A caccia dei migliori

A caccia dei migliori A caccia dei migliori Come reclutare nuove intelligenze LA ricerca scientifica di base, riguardante cioè i fondamenti delle conoscenze indipendentemente da obiettivi specifici di «utilità sociale», si è sviluppata in tutti i Paesi avanzati costituendo una forte tradizione di impegno intellettuale internazionale. Nei Paesi dove esistono condizioni materiali per lo sviluppo, è ormai ampiamente dimostrato che un robusto sostegno alla ricerca di base è la condizione necessaria, sebbene non sufficiente, per avere ricadute tecnologiche di grande interesse economico e sociale. Compito dell'università e degli enti di ricerca è quello di creare le condizioni, appunto, necessarie ad ogni successiva prospettiva di più 0 meno vasto interesse pubblico: queste condizioni, nel loro aspetto «necessario», hanno carattere di investimento a lungo termine e si identificano facilmente nell'esistenza di un «vivaio» sempre rifornito di giovani di alta qualità scientifica in un contesto di ricerca di punta internazionalmente apprezzata. Ma, perché queste condizioni siano anche sufficienti, occorre che il terreno a cui gh effetti della ricerca di base possono espandersi sotto forma di ricadute sia anch'esso coltivato e ricettivo, pronto a ricevere know-how e a metterlo a frutto. Questo è ciò che è accaduto negli Stati Uniti o in Giappone, ma anche in Francia, in Germania e nel Regno Unito, grazie a una tradizione industriale non gretta, cioè disposta al rischio creativo e al cambiamento e non interessata al solo profitto. In tutti questi Paesi i laboratori privati svolgono attività di qualità non inferiore a quella realizzata con il supporto pubblico; la mentalità, in quei laboratori, è più vicina a quella della scienza che non a quella del mercato. Ma non è, purtroppo, ciò che è accaduto in Italia: da noi, l'industria è ormai arrivata a contendere alla ricerca di base finanziamenti pubblici già ben magri, senza avere salvo casi marginali anche se non insignificanti - alcuna certificazione di affidabilità per pretenderli, cioè senza capacità di spesa per l'innovazione di prodotto; sembra quasi che i nostri imprenditori pensino che con i soldi sottratti alla ricerca «accademica» sia possibile «comprare» capacità innovative di prodotto, come accade per le assai meno impegnative innovazioni di processo, per le quali sono particolarmente versati. Stando agli accenti usati da alcuni interlocutori del dibattito aperto da questo giornale, sarebbe più coerente arrivare a chiedere la chiusura dell'università e degli enti pubblici prospettando l'egemonia delle attività di formazione culturale da parte delle strutture addette alla produzione di beni. Ma non sembra il caso di dare fiducia già a pretese assai più modeste. La storia recente è Carlo Bernardini Università di Roma CONTINUA A PAGINA 2 TERZA COLONNA

Persone citate: Carlo Bernardini

Luoghi citati: Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Roma, Stati Uniti