisione dell'allora ministro della Difesa, Salvo Andò. Anche per la missione «Restore Hope» in Somalia erano stati utilizzati soldati di leva: «Ma si trattava di militari a lunga ferma, tutti volontari che avevano dato la loro disponibilità a raffermarsi anche oltre i dodici mesi di servizio». Ieri mattina, il reggimento comandato dal colonello Paolo Plazzotta ha lasciato la caserma «Feruglio» di Venzone per raggiungere il porto di Marghera: stamane gli oltre 500 uomini con un centinaio di mezzi sbarcheranno a Ploce e di qui raggiungeranno l'ex caserma Tito a Sarajevo, dove prenderanno ii posto degli alpini «professionisti» della Taurinense. Prima di loro, nella missione «Joint Guard» della Nato, erano stati utilizzati bersaglieri della brigata Garibaldi e paracadutisti della Folgore, dirottati due mesi fa in Albania: tutti reparti di soldati volontari che l'Esercito, a fatica, sta cercando di incrementare. «A Sarajevo la situazione si è normalizzata - spiega il generale Natalino Vivaldi, capo di Stato Maggiore del 4° Corpo d'armata alpino - questo spiega la decisione di impiegare soldati di leva. Si tratta comunque di un impiego limitato nel tempo, che non andrà oltre il mese di agosto». Giusto il tempo di preparare l'arrivo del comando brigata dalla Taurinense, che sotto la guida del colonnello Armando Novelli, s'installerà a Sarajevo sostituendo quello della «Garibaldi». Nella caserma di Venzone, in Carnia, la partenza per la Bosnia è stata preceduta da un lungo periodo di addestramento: «Sarà inevitabile il confronto con i reparti di professionisti che compongono la forza multinazionale - spiegano gli ufficiali - ma le difficoltà iniziali di que- sta missione sembrano superate, anche se nessuno sottovaluta l'impegno in una realtà dove le tensioni etniche possono esplodere da un momento all'altro». Intanto per il comando del 4° corpo d'armata alpino si profila il prossimo impiego in Albania. Toccherà al generale Pasquale De Salvia sostituire Luciano Forlani, che rientrerà alla sede del 3° corpo d'annata a Milano. «Un avvicendamento normalissimo per un tipo di missione del genere - precisano allo Stato Maggiore dell'Esercito - tutto comunque dipenderà dalle decisioni del governo di allungare i tempi della missione». Guido Novaria L'esercito fatica a coprire tutti gli impegni all'estero Da sinistra il generale De Salvia e il colonnello Novelli (Taurinense)

Persone citate: Armando Novelli, De Salvia, Feruglio, Joint, Luciano Forlani, Natalino Vivaldi, Paolo Plazzotta, Pasquale De Salvia, Salvo Andò