«Vuota la cassaforte di Craxi»

I verbali dell'interrogatorio di Troielli coi magistrati del pool; due ore di serrate, l'imputato scoppia a piangere I verbali dell'interrogatorio di Troielli coi magistrati del pool; due ore di serrate, l'imputato scoppia a piangere «Vuota la cassaforte di Cuori» L'ex cassiere: a Hong Kong non c'è più una lira MILANO. Tre pagine di verbale per due ore d'interrogatorio conclusosi, al solito, in un pianto dirotto. Un'unica notizia: sui conti esteri di Hong Kong attribuiti a Craxi non c'è più una lira. I soldi, 7 o 8 miliardi secondo la difesa, almeno 12 milioni di dollari secondo l'accusa, si sono involati prima nelle banche svizzere e quindi nei lidi più sicuri delle casseforti alle Bahamas. Questo il bilancio del primo incontro di Gianfranco Troielli con i magistrati del pool di Mani pulite. Soltanto un approccio alle mille questioni cui i magistrati vorrebbero una risposta dall'ex assicuratore dell'Ina: dalle tangenti sui contratti assicurativi per Enel e Eni, a quelle sugli appalti per le Ferrovie, fino alle mazzette ricevute per le forniture in Belgio degli elicotteri Agusta. Una congerie di questioni che Troielli, rimasto lontano cinque anni dall'Italia, così dicono i suoi avvocati, e ormai a digiuno di conti e tangenti, così dice lui, non sa più nemmeno come affrontare. Quindi, al termine dell'incontro di ieri, conclusosi verso le 18,15, magistrati, avvocati e Troielli hanno deciso di riconvocarsi soltanto quando saranno arrivate le agognate carte dalle banche di Hong Kong e della Svizzera, dove l'ex assicuratore, negli anni d'oro del garofano craxiano. aveva potere di firma. Tempo previsto: giovedì o venerdì. Con in mano le contabili bancarie, relative a sette società (Nicols Finance, Belling Holding, Doublé Haven, Elthy Investment, Kingsbury Finance, Shan Pin Trading, Tashkurgan Company), ovvero quelle create dall'avvocato Agostino Ruju per conto di Troielli, l'ex primula rossa di Mani pulite potrebbe essere in grado di ricostruire le movimentazioni dei soldi: quelli riniti al psi e Craxi e quelli che lui stesso versava per le provvigioni a broker esteri, relative quindi alla sua attività di assicuratore. Un miscuglio miliardario appositamente difficile da separare. Fermo restando che si tratterà di conti e versamenti ormai soltanto virtuali. Troielli, che ieri mostrava una somiglianza impressionante con il Craxi di qualche anno fa, lo ha spiegato subito: «Di quei soldi non so più niente, da quando sono fuggito non me ne sono più occupato Ruju mi aveva detto a un certo punto che sarebbe stato più utile trasferirli in Svizzera e da qui al le Bahamas e io non ho avuto nulla da ridire». L'ex agente generale dell'Ina ha dovuto innanzitutto spiegare quella che nei verbali di Mani pulite viene di solito definita la «questione sviluppo professio naie», ovvero il suo curriculum professionale. Davanti a tre at tentissimi magistrati, il gip Maurizio Grigo e i pm Francesco Greco e Paolo Ielo, il ragioniere ha raccontato di essere entrato nel ramo assicurativo nel 1975 e di aver conosciuto l'avvocato Ruju in quest'ambito, essendo il legale un esperto di diritto inter A destra Gianfranco Troielli da due giorni rinchiuso nei carcere di Opera