Restituiremo fino all'ultimo centesimo»

Stupore ai centro Wiesenthal per la promessa del capo della commissione d'indagine elvetica Stupore ai centro Wiesenthal per la promessa del capo della commissione d'indagine elvetica « Restituiremo fino all'ultimo centesimo» Berna alla conferenza sull'oro dell'Olocausto BERNA. L'uomo incaricato dal governo svizzero di farfi luce sui conti bancari delle vittime dell'Olocausto ancora esistenti nelle banche elvetiche ha assicurato ieri che «sarà restituito tutto, fino all'ultimo centesimo». «Si tratta di una questione di rispetto della memoria delle vittime del nazismo», ha sottolineato Thomas Borer parlando in occasione della seconda giornata di una conferenza organizzata a Ginevra dal centro Simon Wiesenthal. Borer, che è il responsabile del gruppo di esperti incaricati dal governo elevetico di compiere un'approf'ondita indagine sulla questione dei beni ebraici ancora giacenti negli istituti di credito svizzeri, ha assicurato che sarà presto pubblicata una lista completa dei nomi dei titolari di conti bancari rimasti intoccati dopo la fine della guerra. «Con questo gesto la Svizzera vuole dare prova della sua volontà di trasparenza e del suo desiderio di risolvere definitivamente questa vicenda dolorosa», ha sottolineato Borer. La dichiarazione di Borer è stata accolta positivamente dall'uditorio, ma anche con qualche scetticismo, data la lunga campagna condotta finora dalla Svizzera contro la tesi di una sua responsabilità nel trafugamento dell'oro degli ebrei all'epoca dell'Olocausto. Nella stessa occasione (il convegno raccoglie rappresentanti di 18 Paesi per discutere come rintracciare e recuperare il denaro, i gioielli, le opere d'arte e gli altri oggetti sottratti dai nazisti) il rabbino Marvin Hier, fondatore del Centro Wiesenthal, ha chiesto anche al governo austriaco di restituire l'oro razziato agli ebrei dai nazisti, nella porzione che al termine della seconda guerra mondiale gli Alleati vincitori consentirono a Vienna di tenere. Hier ha affermato che l'Austria non ha alcun diritto sull'oro - circa quarantadue tonnellate - che la Commissione alleata permise a Vienna di tenere come «tangente» contro l'inserimento dell'Austria nella sfera d'influenza sovietica. Secondo il rabbino, al momento di decidere sulla distribuzione dell'oro razziato, la commissione «avrebbe dovuto immediatamente respingere le pretese dell'Austria». Secondo Hier, tenendo conto della rivalutazione Vienna dovrebbe restituire agli ebrei 540 miliardi di dollari. «Il mondo - ha detto il rabbino - merita di sapere chi fu negli Stati Uniti che prese la decisione di premiare coloro che fecero sventolare la svastica insieme all'oro rubato alle vittime della Soluzione Finale». Di contro, il governo di Vienna ha dichiarato che l'Austria, cui i nazisti sottrassero circa cento tonnellate di oro dopo l'annessione del Paese alla Germania nel 1938, aveva pieno diritto a un risarcimento. Questa spiegazione non ha però convinto Hier, che ha da un lato ricordato come gli austriaci combatterono fianco a fianco del Terzo Reich e dall'altro che le 42 tonnellate d'oro vennero rubate alle vittime dell'Olocausto. «Se la Svizzera è ora costretta a rivedere le posizioni assunte all'epoca - si è chiesto Hier - perché lo stesso non dovrebbe fare l'Austria che combatté dalla stessa parte di Hitler?». A questo proposito un diplomatico svizzero intervenuto al meeting di Ginevra ha assicurato che Berna restituirà tutto l'oro appartenuto alle vittime dell'Olocausto. Sempre a Ginevra lo scrittore argentino Jorge Camarasa ha rivelato che anche Evita Peron aprì nel 1947 un conto in Svizzera per depositarvi l'oro versato al governo argentino dai nazisti in fuga. Il marito Juan Peron avrebbe in seguito tentato, invano, di accedere a quei fondi nel 1955, quando ormai era solo ex presidente. [Ansa-AdnKronos]