An spaccata Casini dopo questo voto nuova maggioranza

Montecitorio, dalla bocciatura della depenalizzazione esce sconfìtto l'asse Forza Italia-ppi Montecitorio, dalla bocciatura della depenalizzazione esce sconfìtto l'asse Forza Italia-ppi Soldi illeciti ai partili, è ancora reato An spaccata. Casini: dopo questo voto nuova maggioranza ROMA. La proposta di depenalizzare il reato di finanziamento illecito dei partiti è stata bocciata dalla Camera a larga maggioranza (285 no, 174 sì e 29 astenuti), ma dal punto di vista politico è uscito nettamente battuto l'asse tra Forza Italia e il ppi, cardine della tentata depenalizzazione. Ed è personalmente uscito sconfitto il «trionfatore» di casa Letta: il segretario del ppi Franco Marini era uno dei pochissimi leader presenti in aula ed ha votato sì alla depenalizzazione. Tra i battuti il gruppo dirigente di An: dopo essersi impegnati con Forza Italia a sostenere la depenalizzazione, in extremis gli ex missini hanno lasciato libertà di voto, offrendo un'immagine sfilacciata: Fini non era presente in aula, il solo Tatarella ha votato per la depenalizzazione, mentre l'intero stato maggiore di An (Urso, La Russa, Storace, Malgieri, Tremaglia, con Gasparri astenuto) si è schierato sul fronte avverso. La reazione degli alleati di An è stata molto aspra. Pierferdinando Casini ha chiosato: «Eh no, stavolta Fini non lo salvo! E prendo atto che dopo questo voto esiste una maggioranza in Parlamento che va dal pds ad an». E il presidente dei deputati di Forza Italia Beppe Pisanu: «Prendiamo atto che in an c'è una componente giustizialista molto forte, tuia componente che si è trovata in sintonia con gli altri giustizialisti». Un voto, quello di ieri sera, che rappresenta un'anticipazione della votazione simbolicamente ancora più significativa - che si terrà oggi in Bicamerale sul pacchetto-giustizia. Il clou della seduta di ieri si è consumato poco dopo le sei della sera: nell'ambito della legge sulla depenalizzazione dei reati minori in discus¬ sione alla Camera, è stato presentato dal presidente dei deputati ecd Giovanardi un emendamento che proponeva la punizione dell'illecito finanziamento ai partiti con una sanzione amministrativa, pari da due a sei volte l'ammontare del contributo ricevuto. In realtà la proposta di Giovanardi non era un fulmine a ciel sereno, ma aveva un precedente: un analogo ordine del giorno Giovanardi-Mussi (pds) approvato quasi all'unanimità dalla Camera il 20 dicembre scorso, in coincidenza col via libera alla legge sul finanziamento volontario dei partiti. Ma ieri il pds ha chiesto a Giovanardi il ritiro dell'emendamento, sostenendo che quan- do fu votato l'odg, non era stata ancora costituita la commissione parlamentare anti-corruzione e perciò sarebbe stato opportuno rinviare tutta la materia a questa commissione. Da parte della Quercia, una scusa per prendere tempo su una questione spinosissima o l'esigenza di un rinvio per non «sporcare» il parto della Bicamerale? «Il pds vuole fare passare l'emendamento, dando la responsabilità ad an...», diceva La Russa. Sta di fatto che, davanti alla decisione di Giovanardi di andare avanti, il pds si è pronunciato ufficialmente contro e alla decisione della Quercia si sono uniformati Rinnovamento italiano, i verdi, Rifondazione, la Le- ga. Sull'altro fronte Forza Italia, ppi, ecd, il cdu. An lasciava libertà. Sulla carta, un voto in bilico, reso più incerto dal gran numero di assenti. Al momento del voto la mezza sorpresa: su 488 presenti, i votanti erano 459, gli astenuti 29. A favore dell'emendamento Giovanardi 174 deputati, contro 285, con una differenza dunque di più di cento tra i due schieramenti. Compatto il gruppo della Sinistra democratica: (124 no, 7 astenuti, 2 sì: Sabatini e Biasco), ma anche quello di Forza Italia (un no, quello di Taradash e 5 astensioni, tra cui Maiolo e Serra, con Berlusconi assente), spaccati a metà i popolari (21 sì e 21 no), [f.m.] COSI' HANNO VOTATO CONTRARI: 285 FAVOREVOLI: 174 ASTENUTI: 29 PER IL SI': Forza Italia, ppi e ecd PER IL NO: Sinistra democratica, Rifondazione comunista, Verdi, Rete, Unione democratica e Lega PER LA LIBERTA' DI VOTO: An (che si è divisa) Carlo Giovanardi del ecd

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