«Legami con Roma» Il procuratore: traffici estesi in tutta Italia di F. Mil.

7 «Legami con Roma» //procuratore: traffici estesi in tutta Italia TORRE ANNUNZIATA DAL NOSTRO INVIATO E ora, nell'inchiesta sugli orrori di Torre Annunziata, spunta anche una pista romana. I magistrati che hanno messo le mani sul traffico di cassette porno sono in contatto costante con i loro colleghi della capitale, che indagano da tempo su un'organizzazione di pedofili che si scambiavano informazioni e foto via Internet. Il sospetto che la banda del «rione dei Poverelli» fornisse foto da trasmettere ai computer trova una conferma autorevole, quella del capo della procura di Torre Annunziata Alfredo Ormanni: «Nelle scorse settimane abbiamo avuto uno scambio di informazioni con la procura di Rema». Che tipo di informazioni? «Non posso rispondere a questa domanda. Diciamo che stiamo verificando una serie di ipotesi e vagliando il materiale che i nostri colleghi hanno sequestrato durante alcune perquisizioni». Foto? «Anche. Ad ogni modo è ancora presto per trarre conclusioni». Tutto questo conferma l'esistenza di un'organizzazione efficiente e ben collaudata dietro la banda dei pedofili di Torre Annunziata. E' così? «Le indagini non sono ancora arrivate a questo punto». Insomma, a muovere le fila del traffico dei bambini c'è la camorra o no? «Non abbiamo ancora elementi certi per affermare o escludere collegamenti con la criminalità organizzata. Naturalmente non possiamo affatto escludere questa ipotesi. Stiamo lavorando. Non mi meraviglierei affatto se in futuro dovessero emergere legami di quel genere». Tra gli arrestati non vi sono forse degli esponenti della malavita di Torre Annunziata? «Si tratta di un paio di ex contrabbandieri di sigarette: troppo poco per definirli camorristi, anche se in passato hanno mantenuto rapporti con i clan un tempo dominanti a Torre Annunziata, come quello capeggiato da Valentino Gionta». Com'è partita la vostra inchiesta? «Grazie alla denuncia di una madre: un fatto insolito, oserei dire clamoroso in casi come quello di cui stiamo parlando. Di solito noi magistrati ci scontriamo contro un muro di silenzio. Quella donna deve servire come esempio per tutti noi». Che tipo di attività avete svolto in seguito? «Ci sono state le dichiarazioni dei bambini, certo, ma il lavoro più complesso è stato quello degli psichiatri che hanno collaborato con noi. La presenza degli esperti è stata determinante, soprattutto per verificare il grado di sincerità dei minori coinvolti e, quindi, della loro attendibilità». Le denunce dei bambini erano tutte attendibili? «Attendibilissime». Perché in un primo momento la procura della repubblica ha chiesto l'archiviazione del caso? «Non posso rispondere a questa domanda. Quel che conta è che l'inchiesta è proseguita e si è conclusa con successo». Le madri di alcuni alunni della scuola degli orrori dicono di aver messo in passato il provveditorato a parte dei loro sospetti, ma senza alcun risultato... «Non ne sappiamo nulla, altrimenti la procura avrebbe avviato le indagini». Procuratore Ormanni, che cosa l'ha colpita di più di questa inchiesta? «Le parole della donna che per prima ha denunciato gli abusi compiuti sul figlio. A quella persona vanno tutto il mio rispetto e ammirazione». In procura avete incontrato molta omertà sul vostro cammino? «In questa storia c'è troppa gente che ha deciso di tenere la bocca chiusa, anche in nome di un malinteso senso del riserbo e di vergogna»; [f. mil.]

Persone citate: Alfredo Ormanni, Ormanni, Valentino Gionta

Luoghi citati: Italia, Roma, Torre Annunziata