«Stato sociale 10 mila miliardi di troppo» di Roberto Ippolito

Confìndustria contro l'ottimismo di palazzo Chigi: per entrare in Europa due nuove manovrine Confìndustria contro l'ottimismo di palazzo Chigi: per entrare in Europa due nuove manovrine «Stalo sociale, 10 mila miliardi di troppo» «E nel '98 a rischio i contratti» to da Prodi al governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio). La Confìndustria teme poi che ci saranno problemi per alcune spese rinviate e non cancellate. E giudica «assai difficile» che nel 1998 vengano realizzati i tagli messi in cantiere per 15 mila miliardi. E allora che cosa fare? Serrano cambiamenti strutturali, serve «una seria stagione di riforme» come afferma Fossa puntualizzando che «un risanamento solo finanziario» non basta. Ed ecco la richiesta: la Confìndustria incalza il governo affinché venga deciso un risparmio di 10 mila miliardi per lo Stato sociale (previdenza innanzitutto, poi sanità e assistenza). Il Centro studi immagina che questa somma possa essere messa insieme con «tutti gli interventi più radicali». Se il governo varasse un'operazione da 10 mila miliardi, i mercati secondo la Confìndustria darebbero un premio: consentirebbero la discesa dei tassi «rapidamente». E il magico 3% sarebbe davvero a portata di mano. Per il tasso di sconto, Fossa non critica Fazio: «La resistenza del governatore è probabilmente fondata sul fatto che alcuni aggiustamenti di finanza pubblica effettuati dal governo non sono strutturali». L'Italia vista dalla Confìndustria vive quindi giorni decisivi. Spiega Fossa: «E' il tempo del coraggio nelle scelte, tanto più che per il futuro sembra dominare più la rassegnazione che la voglia di spezzare quelle catene che ci tengono legati al fondo di una congiuntura debole e densa di rischi». Il messaggio è rivolto in particolare a Prodi, ma ha un valore generale per un Paese che, secondo Fossa, «cerca di evitare il peggio e non di perseguire il meglio, mentre è necessario osare di più». La trattativa sullo Stato sociale con i sindacati e le associazioni imprenditoriali avviata dal governo è pertanto fondamentale. Per la Confìndustria i 10 mila miliardi di risparmi attesi darebbero la spinta finale per tagliare il traguardo dell'euro. Le prospettive, dice il Centro studi, sarebbero «molto più favorevoli» intervenendo sullo Stato sociale. Ma anche le prospettive dell'economia italiana danno qualche preoccupazione: il futuro è «mediocre», sostiene Fossa, e la crescita è «lenta e incerta». Il Centro studi prevede che il pil crescerà dell'1% nel 1997 contro l'I,2 stimato dal governo e dell'1,8% nel 1998 contro il 2 ipotizzato dal documento di programmazione. I segnali di recupero dell'economia troveranno conferma nella seconda parte dell'anno, ma ci saranno solo «tenui rimbalzi di una congiuntura instabile Anche per l'occupazione, la Confìndustria formula previsioni meno rosee rispetto al governo. Il tasso di Il presidente della Confìndustria Giorgio Fossa disoccupazione è stimato pari al 12,2% quest'anno e al 12,1% l'anno prossimo contro il 12,1 e l'I 1,7 previsti dal governo. L'inflazione media raggiungerà secondo il Centro studi il 2,1% nel 1997 mentre il governo è più prudente con una previsione del 2,5%. Per il 1998 la Confìndustria prevede invece il 2,4 rispetto all'1,8. In ogni caso l'inflazione è «sotto controllo» anche se gli industriali hanno paura di un aumento delle retribuzioni nel 1998. Del resto, per il pubblico impiego, per contenere il deficit pubblico, chiedono che i contratti «non vengano rinnovati o vengano rinnovati con incrementi nulli». Insomma, linea dura. Roberto Ippolito LE IPOTESI SUI CONTI DELL'AZIENDA ITALIA li centro studi dello Confìndustria prevede, inoltre, per il 1997 un rapporto Lira-Marco a 993 e a 1005 per il '98, ed un cambio Ura- Dollaro rispettivamente « 1676 e a 1608 <. ■ ■

Persone citate: Antonio Fazio, Giorgio Fossa, Prodi

Luoghi citati: Europa, Italia